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N. 35 - Novembre 2010 (LXVI)

SPAZZATURA E RACCOLTA DIFFERENZIATA
solo un problema campano?

di Giovanna D’Arbitrio

 

Diversi anni fa davanti al nostro palazzo furono collocati grossi contenitori per la raccolta differenziata della spazzatura.

 

Da quei tempi fino ad oggi tutti i giorni continuiamo con costanza e buona volontà a versare in essi i nostri rifiuti separandoli accuratamente.

 

Lo facciamo in modo “puntiglioso” per dare il buon esempio come persone civili, anche se molti spesso ci prendono in giro dicendo: “Tanto quello che fate è inutile, poiché poi tutta l’immondizia finisce in blocco nelle discariche”.

 

Noi non ci vogliamo credere e, imperterriti, non cambiamo comportamento.

 

Anche nella nostra scuola apparvero grossi bidoni e noi docenti ci impegnammo con serietà ad insegnare agli alunni come effettuare “la differenziata”.

 

Così tra discussioni, dibattiti, lavori di gruppo, ricerche, visite guidate ad aziende operanti nel campo del riciclaggio, abbiamo cercato di dimostrare che la “spazzatura è ricchezza” se il problema viene affrontato nel modo giusto.

 

Abbiamo suggerito anche alcune soluzioni pratiche, come il ritorno alla vecchia borsa della spesa usata un tempo dai nonni (per evitare inutili ingombranti imballaggi e buste di plastica), riduzione di acquisti superflui dettati da un eccessivo consumismo, rispetto per le strade, evitando di sporcarle con cartacce e gomme masticanti, ecc. ecc.

 

Da molti anni nelle scuole, inoltre, vengono attuati progetti sul rispetto dell’ambiente, sui pericoli dell’inquinamento e i suoi danni a uomini, animali e piante.

 

I ragazzi sono molto sensibili a tali problemi, anche se spesso non lo dimostrano. Se vengono sollecitati ad esprimere con sincerità le loro opinioni, tuttavia, emergono dubbi e paure sul futuro che li attende.

 

Non mancano inoltre prove evidenti di ciò che accade: cambiamenti climatici, disastri naturali, incremento di tante malattie e così via.

 

Il problema dunque è di vasta portata e coinvolge tutto il nostro Pianeta, non solo i paesi più poveri nei quali purtroppo da tempo vengono scaricati tanti rifiuti tossici.

 

Perché allora il problema della spazzatura campana esplode di tanto in tanto in modo così particolare ed eclatante, se coinvolge in fondo tutto il Sud e gran parte della Terra?

 

Perché solo a Napoli la spazzatura arriva sulle strade e il mondo intero poi ci punta gli occhi addosso con disgusto e disapprovazione?

 

Dovremo dunque continuare ad aprire nuove discariche, magari in stupendi parchi naturali, piuttosto che fare “la differenziata”?

 

Sono in molti a chiederselo, anche perché oltre ai suddetti pericoli, i danni a turismo, attività economiche e commerciali sono enormi, soprattutto in un momento di crisi così grave.

 

Purtroppo molte persone che vivono per ora in zone più ordinate e pulite, pensano che il problema sia lontano e non si sentono sufficientemente coinvolte.

 

Ma ben presto i luoghi in cui scaricare rifiuti diminuiranno e, nolenti o volenti, dovranno tutti arrivare a soluzioni meno deleterie, prima che sia troppo tardi.

 

Le nuvole cariche di sostanze tossiche si spostano, non sono ferme solo sulla Campania, o su tanti paesi poveri , e così fanno le acque dei fiumi e dei mari che non sono certo stagnanti ed immobili, i prodotti della terra per effetto di un mercato globalizzato viaggiano da un paese all’altro e, esportati da zone altamente inquinate, arrivano ormai sulle tavole di tutti (ad esempio i pomodorini cinesi).

 

Chi non riesce ad avere una visione d’insieme su inquinamento e corretto smaltimento dei rifiuti, non capisce che il problema della Campania va inquadrato in un contesto più ampio ed affrontato con urgenza a livello nazionale e internazionale, per il bene dei nostri figli.


 

 

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