.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


.

turismo storico


N. 89 - Maggio 2015 (CXX)

Siracusa e Pantalica patrimonio dell’umanità
L’eccezionale testimonianza di una storia millenaria - PARTE I

di Federica Campanelli

 

«I siti e i monumenti che costituiscono l’insieme Siracusa/Necropoli di Pantalica costituiscono una raccolta unica, attraverso le epoche e nel medesimo spazio, di notevoli testimonianze delle culture mediterranee».

 

«Il complesso Siracusa/Necropoli di Pantalica offre, attraverso la sua straordinaria diversità culturale, un’eccezionale testimonianza dello sviluppo della civiltà nel corso di oltre tre millenni».

 

«L’insieme dei monumenti e dei siti archeologici situati a Siracusa – tra il centro di Ortigia e le vestigia dislocate in tutta l’area urbana – è il migliore esempio dell’eccezionale creazione architettonica che abbraccia diversi aspetti culturali (Greco, Romano e Barocco)».

 

«L’antica Siracusa è connessa a eventi, idee e produzione letteraria di universale notevole interesse».

 

Questi i criteri adottati nel 2005 dal comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (United Nations Educational Scientific and Cultural Organization) nel promuovere a Patrimonio dell’Umanità la città di Siracusa e il sito archeologico di Pantalica, nella Sicilia sud-orientale.

 

Allo stato attuale, i siti siciliani facenti parte del patrimonio materiale UNESCO sono sei. Oltre a Siracusa/Pantalica, si hanno: l’Area Archeologica di Agrigento (1997); la Villa Romana del Casale a Piazza Armerina (1997); le Isole Eolie (2000); le città barocche del Val di Noto (Noto, Palazzolo Acreide, Modica, Ragusa, Scicli, Catania, Militello Val di Catania, Caltagirone) (2002); il Monte Etna (2013).

 

Rispetto alla straordinaria varietà delle testimonianze storiche, culturali e sociali che la Sicilia conserva da millenni, l’elenco risulta alquanto modesto. Nel 2011 è stata finalmente avanzata la proposta di inserimento dei siti di Segesta, Selinunte e delle Cave di Cusa, nell’area del trapanese. Nel 2014 è stato inoltre candidato il sito seriale “Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale”, per via della sua straordinaria commistione di culture, stili e tradizioni, di derivazione bizantina, islamica e normanna.

 

Pantalica

 

Situato nella Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cavagrande, il sito racchiude molteplici testimonianze della civiltà preellenica dei Siculi che praticarono l’area iblea. Esso sorge su un altopiano circoscritto da due canyon (o cave) generati dallo scorrere del fiume Anapo a Sud, e del suo affluente Calcinara a Nord.

 

 

Le acque dell’Anapo sono tutt’ora convogliate nello storico acquedotto di Galermi, esempio di acquedotto greco realizzato tramite “calcinamento” (che consiste nella somministrazione di calore affinché la roccia calcare raggiunga una consistenza tale da facilitarne il taglio).

 

L’acquedotto fu costruito dal tiranno Gelone sfruttando la manovalanza cartaginese in seguito alla vittoria riportata dai siracusani nella Battaglia di Imera (480 a.C.) contro il punico Amilcare I. Complessivamente il sito occupa un’area di circa 200 ettari e conta oltre 5000 sepolture a “grotticella”, scavate nella roccia e suddivise in cinque nuclei:


- Necropoli Nord-Ovest (XIII-XI secolo a.C.);

- Necropoli Nord (XIII-XI secolo a.C.);

- Necropoli Nord-Est detta La Cavetta (IX-VIII secolo a.C.);

- Necropoli Sud (IX-VIII secolo a.C.);

- Necropoli Sud-Ovest, detta di Filiporto o Porta di Pantalica (IX-VIII secolo a.C.).

 

 

Rimangono, inoltre, le fondamenta dell’imponente Anaktoron o Palazzo del Principe (XIII-XII secolo a.C.), che gli storici rimandano per stile ai palazzi micenei.

 

La generale carenza di dati storici e archeologici relativi al periodo greco di Pantalica fece pensare, dapprima, a un “esodo” dei Siculi in risposta alla pressione greca. Verosimilmente l’area non fu mai abbandonata del tutto, ma di certo assunse un ruolo marginale con il sorgere e l’affermarsi delle città greche di Siracusa (fondata nel 734 a.C. dalla città-madre Corinto) e Megara Iblea (oggi Augusta, fondata dai megaresi nel 728 a.C.).

 

Il sito presenta anche testimonianze di insediamenti d’epoca bizantina. Trattasi di tre villaggi rupestri organizzati ognuno attorno a un piccolo edificio di culto, dove rimangono tracce di pittura parietale:

 

- il più vasto dei tre centri bizantini si trova a Sud-Ovest, con riferimento culturale e religioso nell’oratorio rupestre di San Micidiario;

- un secondo villaggio privo di denominazione specifica sorge a Sud, in esso è presente l’oratorio di San Nicolicchio;

- il villaggio La Cavetta (dal nome della necropoli sita in quel versante) è posto a Nord-Est e si sviluppa intorno alla chiesetta nota come Grotta del Crocifisso.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.