N. 98 - Febbraio 2016
(CXXIX)
I
SILENZI
DELLA
STORIA
LO
STERMINIO
DEI
MIGRANTI
NEL
MEDITERRANEO
di
Simona
Caltabiano
Il
mare
che
ha
ispirato
poeti
e
navigatori,
flusso
perpetuo
di
anime
e
culture,
ormai
è
ridotto
a
letto
di
morte
per
corpi
a
cui
è
stato
tolto
anche
l’ultimo
diritto
di
essere
umani,
avere
degna
sepoltura.
In
quel
mare
a
galleggiare
senza
vita
non
ci
sono
solo
le
vittime
di
quest’atroce
ecatombe,
ma
c’è
anche
la
nostra
indignazione
di
essere
umani,
la
nostra
capacità
di
discernere
il
bene
dal
male.
Nel
Mediterraneo
si
sta
consumando
uno
sterminio
quotidiano,
che
poco
ha
di
diverso
rispetto
a
quello
che
Hitler
ha
perpetrato
nei
confronti
degli
ebrei.
I
mandanti
stavolta
siamo
noi.
Noi
paesi
civilizzati
la
cui
coscienza
è
stata
anestetizzata
dal
continuo
bombardamento
mediatico
di
numeri
e
cifre
fredde
come
i
corpi
senza
vita
di
quelli
che
sono
stati
padri,
madri
e
bambini
come
noi,
ma
non
in
modo
uguale
a
noi.
L’acqua
di
quel
mare
non
riuscirà
a
lavare
le
nostre
coscienze
che
in
questi
giorni
gridano
ma
che
noi
chiusi
nel
nostro
egoismo
e
nella
nostra
corsa
estenuante
verso
l’effimero
non
riusciamo
a
sentire.
Dov’è
morta
la
nostra
indignazione
forse
alla
Diaz
durante
il
G8 o
nella
terra
dei
fuochi
o
ancora
di
fronte
allo
spettacolo
indegno
a
cui
i
nostri
politici
in
questi
anni
ci
hanno
abituato.
La
finta
solidarietà
a
uso
e
consumo
dei
social
e il
razzismo
strumentalizzato
da
una
certa
politica
sono
due
facce
della
stessa
medaglia.
Ma
l’immobilismo
inspiegabile
dell’Unione
Europea
e
della
Comunità
Internazionale
è un
crimine
contro
l’umanità.
La
storia
ci
insegna
che
la
reticenza
politica
ha
sempre
azionato
circuiti
viziosi
molto
pericolosi.
La
Conferenza
di
Monaco,
a
cui
nel
1938
hanno
partecipato
Gran
Bretagna,
Italia,
Francia
ha
legittimato
l’annessione
della
Cecoslovacchia
alla
Germania
nazista,
da
cui
poi
sarebbe
derivato
lo
scoppio
della
Seconda
Guerra
Mondiale.
In
alcune
circostanze
l’indignazione
è
stata
strumentalizzata
da
palesi
interessi
economici,
come
nel
1991
quando
l’Iraq
di
Saddam
invase
il
piccolo
Emirato
del
Kuwait.
All’ombra
del
silenzio
della
Comunità
Internazionale
si
sono
compiuti
e
continuano
a
compiersi
atroci
stragi
di
innocenti,
molte
delle
quali
non
troveranno
spazio
sulle
pagine
dei
libri.
Per
questi
figli
di
un
dio
minore
non
ci
sarà
nessun
processo
di
Norimberga.
Nessuno
pagherà
per
aver
taciuto
in
una
società
dove
la
linea
di
confine
tra
ciò
che
giusto
e
ciò
che
è
sbagliato
diventa
sempre
più
labile.
Le
vere
vittime
di
questa
tragedia
hanno
i
volti
di
quei
corpi
e
anche
dei
nostri
figli
a
cui
stiamo
trasmettendo
una
società
senza
speranza,
cinica
e
incapace
di
indignarsi
di
fronte
alle
atrocità
perpetrate
verso
altri
essere
umani.
Il
Mediterraneo
come
una
grande
madre
sarà
la
tomba
che
ospiterà
questi
morti,
la
culla
dove
i
bambini
continueranno
a
dormire
e il
rumore
delle
onde
sarà
la
ninna
nanna
che
le
loro
madri
non
potranno
più
cantare.