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N. 90 - Giugno 2015 (CXXI)

I Corps of Discovery
La spedizione di Lewis e Clark

di Giovanni De Notaris

 

Quando il trattato di cessione della Louisiana agli Stati Uniti venne firmato con la Francia di Napoleone Bonaparte il 30 aprile 1803, il presidente Thomas Jefferson aveva già iniziato da un paio di anni a discutere, con il suo segretario personale Meriwether Lewis, di una spedizione che esplorasse il nordovest americano, alla ricerca di una via commerciale verso l’Oceano Pacifico, risalendo il fiume Missouri; il tutto motivato dalla passione di Jefferson per la conoscenza, oltre che dai suoi interessi scientifici.

 

È possibile che il trentenne Lewis, vecchio amico del presidente, fosse stato scelto come segretario personale, nel 1801, all’inizio del suo mandato, sia per la conoscenza dei territori occidentali degli Stati Uniti sia per la vita militare, da cui aveva appreso disciplina e organizzazione.

 

Capitano dell’esercito, Lewis aveva scelto la carriera militare come propulsore per i suoi interessi agricoli prima in Virginia e poi nella valle tra l’Ohio e il Kentucky.

 

Jefferson, intanto, mentre organizzava la spedizione con Lewis, cercava sostegno politico con il messaggio al Congresso del gennaio 1803, dove esprimeva la necessità di approfondire la conoscenza dei luoghi e dei popoli al di là del Mississippi, chiedendo di stanziare 2.500 dollari.

 

Il 28 febbraio 1803 il Congresso approvava il progetto della spedizione. Da quel momento Lewis cominciò a preparare materialmente la spedizione, recandosi dapprima all’arsenale di Harper’s Ferry, in Virginia, per procurasi le armi per la spedizione, poi addestrandosi all’uso di strumenti per la navigazione quali il sestante, il cronometro e le tavole per leggere le coordinate geografiche.

 

Fece tappa a Philadelfia, dove prese lezioni di botanica, oltre a rifornirsi nuovamente di vettovaglie e munizioni. Lesse anche il diario di viaggio dell’esploratore scozzese Sir Alexander Mackenzie, che una decina di anni prima aveva compiuto la traversata del Canada fino al Pacifico. Inoltre apprese che nel 1792 l’americano Robert Gray aveva scoperto la foce del fiume Columbia, deducendo che le sue sorgenti erano molto interne. La zona del Missouri, inoltre, era già battuta da anni da commercianti francesi.

L’idea, infatti, era che un viaggio fino alle sorgenti del Missouri avrebbe condotto la spedizione di fiume in fiume fino al Columbia. Da lì in poi la via per il Pacifico sarebbe stata aperta.

 

Nella prima metà di giugno poi Lewis lasciò Philadelfia per tornare a Washington dove scelse un compagno di viaggio alla guida della spedizione: William Clark, all’epoca trentaquattrenne.

 

Ex tenente dell’esercito, Clark aveva viaggiato lungo il Mississippi fino a Nathcez e aveva acquisito anche lui ottime conoscenze nei rilevamenti geografici e nella mappatura del territorio.

 

L’estate del 1803 trascorse quindi all’insegna della preparazione della spedizione. Già il 20 giugno 1802 però Jefferson aveva inviato una lettera a Lewis specificandogli le finalità del viaggio.

 

La spedizione aveva il fine di risalire il Missouri per individuarne gli affluenti, attraversare le Montagne Rocciose, e le vie per raggiungere il Pacifico, in maniera quanto più diretta possibile per favorire i commerci degli Stati Uniti, disegnando anche una mappa quanto più precisa possibile con le coordinate geografiche. Gli esploratori dovevano instaurare dei rapporti con le tribù indiane per possibili risvolti commerciali, studiandone inoltre usi e costumi. Dovevano poi documentare la fauna e la flora, ma soprattutto dovevano giungere lì prima degli inglesi.

 

Nell’autunno del 1803 furono reclutati gli uomini per la spedizione, e nel mese di dicembre si trasferirono tutti presso St. Louis, sul Wood River, sulla riva orientale del Mississippi, di fronte alla foce del fiume Missouri, da dove sarebbero poi salpati il 14 maggio del 1804 risalendo le acque del fiume verso nord.

 

La spedizione era composta da 9 pionieri del Kentucky, 14 marines, due marinai francesi, uno schiavo nero di Clark e l’interprete George Drouilliard. Il gruppo sarebbe stato poi scortato fino al territorio degli indiani Mandan da un ulteriore gruppo di uomini a mo’ di scorta armata; il tutto a bordo di una chiatta principale lunga 18 metri e due ampie canoe.

 

La spedizione venne incorporata nelle file dell’esercito americano come unità speciale, a cui il presidente diede il nome di “Corps of Discovery.”

 

La prima tappa del viaggio fu St. Charles, in Missouri. Subito dopo giunsero in un accampamento di indiani Kickapoo. Il 1 giugno gli esploratori raggiunsero poi l’Osage River che prende il nome dall’omonima tribù indiana che viveva nei pressi del fiume.

 

Il 21 luglio, continuando la risalita del Missouri, incontrarono indiani delle tribù Oto, Omaha e Missouri; il luogo dell’incontro fu ribattezzato “Council Bluff”, nell’odierno Iowa. Alla fine di agosto giunsero nella zona delle Grandi Praterie, sempre verso nord, mentre ci si avvicinava ai territori dei Sioux, popolo difficile da gestire per la sua frammentazione in diverse sottotribù.

 

Lewis e Clark decisero quindi di adottare un atteggiamento quanto più diplomatico possibile, facendo dei doni alla tribù dei Sioux Yankton.

 

Il 24 settembre incontrarono però i Sioux Teton, soprannominati “i pirati del Missouri” e lì, in un impeto di generosità e accondiscendenza, ne fecero salire alcuni sul battello principale della loro spedizione.

 

Sotto gli effetti degli alcolici, che gli americani stessi avevano loro offerto, gli indiani tentarono di trattenere a riva il battello, e solo dopo la minaccia armata degli esploratori essi lo lasciarono libero di navigare. Il problema era nato perché i Sioux Teton rivendicavano il diritto di chiedere tributi a tutti coloro che attraversavano le loro terre ma, dopo un accordo col capo Bufalo Nero, il 28 settembre, dopo un altro scambio forzato di doni, ripartirono senza aver potuto instaurare un rapporto proficuo con quella tribù.

 

Il 27 ottobre avrebbero poi incontrato, proseguendo verso nord, altre tribù: gli Arikara, i Mandan e gli Hidatsa. Con tutte vi fu un rapporto pacifico, tanto che gli esploratori poterono costruire nel loro territorio anche un forte, chiamato poi “Fort Mandan”, e trascorrere lì l’inverno. Il forte sarebbe poi divenuto punto di riferimento anche per le compagnie inglesi della North West Company e della Hudson’s Bay Company.

 

Il 7 aprile 1805 una parte del gruppo, guidata da Lewis e Clark, riprese il viaggio verso nord, mentre la scorta armata fu incaricata di ritornare col battello principale a St. Louis, con tutti i materiali raccolti. Il gruppo principale proseguì a bordo di due piroghe e sei canoe.

 

Prima di partire però i due esploratori avevano raccolto con loro nel villaggio Mandan un interprete franco-canadese Touissant Charbonneau e la moglie indiana Sacagawea, incinta.

 

Sacagawea avrebbe dimostrato, man mano che il viaggio proseguiva, delle straordinarie doti di mediatrice e di interprete; fu quindi un ottimo acquisto per il gruppo. L’indiana, peraltro, avvertì gli esploratori che giunti alla sorgente del Missouri avrebbero dovuto abbandonare le barche e affrontare le Montagne Rocciose con i cavalli.

 

Il 26 aprile il viaggio giunse poi nei pressi della foce del fiume Roche Jaune, che gli americani ribattezzarono “Yellowstone”, mentre i paesaggi venivano avvolti dalle foreste. Quando raggiunsero la confluenza tra il Missouri e un altro fiume, che Lewis ribatezzò “Maria’s River”, in onore di sua cugina, si chiesero quale fosse davvero il Missouri che sfociava poi nel Columbia River. Furono quindi costretti a dividersi: Lewis inforcò il ramo nord e Clark quello sud.

 

Il 4 giugno iniziò una prima esplorazione che si concluse dopo appena quattro giorni in un nulla di fatto. Dopo una seconda, a sud verso le Great Falls, scoprirono che quello era il vero Missouri. In lontananza si affacciavano infatti le Montagne Rocciose e ci volle un mese intero per percorrere 18 miglia per aggirare le Great Falls trasportando canoe e provviste.

 

Quando alla fine di luglio giunsero finalmente alle tre diramazioni del Missouri, ribattezzarono il ramo sudovest “Jefferson’s River” - il presidente -, il ramo centrale “Madison’s River” - il segretario di Stato -, e “Gallatin’s River” – il segretario del Tesoro -, il ramo sudest.

 

Dopo una breve esplorazione, il 30 luglio, inforcarono il Jefferson’s River. Da qui entrarono poi nel territorio degli indiani Shoshone a cui Lewis chiese un aiuto per attraversare le Montagne Rocciose prima dell’inverno e in cambio promise dei doni. Gli indiani dissero agli esploratori che l’affluente superiore del Columbia, oggi noto come Salmon, non era navigabile.

 

Il 29 agosto quindi il viaggio tra le Montagne Rocciose iniziò via terra durante un inverno lungo e rigido. Gli uomini della spedizione dovettero inoltre fare i conti con la scarsità di provviste, almeno fino ai primi di settembre quando giunsero nella calda valle del Bitterroot, nell’odierno Montana, dove incontrarono gli indiani Flathead. Si fermarono con loro una settimana circa e ribattezzarono il posto “Traveller’s Rest”.

 

Attraverso la pista oggi nota come “Lolo Trail” giunsero poi all’accampamento dei Nez Percé, che subito si mostrarono amici, aiutandoli a costruire altre canoe per discendere il Clearwater River fino allo Snake River, viaggio che durò dal 7 al 10 ottobre.

 

Il 16 ottobre giunsero finalmente al Columbia River. Ora navigando secondo corrente potevano procedere più rapidamente. Lungo il percorso incontrarono i Chinook con cui instaurarono buoni rapporti.

 

Il 7 novembre 1805 giunsero finalmente alla grande foce del Columbia dove incontrarono gli indiani Clatsop, poco concilianti, riuscendo comunque a costruire un forte, detto appunto “Fort Clatsop” e, dal mese di dicembre, cominciarono una ricognizione della zona descrivendo la vegetazione e la geografia.

 

Il 23 marzo del 1806 cominciò il viaggio di ritorno che, seppur inizialmente procedesse più spedito, subì un’interruzione il 10 maggio, quando gli esploratori dovettero fermarsi presso il villaggio dei Nez Percé a causa della neve che sulle Montagne Rocciose impediva loro di muoversi.

 

Il 10 giugno la spedizione ripartì con nuovi cavalli e notizie sulla vegetazione locale verso Bitterroot, con guide Nez Percé. Nel luglio del 1806 incontrarono poi i Blackfeet che procurarono danni alla spedizione e, dopo essere ripassati dal “Traveller’s Rest”, si divisero.

 

Mentre difatti un gruppo capeggiato da Clark era impegnato nella discesa dello Yellowstone verso sud, cercandone le sorgenti che si ricongiungevano più a valle con il Missouri, un altro gruppo, alla guida di Lewis, esplorava il Maria’s River ripercorrendo la stessa via dell’andata verso nord, tentando di raggiungere le Great Falls.

 

L’11 luglio Lewis era alle Great Falls, ma mentre ritornavano verso il Missouri incontrarono alcuni  Blackfeet e si accamparono con loro. All’alba un soldato scoprì che alcuni di loro avevano preso dei fucili. Dopo un rapido scontro a fuoco, con un indiano morto, ripresero il viaggio lungo il Missouri. L’11 agosto 1806 Lewis venne pure ferito da fuoco amico durante una battuta di caccia.

 

Il viaggio di Clark, al contrario, non aveva subito intoppi, anche nell’incontro con le popolazioni Flathead e Shoshone.

 

Il 12 agosto i due esploratori si rincontrarono alla congiunzione tra lo Yellowstone e il Missouri. Incontrarono due trapper che gli riferirono di faide tra diverse tribù, cosa che rese più difficile il ritorno a casa. Ripassarono allora dal villaggio Mandan, dove portarono con sé il capo Shahaka che voleva conoscere Jefferson, mentre Charbonneau e Sacagawea rimasero lì.

 

Lungo il tragitto incrociarono anche gli Arikara e gli Cheyenne, e attraversarono poi il territorio Sioux, senza ulteriori intoppi. Ora nel fiume c’era una maggiore presenza di uomini bianchi rispetto a quando erano partiti; persone che rimasero sbalordite nel rivedere gli esploratori perché li credevano ormai dispersi.

 

Dopo più di un mese dal Missouri passarono nel fiume Mississippi, e il 23 settembre 1806 giunsero a St. Louis, e poi verso Washington dove furono ricevuti da Jefferson.

Il presidente premiò i due esploratori, nominando Lewis governatore della Louisiana e Clark governatore del Missouri.

 

I diari della spedizione furono pubblicati però solo nel 1814 quando Lewis era già morto, nel 1809, tra l’altro in circostanze misteriose.

 

 

Riferimenti bibliografici

 

Dee Brown, Lungo le rive del Colorado, Mondadori, Milano 2002

Marco Sioli, Esplorando la nazione, Ombre Corte, Verona 2005

Tim Slessor, Non solo cowboy, Odoya, Bologna 2013



 

 

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