N. 55 - Luglio 2012
(LXXXVI)
le origini del sindacalismo statunitense
LA GRANDE DEPRESSIONE - parte II
di Christian Vannozzi
Nel
corso
della
campagna
elettorale
del
1928,
Hoover
aveva
promesso
l’imminente
scomparsa
della
povertà.
Ma
gli
eventi
non
furono
benevoli
con
lui,
distruggendo
la
sua
fama
di
abile
economista
e di
persona
ricca
di
sentimenti
umanitari.
Nonostante
ciò,
Hoover
si
mosse
abilmente
durante
la
crisi.
Ottenne
un
impegno
dagli
imprenditori
perché
mantenessero
inalterati
i
salari
ed
evitassero
i
licenziamenti,
bloccò
i
programmi
di
spesa
federali
per
strade,
ponti
ed
edifici
pubblici,
e
cercò
di
stabilizzare
il
prezzo
del
grano
e i
prodotti
di
prima
necessità.
Hoover
però
non
riteneva
che
l’intervento
del
governo
federale
fosse
la
strada
migliore
per
risollevarsi
dalla
crisi,
nell’ottica
presidenziale,
toccava
agli
organismi
municipali
e
statali
combattere
la
disoccupazione.
Nel
giro
di
pochi
mesi
però,
le
strutture
municipali
e
statali,
si
dimostrarono
inadeguate
a
respingere
la
crisi.
Nel
1932,
la
presidenza
passò
in
mano
ai
democratici,
con
F.
D.
Roosevelt,
che
si
impegnò
a
dare
un
New
Deal
(
nuovo
corso
),
per
superare
la
crisi
americana.
L’
AAA
(a
agricolture
adjustment
act)
del
1933
cercò
di
sostenere
il
livello
dei
prezzi
agricoli,
tenendo
sotto
controllo
la
produzione,
e il
National
Industrial
Recovery
Act
del
1933,
mirava
ad
armonizzare
la
pianificazione
governativa
con
quelle
imprenditoriali,
allo
scopo
di
stabilizzare
i
prezzi,
favorire
il
rientro
al
lavoro
dei
disoccupati,
e
migliorare
le
condizioni
di
lavoro.
La
sezione
7
della
legge,
garantiva
il
diritto
alla
contrattazione
collettiva.
Molti
datori
di
lavoro,
non
erano
però
d’accordo
con
la
sezione
7
del
NRA
che
favoriva
la
sindacalizzazione.
Nel
1935,
la
corte
suprema,
giudicò
incostituzionale
la
NRA,
senza
suscitare
forti
opposizioni.
Nel
Luglio
1935,
il
congresso,
approvò
la
riforma
più
innovativa
dell’epoca
di
Roosevelt,
Il
National
Labor
Relations
Act.
Frutto
del
lavoro
del
senatore
Robert
Wagner,
che
sostituì
la
NRA.
La
nuova
legge,
comunemente
chiamata
Wagner
Act,
chiarì
che
il
governo
appoggiava
in
concreto
e
senza
riserve,
il
diritto
dei
lavoratori
ad
associarsi
in
sindacato.
Ciò
nonostante,
le
tensioni
tra
lavoratori
e
datori
di
lavoro,
riesposero
nel
1937-38.
Gli
anni
’30,
avevano
visto
uno
spettacolare
progresso
del
sindacato.
Il
Norris-La
Guardia
Act
nel
1032,
aveva
limitato
il
potere
dei
tribunali
federali
in
materia
di
ingiunzioni
riguardanti
i
conflitti
di
lavoro,
il
NRA
e il
Wagner
Act,
avevano
contribuito
a
creare
un’atmosfera
favorevole
al
sindacato.
Il
numero
degli
iscritti
al
sindacato,
salì
da
poco
più
di 2
milioni
nel
1933
a
nove
milioni
nel
1938.
Ma
nel
1935,
un
piccolo
gruppo
di
sindacalisti
delusi,
lasciò
L’AFL
per
costituire
il
Cio
(Commitee
on
Industrial
Organization),
allo
scopo
di
organizzare
tutti
i
lavoratori
di
una
determinata
industria
in
un
unico
sindacato.
L’attività
più
radicale
del
CIO,
suscitò
una
decisa
reazione
dei
datori
di
lavoro
che
fecero
ricorso
al
crumiraggio
e ad
agenti
privati
ben
armati.
In
occasione
del
così
denominato
“massacro
del
Memorial
Day”,
il
30
amggio
1937,
la
polizia
municipale,
che
appoggiava
i
datori
di
lavoro,
si
scontrò
con
500
scioperanti
che
picchettavano
gli
impianti
siderurgici
della
Republic
Steel
Company,
uccidendone
10 e
ferendone
75.
Ciò
nonostante,
il
sindacato,
e il
CIO
in
particolare,
riuscì
a
farsi
riconoscere
da
numerose
industrie,
grazie
anche
alla
benevolenza
del
presidente
Roosevelt,
che
non
appoggiò
mai
azioni
coercitive
federali
contro
i
manifestanti,
ne
per
mezzo
della
forza
pubblica
federale,
ne
per
mezzo
di
decreti
legislativi.