N. 9 - Febbraio 2006
LA
STORIA DEI TEMPLARI
I cavalieri della nuova
civiltà - Parte I
di
Cristina Lombardi
A
volte, le domande ed i misteri fanno si che una storia
assuma le sembianze di una leggenda, di una favola
oppure di una Storia di cui non si conosce la fonte e
che comincia ad essere raccontata a metà del suo
percorso, lasciando dietro di se la nebbia, e
davanti una
storia tramandata senza un finale certo. La leggenda
racconta infatti che ‘alcuni di loro’ riuscirono a
fuggire alla cattura, cavalcarono però verso una meta
non nota e del loro destino non si seppe più nulla.
Ma andiamo con ordine, raccontando
questa storia da dove ci è più nota.
Nell'anno 1118, nove uomini partirono dalla terra di
Francia verso Gerusalemme per proporsi al suo re
Baldovino II, che aveva preso la corona, come
protettori delle strade per i pellegrini in Terra
Santa nel percorso da Giaffa a Gerusalemme. Il re
accettò, li accolse e gli offrì, come alloggio, una
parte del suo palazzo in Gerusalemme che si trovava
sopra il Tempio di Salomone.
Tra
i nove c'era Ugo de Payns, il quale diverrà poi il
primo Gran Maestro di quello che sarà l'Ordine del
Tempio, Andrea de Montbard zio di Bernardo di
Chiarvalle. Quest’ultimo, San Bernardo, abate
dell'abbazia cistercense di Clairvaux, sarà colui che
redigerà la Regola del Tempio.
Sembra che Ugo de Payns partecipò alla prima crociata
nel 1096 ed è facile
supporre che ivi conobbe il comandante di questa,
Goffredo di Buglione, cugino di Baldovino, all'epoca
ancora conte d'Edessa e futuro re di Gerusalemme. Ciò
potrebbe spiegare il perché di un'accoglienza così
calorosa, anche se non convince del tutto.
I
nove prestarono il triplice giuramento di povertà,
castità ed obbedienza davanti al Patriarca di
Gerusalemme, Germond de Piquigny, dandosi il nome di
Cavalieri del Tempio. Questa è la storia che tutti noi
conosciamo.
Le
prime domande a queste poche righe sembrano nascere
d'obbligo: chi suggerì una simile missione a questo
sparuto gruppo di uomini? Una missione tanto
importante da fargli abbandonare terre, famiglie e
potere? E possibile che la sola conoscenza di Goffredo
di Buglione procurò a Ugo de Payns una così grande
benevolenza da parte del cugino Baldovino II?
Proviamo a cercare delle risposte.
Questa storia racconta inizialmente di tre uomini: Ugo
de Payns, Ugo de Champagne, Bernardo di Chiaravalle.
Del
primo abbiamo già accennato. Ugo de Payns nasce nel
borgo omonimo in una data non stabilita, comunque
intorno al 1080. Era uno degli ufficiali di corte di
Champagne, e se si pensa che firmò atti importanti del
conte di Troyes si può dire che fosse un personaggio
di rilievo. Non c'è certezza, ma sembra che dopo la
prima crociata tornò in Oriente con il Conte di
Champagne.
Proprio quest'ultimo, Ugo de Champagne, è forse la
figura fondamentale per i primi Cavalieri, anche se
spesso non menzionato. Nato nel 1077 da nobile
famiglia, ereditò il feudo di Champagne. Partì per la
Terra Santa, non da crociato, intorno al 1104 e ne
ritornò verso il 1108.
Al
suo rientro prese contatto con l'abate cistercense di
Citeaux che, dopo l’incontro, impose ai suoi monaci di
studiare testi ebraici. Qualche anno più tardi, nel
1114, al nuovo ritorno dalla Terra Santa il conte
offrì all'abate uno dei suoi terreni per costruirvi
un'abbazia: i lavori furono diretti dal giovane
Bernardo di Chiaravalle.
Bernardo è da molti definito l'uomo più straordinario
che l'Occidente abbia conosciuto. Nato nel 1090 a
Digione, anche lui figlio di nobili signori della
stirpe dei Borgogna, entra a Citeaux nel tempo in cui
Ugo de Champagne chiede all'abate della stessa di
costruire la nuova abbazia. É difficile pensare che
sia stato un caso del destino che proprio il futuro
San Bernardo, colui che scriverà la Regola del Tempio,
si sia occupato di seguire i lavori.
Terminata, con il nome di Clairvaux, la nuova Abbazia
era direttamente sotto la protezione del Conte, nel
suo intoccabile, impenetrabile feudo al cui interno si
continuavano a studiare testi ebraici.
Sembra evidente che ci si preparasse a ricevere
qualcosa di molto importante. Ugo di Champagne
cominciò a manifestare il desiderio di partire per la
Terra Santa, come protettore dei pellegrini, sotto
l'egida dell'ordine degli Ospitalieri di San Giovanni
di Gerusalemme, ma questo gli fu impedito dal rango e
dagli stretti legami famigliari con la moglie e il
figlio.
Chi
invece prese una decisione molto risoluta fu Ugo de
Payns, il quale, dopo essere partito, si presentò al
Re Baldovino II che lo accolse nel suo regno. Poco
dopo, nel 1125,
anche il conte di Champagne cedette alla bramosia e,
dopo aver ripudiato moglie e figlio, raggiunse Ugo de
Payns.
Questa aggregazione di nobili serviva realmente a
proteggere i pellegrini? Da documenti rinvenuti
sembrerebbe che, tra l'altro, i nostri nove cavalieri
non combatterono mai, neppure quando il Re Baldovino
II dovette difendere la Città Santa dai così detti
infedeli.
Essi
continuavano a stare nel tempio, iniziando a fare
degli scavi nelle scuderie. Al quinto anno di
permanenza tornarono in Francia e cominciarono a
nascere le prime cattedrali gotiche. Perché la loro
arte gotica nacque così in fretta e prepotentemente?
Cosa avevano trovato?
Certamente non oro, forse dei documenti… l’oro sarebbe
stato troppo pesante e pericoloso da trasportare per
migliaia di miglia per mare e per terra: inoltre gli
uomini erano troppo pochi per difendere un simile
tesoro. Allora che documenti?
Qualcuno ha ipotizzato (dato il seguito della loro
storia) che avessero rinvenuto quella che viene
chiamata “La Sequenza stessa dell'Universo”, l'arte
del costruire in maniera armonica e perfetta, l'arte
di armonizzare l'uomo e la pietra. La sequenza di
quell’Uni-verso che tende, proprio perché tale,
verso l'uno: l'unificazione dei numeri del mondo, del
cielo, dell'uomo, forse il segreto stesso della vita:
simbolicamente il Graal.
Era
il 1128 quando tornarono nella contea di Champagne; se
abbiano rinvenuto il Graal non è dato di
sapere, non esiste una documentazione certa, ma solo
vaghi racconti. Su tutto è stato mantenuto il segreto,
anche se è la pietra a parlare per loro… tutte le
costruzioni successive al loro ritorno parlano di
qualcosa che unisce l'uomo alla terra e al cielo!
L'uomo impoverito culturalmente dalle guerre e dalle
invasioni, comincia a riscoprire l'arte e
l'architettura attraverso il Gotico.
Comunemente si pensa che l'arte gotica abbia preso il
suo nome dai Goti (Germani conquistatori), ma è ormai
certo che questo è falso. Uno dei più grandi luminari
del nostro tempo nello studio di tale "stile", il
Fulcanelli, arrivò a comprendere che si tratta di una
volgarizzazione della parola antica "art goth",
l'arte della Luce e dello Spirito.
L'Ordine del Tempio fu sancito con un concilio, il
concilio di Troyes nel 1128, tenuto dallo stesso
Bernardo che ordinò al signore di Troyes di concedere
l'utilizzo della terra per svolgere il concilio. Ad
esso parteciparono solo prelati Cistercensi e
Benedettini, tra cui il Legato Pontificio e i Vescovi
di Orleans, Troyes, Reims e Laon, Bernardo, già abate
di Clairvaux e due laici: il Conte di Champagne e
quello di Neveres. Nessun ordine in precedenza aveva
avuto una tale necessità, addirittura un concilio per
discutere della loro formazione. Possibile che
difendere le strade fosse di così vitale importanza? È
chiaramente improbabile…
San
Bernardo preparò la Regola dell'Ordine al quale fu
imposto l'abito bianco cistercense. La regola
presentava molte somiglianze con l'ordine cistercense,
anche se i Cavalieri del Tempio non avevano l'obbligo
di stabilità e non dovevano radere la barba e la
testa. Questo dava loro carattere di viaggiatori
laici. Avevano inoltre una dualità all'interno:
esistevano i Templari militi e i Templari monaci. Per
loro Bernardo si impegnò a rispolverare e rielaborare
vecchie usanze celtiche (cultura dalla quale si dice
lui stesso provenga).
La
Regola rievoca la Triade celtica ovunque. Qualche
esempio: mangiavano carne tre volte la settimana, i
giorni in cui non ne mangiavano potevano mangiare tre
portate; se lottavano per la propria vita contro altre
persone diverse dagli eretici, non dovevano reagire se
non dopo essere stati attaccati tre volte; se
mancavano ai loro doveri erano flagellati tre volte
ecc. ecc. In qualche modo, sembra che Bernardo volesse
riprodurre il "Ramo Rosso", ordine che riuniva antichi
guerrieri Celti.
Fa
riflettere che i Templari svilupparono la loro opera
maggiormente in terra celtica. Nasceva anche un
linguaggio che sintetizzava antiche gnosi: codici
linguistici che si esprimevano attraverso l'arte,
simboli, musiche, come se Bernardo volesse riportare
ordine, facendo riunire sotto il Tempio, la conoscenza
in terra druidica.
In realtà non si comprende: il perché
di una ripresa del simbolismo celtico; il motivo e di
che cosa si facessero promotori; il perché proprio in
Francia, terra celtica per eccellenza.
Ad
ogni modo la regola che si conosce ed è nota, non
basta a dare forza e coesione ad un ordine così ricco
e vasto. Come avessero potuto mantenere tanta
ricchezza, sempre nella ligia affermazione della
povertà del cavaliere e della ricchezza del Tempio,
non si spiega. Evidentemente esisteva una gerarchia
molto delineata, un rigore imposto molto forte. Ma
soprattutto è giusto ritenere che esistesse uno scopo
talmente elevato che non c'era motivo di non cedere
alla regola, anche la più dura ed irreprensibile.
Un
notevole studioso in materia, Louis Charpentier, si fa
promotore di un sano dubbio: come è possibile che nel
giro di pochissimi anni l'Ordine acquisisse così tante
proprietà, da divenire in brevissimo tempo così ricco
e potente?
La
risposta che si dà è che, alla base, prima ancora che
l'Ordine fosse composto, esistessero progetti ed
accordi ben delineati. Molti Signori cedettero
le loro terre e
ricchezze: nel 1128, appena tornati dalle Crociate si
ritrovarono con donazioni ed eredità che venivano
dallo Champagne, dalla Fiandra e poi dal Poitou e alla
fine da tutta la costa mediterranea.
Maria di Portogallo aveva donato all'ordine del Tempio
il castello di Soure; una nuova donazione venne fatta
da Folco D'Angiò nel 1127 (ancora prima che
tornassero)... Ma come era possibile? L’ipotesi più
plausibile è data dal fatto che Bernardo, ed altri
prima di lui, probabilmente lavorassero già da tempo a
questo progetto, il concilio di Troyes rappresentò
solo l'ufficialità del tutto.
La
cosa che fa maggiormente riflettere è che, prima
dell’ascesa dei Templari in Europa, venivano costruiti
edifici religiosi con molta fatica e diversi anni di
impegni: ci volevano dai 30 ai 40 anni per costruire
una cattedrale. Dopo il 1100 furono costruite per
opera Templare più di 200 tra cattedrali (l'opera più
bella, Notre Dame de Chartres ) e abbazie (Cluny e
Charitè sur Loire) in meno di 300 anni.
Sarebbe interessante capire dove trovarono tanti
operai ed artigiani in un periodo in cui l'unica cosa
che contava era salvarsi dalla invasione germanica. In
un tempo dove si era persa l'arte dell'artigiano,
proprio perché le invasioni avevano distrutto la
civiltà precedente, oltre che le città, i popoli, le
persone e le conoscenze specifiche.
Se
si analizza parallelamente un po’ di storia, si scopre
che forse le origini dell'Ordine non sono esattamente
nel 1118, ma almeno 600 anni prima. Nel 480 a Subiaco
nasce Benedetto da Norcia,
San Benedetto. Egli fondò il suo Ordine su un
regola che voleva l'uomo lavoratore per 8 ore al
giorno, per 4 studioso e per altre 4 orante.
Quando cominciarono le discese dei Germani, Benedetto
fece del suo ordine un ricettacolo delle tradizioni e
antichi manoscritti, ma anche di antichi cimeli come
le statue in pietra, ogni cosa pur di mantenere,
conservare e tutelare le antiche tradizioni.
All'interno del monastero infatti si poteva stare
abbastanza tranquilli certi che i nuovi signori
feudali non l’avrebbero saccheggiato, in quanto i
feudatari si rifacevano anche loro alla cristianità,
anche se solo di fatto e non in sostanza.
Inoltre gli uomini di religione sottostavano
direttamente al papato e non al signore, quindi non
esisteva nessun potere del feudo su di loro e tale
opera di protezione di antiche carte era al sicuro. Si
può presumere che egli prese in consegna anche i
manoscritti che gli Ebrei trasferirono a Roma prima
della discesa dei Germani e che l'Impero Romano fosse
distrutto. Cosa tali scritti contenessero è altra
ricerca e poco importa. Cosa importante è che siano
stati, molto presumibilmente, sotto la loro custodia.
Probabilmente, protetti dall'abito, c'erano i maestri
laici delle arti che potevano continuare a
sopravvivere all'invasione restando chiusi
nell'abbazia, studiando i testi che venivano man mano
recapitati all'abate.
Prima che Benedetto morisse (547), un nuovo santo
veniva alla luce nel 542: San Colombano, irlandese di
nascita costituì anch’egli la sua regola del tutto
simile ad antiche usanze druidiche, così come, in
tutto o in parte, la Benedettina e quella cistercense
di Bernardo.
Se pensiamo al perché questo trittico
si rifacesse ad usanze druiche troveremo la risposta
nel perché il cristianesimo delle origini aveva molte
interrelazioni con antiche credenze ed usanze della
religione celtica. Consideriamo, ad esempio, la festa
del solstizio in cui noi cristiani moderni festeggiamo
la nascita (sole nascente) del dio. Motivo per cui i
popoli irlandesi si fecero affascinare da subito dalla
nuova religione non trovando poi tanta differenza con
le loro radici antiche.
Ad
un certo punto della storia un papa benedettino,
Gregorio I, San Gregorio Magno, intorno al 600,
acconsente a che questi due ordini si
incontrino e si fondano in un'unica regola,
unendo al
druidismo colombano, il cristianesimo benedettino
antico, in questo modo venivanoa fondersi soprattutto
le loro raccolte di manoscritti.
Questi manoscritti, dopo molto pellegrinare, verranno
raccolti da Benedetto, purtroppo i cimeli antichi, le
pietre e le statue andarono distrutte nell'incendio di
Montecassino, luogo della abbazia benedettina. Durante
l'incendio la priorità dei monaci, prima della loro
vita, doveva essere quella di salvare il volumi, i
manoscritti, i testi. Da Benedetto a Colombano a
Bernardo ai Templari, una mano invisibile sembra aver
guidato per secoli l'operato dei monaci con uno scopo
importante che si riflette in questo impegno
millenario.
Eppure la mano, la mente di questo filo, resta ad ogni
indagine molto nascosto. Ma è inevitabile osservare
che questi passaggi avvengono con mirata astuzia e non
per mezzo della forza.
L'abbazia che nacque dall'unione degli ordini
Benedettino e Colombano si chiamò Cluny, ad essa fu
donato un territorio, da parte di un nobile, in modo
da essere feudalmente protetta. Poteva godere inoltre
della protezione papale poiché siamo in un periodo di
avvicendamenti di molti papi benedettini. Così
inviolata dal clero e dai signorotti feudali,
l'Abbazia poteva lavorare.
Gli
abitanti di Cluny, che negli anni diventa una vera e
propria cittadella autonoma, col tempo si divise i
compiti interni in due maniere: i monaci erano addetti
all'amministrazione dell'immensa proprietà di Cluny e
allo studio; i monaci laici erano addetti ai lavori e
ai mestieri.
Cluny è l’antesignana dello stile Romanico che
impressionò l'Europa monastica, ma occorreva parlare
alla gente tutta e cominciare un processo di
impressione sul popolo. Era necessario un nuovo
linguaggio per poter smuovere la sensibilità sopita
degli uomini. Erano necessarie altre conoscenze, altra
arte. Quella che gli Egizi e che re Salomone
conoscevano, che si diceva fosse nell'Arca
dell'alleanza nel Tempio di Gerusalemme.
Curioso lo scorrere degli eventi. fino all'arrivo dei
Templari, che indisturbati da chiunque, poterono
cercare per anni scavando in terra straniera e
conquistata. Infatti Urbano II, antico priore di Cluny,
nel 1096 indice la prima crociata per poi dargli anche
fine, quando non più necessaria. A volte le cose sono
più evidenti di quanto si voglia vedere, oppure ci si
fantastica troppo…
Da
questo punto di vista, le crociate furono un
sacrificio di sangue, vite umane e stragi per un bene
superiore. A quanto pare questo bene era talmente
enorme da dover valere vite umane e menzogne. Tutto
per Gerusalemme e il suo segreto…
La
successione degli eventi ci dice che la città-abbazia
di Cluny diede i preziosi antichi manoscritti a
Citeaux (luogo divenuto maggiorente sicuro) che poi li
trasferisce a Clairvoux e quindi a Bernardo perché i
monaci si preparassero a comprendere cosa stava
arrivando e cosa venisse consegnato. Con il ritorno
dei Templari, l'Ordine si arricchiva delle terre già
benedettine e lentamente acquistava una certa
indipendenza anche dalla Chiesa usando il privilegio
di Cluny, divenendo insomma uno Stato nello Stato.
Tutto questo enorme potere e ricchezza nel Tempio,
poteva portare i monaci, e i gerarchi all'interno, a
compiere angherie o venire meno al giuramento. Ciò non
accadde mai. Evidentemente la loro missione e regola
aveva messo delle straordinarie basi nell'animo dei
Cavalieri del Tempio.
La
domanda però rimane sempre la stessa: chi impartiva e
soprattutto da chi veniva fatto rispettare tutto ciò?
Chi aveva una simile idea del mondo e del seguire
degli eventi? |