N. 21 - Febbraio 2007
LA
STORIA DEL SUN, PRIMO
QUOTIDIANO INGLESE PER DIFFUSIONE E
TIRATURA
Un successo
costruito a colpi di scoop e veleni
di
Tiziana Bagnato
Il
primo quotidiano inglese per diffusione e tiratura è
allo stesso tempo il più “ sprezzante, velenoso,
maligno e bugiardo” del panorama editoriale. Sono
questi, infatti, alcuni degli epiteti rivolti al
celebre tabloid britannico “Sun”.
Un
quotidiano costruito per le working class che, a
dispetto, delle accuse che continuamente lo
raggiungono, si è imposto all’opinione pubblica,
riuscendo addirittura a vincere nel 1971 il premio
come “Journal of the year”.
La
sua linea guida è il motto “ticke the pubblic”,
solletica il pubblico, che lo ha contraddistinto sin
dagli esordi, nel 1964, con l’editore Cecil King. Ma,
affermarsi non fu cosa facile ed immediata. In ballo
c’era la conquista di un target nuovo, che si opponeva
a quello abitudinario dei quotidiani e trovare la
strategia vincente richiedette diversi tentativi.
Rupert Murdoch, magnate dell’editoria, nel 1969 lo
acquistò e decise che per rilanciare il foglio
londinese era necessario una doppia politica
editoriale. Una finalizzata alla riduzione dei costi
di produzione, tramite un’estrema riduzione del
personale, l’altra volta ad ingaggiare esperti e firme
illustri per dare visibilità al tabloid.
Murdoch decise allora di affidare il timone a Larry
Lamb, il quale sterzò definitivamente la linea
editoriale sul filone popolare e scandalistico. Sotto
la sua direzione il “Sun” diventò, infatti, il
giornale degli scoop e dei pettegolezzi, abbinati a
concorsi, premi assicurativi gratuiti, batterie di
pentole e così via.
Con
la nascita del Daily Star, che iniziò ad insidiarne il
campo, Lamb si rivolse a Murdoch, proponendo ed
ottenendo il ribasso delle tariffe pubblicitarie e
quello del prezzo di copertina. Ma i valori notizia
restarono gli stessi con un incremento dello spazio
dato allo sport.
I
titoli continuarono ad essere “gridati” con caratteri
cubitali e la terza pagina completamente stravolta
rispetto ai canoni tradizionali. Lo spazio al quale
erano solitamente affidati i temi più importanti,
venne, invece, assegnato alle pin – up.
Nel
1981, dopo una breve reggenza di Bernard Shrimsley,
Kevin Calder McKenzie diventò direttore della testata,
rendendola ancora più pungente e dedita al
pettegolezzo, tanto è che spesso se ne parlò come
“gunter press”, ovvero come giornalismo spazzatura.
Incominciò, infatti, l’epoca degli scoop inventati di
sana pianta che portarono il “Sun” a perdere in
credibilità e copie vendute.
Tra
gli esempi più eclatanti, il caso dell’attore Jack
Nicholson, accusato nel 1985 dalla testata di essere
stato arrestato in passato per uso di sostanze
stupefacenti. Nel 1987, invece, fu Elton John a finire
nel mirino del celebre tabloid, accusato di reclutare
giovani punk e skinheads per coinvolgerli in orge a
base di stupefacenti.
Il
“Sun” sborsò milioni di sterline per ripagare ogni
pseudo scoop trasformatosi in calunnia. Per arginare
il fenomeno, quanto meno di fronte ai lettori, il
quotidiano nominò un ombusman, un garante dei
diritti dei lettori, ma più che una soluzione, lo
stratagemma si rivelò l’ennesimo bluff.
Iniziò, in quegli anni, una vera e propria attenzione
nei confronti della Casa Reale, nuovo must delle
cronache e dei pettegolezzi. I legali dei reali
inglesi intervennero più volte a chiedere indennizzi
per le notizie e le foto scandalose messe in
circolazione.
Murdoch decise, allora, a metà degli anni Novanta, di
affidare la direzione del quotidiano a Stuart Higgins,
amico personale del principe Carlo di Inghilterra, il
quale scelse toni meno enfatici pur mantenendo una
linea editoriale pensata per un pubblico popolare.
Da
allora, il “Sun” ha recuperato terreno, arrivando ai
vertici che oggi conosciamo. L’impatto visivo rimane
la sua arma vincente e la struttura iconografica è
rimasta pressoché uguale.
Nella
prima pagina i titoli sono cubitali e i giochi di
parole abbondano, insieme ad un gergo vicino più
all’inglese parlato che a quello scritto.
L’impaginazione è spesso irregolare e alle grandi
tematiche come l’economia, la politica e la cronaca si
accompagnano, con naturalezza, la cronaca nera e
quella rosa, i pettegolezzi sui divi e storie di
delitti e furti. Il tutto accompagnato da una buona
dose di immagini, fotografie e, purtroppo, anche di
fotomontaggi.
Riferimenti bibliografici:
Giancarlo Salemi,
L’Europa di Carta, guida alla stampa estera, 2002,
Franco Angeli, Milano |