N. 13 - Giugno 2006
STORIA DEL GIORNALISMO MODERNO
Da Gutenberg
a Pulitzer
di
Matteo Liberti
Alcune forme di diffusione delle notizie sono
con facilità rintracciabili nelle epoche e tra le
civiltà più antiche, laddove erano strettamente
connesse all’ambito militare e politico della società,
al momento della battaglia e a quello del foro.
Una professionalità, slegata almeno formalmente da
ogni tipo di regime governativo, legata all’ambito
dell’informazione è cosa però abbastanza recente, ma
tanto più lo è il contesto in cui il giornalismo può
esistere: un buon numero di lettori, di utenti
dell’informazione...
Elemento fondamentale perché questo contesto si
venisse a creare fu senza dubbio l’invenzione della
stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg,
che rese possibile innanzitutto l'abbassamento dei
prezzi dei libri, oggetti fino a quel momento
riservati ad ambienti esclusivi e ristretti.
Ricordiamo che il primo libro ad essere stampato fu
una Bibbia, cui Gutenberg lavorò tra il 1448 ed il
1454 insieme all'incisore
Peter
Schöffer.
Le prime applicazioni della nuova invenzione furono
legate ai notiziari emessi dalle compagnie di
navigazione, che riportavano notizie di carattere
prettamente commerciale e, saltuariamente, politico.
Gli
antenati degli odierni giornali, conosciuti in
Francia con il nome canard, iniziarono a
circolare, soprattutto tra commercianti e banchieri,
verso il finire del '400, per poi avere una forte
espansione nella prima metà del '500. Mancavano di una
periodicità regolare, ma erano pur sempre
rappresentativi di un interesse crescente per la
diffusione e lo scambio di informazioni e notizie
legate all'attualità. Nel mondo anglosassone, i primi
predecessori del giornale moderno furono invece i
cosiddetti corantos, opuscoli che raccoglievano
notizie riguardanti solo determinati eventi degni di
rilievo.
Le prime pubblicazioni di carattere prettamente
giornalistico nacquero all’inizio del '600.
Tra queste, la Nieuwe Antwerwsche Tijdinghe di
Anversa, il tedesco Frankfurter Journal,
l’inglese The Weekly News e la francese
Gazette, patrocinata dal cardinale Richelieu. Si
trattava di prodotti di formato piccolo e con una
periodicità soprattutto settimanale. Alcune
contenevano pregiate illustrazioni di battaglie o
ritratti di sovrani ed uomini politici…
Per quanto riguarda l'Italia, i primi periodici di cui
si ha notizia nascono tra la fine degli anni trenta e
la metà dei quaranta, nelle principali città del
centro e del nord. Il sud arriva subito dopo, con le
prime pubblicazioni in Sicilia ed a Napoli negli anni
settanta.
Caratteristica delle pubblicazioni italiane era
l’assenza di una vera e propria titolazione, in
favore di una struttura simile a un semplice
contenitore di notizie.
I primi esempi di stampa periodica a carattere non
informativo compaiono intorno alla metà del Seicento:
si tratta soprattutto di pubblicazioni a carattere
letterario, culturale o scientifico. Un esempio è dato
dal settimanale Journal des Savants, pubblicato
a Parigi nel gennaio 1665.
La formula del giornale letterario sarà
successivamente importata con successo anche in
Italia, grazie al romano Il giornale dei letterati
(1668) ed al veneziano Giornale dei letterati
d’Italia (1710). Quello che diverrà però il vero
punto di riferimento per gli illuministi italiani è
Il Caffè di Pietro Verri, uscito la prima
volta nel 1764.
Il primo quotidiano nasce invece a Lipsia, nel
1660. Nome del giornale: Leipziger Zeitung.
Sei anni più tardi è la volta dell’Inghilterra, con la
London Gazette.
Sotto la spinta delle rivoluzioni industriale e
francese, i quotidiani aumentarono progressivamente la
loro diffusione, soprattutto in Inghilterra, mentre
negli Stati Uniti d'America il primo giornale viene
stampato a Boston nel 1690. Pubblicato però senza
autorità, viene però immediatamente soppresso.
Il primo giornale riuscito fu allora il
bollettino di Boston, nel 1704.
Negli Stati Uniti la stampa trova pieno sviluppo con
un certo anticipo rispetto all’Europa, e questo
avviene soprattutto grazie al Primo Emendamento della
carta costituzionale, che prescrive un grado notevole
di libertà di stampa…
Durante la guerra di indipendenza, la richiesta senza
precedenti di notizie fresche e veritiere trasformò il
giornalismo in una vera e propria forza dinamica della
vita nazionale; il giornale inteso in senso pienamente
moderno nasce non a caso proprio negli Stati Uniti,
negli anni Trenta dell'Ottocento, all'epoca della
cosiddetta rivoluzione della Penny Press.
Il
nome era dato dalla
nuova consuetudine della vendita del quotidiano
direttamente nelle strade e nelle piazze, per mezzo
dei cosiddetti strilloni e al prezzo di un
penny...
Nel settembre del 1833 nasce il The New York Sun,
che in pochi mesi raggiunge le quattromila copie ed in
due anni le quindicimila. Nel 1835 nasce il New
York Tribune, seguito nel 1839 dal New Morning
Herald.
Il New York Tribune, nel 1859, è il primo ad
inaugurare un nuovo genere giornalistico: l’intervista.
Non c'è più bisogno di attendere l'evento
giornalistico, ora lo si può provocare...
Lo
stesso giornale inaugurerà anche
la prassi delle edizioni straordinarie in
occasione di eventi di particolare rilevanza e
dedicherà ampio spazio alla cronaca nera e
all’informazione economica e sportiva.
Il successo di questo genere di pubblicazione è
immediato.
I nomi dei giornali cessano in questo periodo di
richiamare il puro lessico commerciale tipico delle
gazzette del secolo precedente, per assumere nomi
suggestivi e più adatti al gusto dei nuovi lettori.
Oltre a ciò, si verificano due importanti cambiamenti
all’interno del mondo giornalistico.
Il primo cambiamento è rappresentato dalla crescente
presenza della pubblicità, che finisce ad un certo
punto per entrare negli stessi articoli di cronaca...
Il secondo riguarda la selezione delle notizie secondo
la loro natura non più necessariamente politicizzata,
ma legata anche a fatti di cronaca, dei quali
interessano la stranezza, la singolarità, la carica
emotiva e la capacità di evocare il vissuto personale
dei lettori. La scuola del New York Tribune ha
fatto seguaci:
la
cronaca inaugura una nuova prospettiva della notizia
stessa, potendo interessare indistintamente (a
differenza della politica) tutte le classi ed i
contesti sociali e culturali.
Il nuovo giornalismo contribuisce a cambiare lo stesso
atteggiamento dei lettori verso i fatti del mondo:
tende ad abbattere la riservatezza della sfera privata
dell’esistenza per dare addirittura l’impressione di
poter difendere i cittadini contro gli abusi dei
potenti…
In Italia la gran maggioranza dei giornali tuttora in
circolazione nacque, in contesti più artigianali che
proto-industriali, durante il Risorgimento e
particolarmente nei primi anni di unità nazionale. Già
nel '600 le prime gazzette, facendo seguito ai fogli e
dagli avvisi affissi generalmente alle porte delle
chiese, riportavano alcune notizie locali ed
informazioni su avvenimenti esteri, ma è solo nel '700
che i primi giornali vedranno la luce della loro
nascita. Si trattava però essenzialmente di traduzioni
di giornali stranieri e dal contenuto spesso
letterario, destinati ancora ad una ristretta elite di
persone.
Il giornalismo italiano compirà sensibili progressi
nel periodo successivo alla rivoluzione francese,
soprattutto grazie all'ampliamento dei temi trattati.
Dopo la metà del secolo, come si accennava, in
pieno risorgimento, nasceranno i primi grandi organi
di stampa.
La Nazione esce nel 1859, il Corriere della Sera nel
1876.
Tornando a parlare di giornalismo e giornali in una
panoramica più ampia, è questa anche la fase in cui si
sviluppa una nuova cultura della notizia come merce,
il cui unico parametro di riferimento inizia a
diventare il mercato…
Oltre a ciò, nella seconda metà dell’ottocento,
l’attività redazionale si specializza, abbandonando
definitivamente il suo carattere letterario per
assumere quello del giornalismo professionale.
L’espansione dei quotidiani popolari, che in poco
tempo raggiungono il milione di copie, deriva in
particolar modo dalla spregiudicatezza dei giornalisti
per i quali il telos professionale diventa lo
scoop, scovare cioè le notizie prima della
concorrenza per vendere un numero sempre più
consistente di copie.
Questo tipo di giornalismo si sublimerà poi nel corso
del novecento. Tra i suoi pionieri ci fu Joseph
Pulizer, che scriveva sul Saint Louis Post Dispatch e
che è ancora conosciuto ai nostri giorni per il più
ambito premio giornalistico.
Pensato dal giornalista americano, questo verrà
assegnato per la prima volta sei anni dopo la sua
morte, nel 1917.
Stava iniziando intanto in nuovo mondo, un nuovo
secolo.
Quel secolo breve che vedrà il giornalismo
entrare nella vita politica e nelle esistenze di
tutti, ancor più con la diffusione, nell’ordine, di
Radio, Televisione e Internet. |