[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 154 / OTTOBRE 2020 (CLXXXV)


antica

AGATOCLE DI SIRACUSA, il "figlio del destino"

STORIA DI UN TIRANNO

di Guglielmo Montuori

 

La Magna Grecia (Μεγάλη Ελλάς), complesso delle colonie greche dell’Italia meridionale peninsulare sorte a partire dall’VIII sec a.C., diventa molto presto una vera potenza nella realtà geopolitica del Mediterraneo del tempo. Preliminarmente è necessario precisare che le nuove città-Stato si muoveranno sempre in ordine sparso e senza giungere mai a una vision politica unitaria; secondariamente, è opportuno sottolineare che il termine “colonia” non deve far pensare a un rapporto di subordinazione tra la nuova città fondata e la madrepatria, come accadrà con l’imperialismo europeo in epoca moderna, perché le poleis svolgeranno sempre un’attività politica autonoma.

 

Fra le poleis che esprimono tale vocazione, spostandoci peraltro nella Sicilia Greca, troviamo Siracusa, quella che Cicerone definisce la più grande delle città greche e la più bella di tutte le città; nota anche come Pentapoli per i suoi cinque quartieri, Siracusa svolgerà un ruolo di primo piano nel confronto militare dapprima con Cartagine e poi con Roma. Uno dei personaggi di spicco della politica siracusana è Agatocle, tiranno della città dal 317-316 a.C. e Basileus di Sicilia dal 307 a.C. circa.

 

Figlio di un fuoriuscito di Reggio stabilitosi a Siracusa, nasce con un’aura particolare: lo storico Diodoro lo definisce "figlio del destino", per tutta una serie di presagi che sembrano vedere in questo bambino, una volta cresciuto, il flagello di Cartagine. Agatocle divenne un valente oratore e dimostrò molto presto sia le sue capacità strategico-militari in qualità di ufficiale, sia la sua abilità diplomatica esplicitata attraverso un’accorta rete di alleanze e di matrimoni politici. Egli, infatti, fece sposare sua figlia Lanassa con Pirro, re dell’Epiro, e strinse rapporti con il faraone d’Egitto Tolomeo I Soter, sposando la figlia della regina Berenice I, Teossena, principessa adottiva del faraone, imparentandosi così con l’ultima dinastia di faraoni, la dinastia greca dei Tolomei.

 

Esiliato due volte dalla città aretusea, a causa degli scontri politici interni alla città, scontri nei quali egli divenne il capo dei democratici, fu dapprima "custode della pace" delle città del regno siracusano e poi si fece proclamare stratega autocratore. Publio Cornelio Scipione Africano il Maggiore, richiesto un giorno da amici chi fossero secondo lui i più grandi statisti che unissero saggezza e ardimento, rispose senza incertezza: “Agatocle e Dionisio, i siciliani”.

 

Personaggio dal multiforme ingegno, uomo dalla volontà ferrea e grande stratega nell’accezione più ampia del termine, Agatocle saprà opporsi ai Cartaginesi portando le ostilità sul suolo africano e assediando la loro stessa città. Gli eventi che seguirono si svolsero nell’arco di quattro anni, dal 310 al 307 a. C.. In quel momento, nessuno avrebbe potuto pensare che il conflitto, nato in terra siracusana, si sarebbe esteso al continente africano, mettendo in discussione equilibri secolari. Dopo avere eliminato i suoi nemici, il tiranno cerca di ingraziarsi il popolo distribuendo terre e ponendo fine alle persecuzioni politiche, tanto da apparire inizialmente come un difensore della democrazia.

 

Perseguendo intanto l’idea di riunire sotto il suo comando tutte le città greche della Sicilia, inizia una serie di guerre locali contro Messana, Gela e Agrigento che gli resistono con l’appoggio dei fuorusciti politici siracusani. Alla fine Agatocle ha ragione di Gela e Messana, ma non di Agrigento. Chiamati al contempo dagli esuli siracusani, i Cartaginesi inviano contro Agatocle una poderosa armata al comando di Amilcare, figlio di Giscone; Agatocle non può che trincerarsi nella città di Gela, dove, poco prima, ha mandato a morte 4000 cittadini rei di tradimento. La volontà di potenza di Agatocle è al culmine. Amilcare, però, quasi ignorando quella sorta di campo trincerato che è appunto Gela, si muove verso oriente conquistando senza colpo ferire Leontini, Càtana, Tauromenio e Messana.

 

Siracusa, a questo punto, è gravemente minacciata e sembra destinata alla più catastrofica delle capitolazioni. Agatocle, tuttavia, non dispera: sovvertendo le usuali strategie del tempo ed eludendo la sorveglianza cartaginese, al comando di una flotta di 60 navi e di 15.000 soldati, sbarca in Africa, dove punta direttamente contro Cartagine. I Cartaginesi reagiscono prontamente: raccolti alla meglio 40.000 uomini comandati da Bomilcare e Annone, affrontano Agatocle che esce vittorioso dallo scontro. Per Cartagine adesso la situazione è critica, con i Siracusani in patria; i loro alleati Libifenici, Libi e Numidi passano dalla parte di Siracusa, mentre Agatocle continua a mietere vittorie.

 

I suoi successi africani rincuorano i difensori di Siracusa guidati da Antandro, fratello di Agatocle. In un cruento scontro, le milizie siracusane sgominano quelle cartaginesi, uccidendo Amilcare, il loro condottiero. In Africa, nel frattempo, la marcia vittoriosa di Agatocle è rallentata dalle defezioni degli alleati; ha, a portata di mano, Cartagine ma non può bloccarla dal mare per mancanza di navi. Opera allora una manovra diversiva contro le città fortificate della costa e contro Utica, costringendole alla resa. Adesso Agatocle, però, deve interrompere l’avventura africana per precipitarsi in Sicilia, dove, approfittando dell’assenza del tiranno nell’isola, è sorto un movimento nazionale e autonomistico contro i Punici e i Siracusani, capeggiato da Agrigento.

 

Quando Agatocle rientra in Sicilia, la situazione è migliorata: il movimento è già contenuto e controllato e i suoi capi sono stati sconfitti. Agatocle ritorna in Africa con l’intento di piegare Cartagine: qui ha l’amara sorpresa di vedere la sua potenza dissolta e disfatta. I suoi soldati, senza la sua guida, pur comandati da suo figlio Arcagato, si sono lasciati battere più volte dai Cartaginesi; Agatocle decide di rientrare in Sicilia per sostenere l’ultima battaglia contro Dinocrate, il capo dei fuoriusciti siracusani. Vince ancora una volta e riuscirà a ridurre in suo potere con l’aiuto dello stesso Dinocrate, passato nel frattempo dalla sua parte, tutte le città greche, tranne l’irriducibile Agrigento.

 

Muore di malattia nel 289 a.C. quando si accingeva a preparare una seconda spedizione in Africa contro Cartagine; a tal fine, aveva attuato imponenti preparativi, allestendo una flotta di 200 navi. Prima di morire, Agatocle decide di restaurare la democrazia nominando suo erede il popolo siracusano. Il governo agatocleo fu sempre dominato da una strategia alternante momenti di tranquillità e prudenza a momenti di aggressione: come hanno evidenziato gli storici moderni, questa linea politica gli consentiva spesso non soltanto di contenere gli avversari, ma anche di disorientarli, depotenziandone progetti e iniziative.

 

Con Agatocle sparisce un uomo che non conobbe ostacoli nella sua azione politico-militare, sia contro le città siceliote, sempre in contesa tra di loro, sia contro Cartagine, fondando un forte impero che riuscì a contrastare la politica espansionistica dei Cartaginesi, obbligandoli a ridisegnare i loro progetti di conquista e la loro vocazione all’imperialismo. Da ultimo, non è da dimenticare che Agatocle per primo, a seguito dell’audace campagna d’Africa che presenta connotazioni che ci richiamano l’epopea di Alessandro Magno, assume in Sicilia il titolo regale e adotta modelli comportamentali che, ispirati alla condotta dei Diadochi del tempo, rafforzano il prestigio internazionale del Basileus.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]