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N. 122 - Febbraio 2018 (CLIII)

SAN VALENTINO DI SANGUE
sull'Ennesima strage nelle scuole americane

di Giovanna D'Arbitrio

 

Lo scorso 14 febbraio 2018, nella Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, Florida, il diciottenne Nicholas Cruz ha aperto il fuoco contro studenti e docenti lasciando a terra ben 17 persone e ferendone una cinquantina. Alla luce di quest'ennesima strage perpetrata in una scuola americana, risulta davvero assurdo che non si riesca a modificare la legge sul porto d’armi, considerando appunto il lungo elenco dei massacri che hanno stroncato tante giovani vite.

 

Perfino nel lontano 1927 ci fu uno sterminio scolastico, quando Andrew P. Kehoe fece esplodere 3 ordigni uccidendo 45 persone e ferendone 58 feriti nella Bath School, in Michigan. Ecco invece a seguire le stragi più recenti: 1998 Arkansas, Jonesboro School, 5 morti; 1999 Colorado, Columbine High School, 15 morti; 2002, Virginia Appalachian High School, 3 morti; 2005 Red Lake High School, 9 morti; 2006 West Nickel Mines Amish School, 5 morti; 2007 Virginia Tech, 33 morti; 2008 Northen University, Illinois, 6 morti; 2012 Chardon High School, 7 morti; 2012 Università di Oikos, 7morti; 2012 Sandy Hook Elementary School, 28 morti; 2013 Santa Monica College, 6 morti; 2014 Campus di Santa Barbara, 6 morti; 2014 Seattle Pacific University, 1 morto; 2015 Umpqua Community College, 9 morti. Come si può notare, il numero di studenti rimasti uccisi è oltremodo notevole, senza contare o numerosi feriti più o meno gravi lasciati dalle sparatorie.

 

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Stati Uniti: manifestazione contro la facile diffusione delle armi da fuoco

 

Qualche anno fa l'allora presidente statunitense Barack Obama pianse nel perorare davanti alle telecamere modifiche dell’attuale legge sulla circolazione di armi in Usa, e anche sulla strage di San Valentino 2018 ha espresso il suo parere su Twitter, scrivendo: "Siamo addolorati per quanto accaduto a Parkland, ma non siamo impotenti. Necessarie le tanto agognate leggi di buon senso che la maggior parte degli americani vogliono. Preoccuparci dei ragazzi è il nostro lavoro principale. E finché non possiamo dire onestamente che stiamo facendo abbastanza per proteggerli, allora dobbiamo cambiare”.

 

Ed ecco invece la dichiarazione del presidente in carica Donald Trump, pronto ad affermare che: “La sicurezza delle nostre scuole e dei ragazzi sarà la nostra priorità assoluta. Non è sufficiente intraprendere azioni che ci inducano a pensare che stiamo facendo la differenza. Dobbiamo realmente fare quella differenza. Nessun bambino o insegnante dovrebbe essere in pericolo in una scuola americana. Nessun genitore dovrebbe aver paura per i propri figli, quando li bacia ogni mattina e li manda a scuola. La nostra intera nazione prega con tutto il cuore per le vittime e per le loro famiglie. Siamo qui assieme, come un'unica famiglia americana, la vostra sofferenza è anche il nostro fardello".

 

Nel discorso, tuttavia, mancano riferimenti alle armi e alla loro facile diffusione, eppure, ricordiamolo, è stato proprio Trump ad abolire il divieto di porto d'armi per le persone affette da disturbi mentali, introdotto da Obama dopo l'ennesima strage scolastica (quella della Sandy Hook). Piuttosto inquietante: uso di armi anche in caso di disagio psichico! Militarismo, sciovinismo e mito dell’eroe americano sbandierati in tanti film generano d'altronde una strisciante esaltazione nella popolazione e abituano anche i più piccoli a prendere confidenza con le armi... Non solo quelle giocattolo, ma persino quelle vere (pur scariche), reperibili in ogni casa.

 

Una scena che si ripete ogni giorno e che vediamo anche nell'ultimo film di Clint Eastwood, Ore 15,17- Attacco al treno, dedicato ai tre americani che nel 2015 hanno sventato un attacco terroristico sul treno Thalys, in Francia. Ora, pur se ammiriamo il coraggio dei tre giovani, meritevoli di aver salvato molte vite umane, dopo la recente strage, ci sembra che siano assai poco educative le suddette scene, in cui i tre futuri eroi maneggiano armi fin da ragazzi. "Se ci sono eroi vuol dire che ci sono e ci saranno sempre nemici e guerre da combattere: è un circolo vizioso dal quale un giorno forse si potrà uscire solo educando alla pace i giovani", scriveva in La pace e l'educazione (1933) Maria Montessori.



 

 

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