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attualità


N. 36 - Dicembre 2010 (LXVII)

scuola digitale
sul registro elettronico

di Giovanna D’Arbitrio

 

Con la nuova riforma scolastica arriva nelle scuole anche il registro elettronico, già in uso in diversi istituti a livello sperimentale. Celerità, maggiore efficienza, risparmio, trasparenza, cooperazione sono i vantaggi sbandierati per convincere docenti, genitori e alunni sull’utilità di adottare le nuove tecnologie digitali che sostituiranno anche nelle segreterie documenti cartacei, raccoglitori d’archivio, timbri e quant’altro.


Voti, giudizi, presenze e assenze degli alunni viaggeranno in rete col registro elettronico, una sorta di “grande Fratello” di orwelliana memoria, che informerà i genitori tempestivamente su risultati scolastici e comportamenti dei figli: scrutini, certificati, scambi di dati tra le varie scuole, saranno online.


Nell’ambito del Sistema Pubblico di Connettività i dati saranno resi accessibili a soggetti pubblici addetti a compiti istituzionali, con diritto quindi all’accesso e invio di documenti, a effettuare pagamenti, a ottenere moduli e formulari aggiornati, posta elettronica certificata, firma digitale ecc...

 

I progressi tecnologici digitali, insomma, possono offrire al cittadino una pubblica amministrazione più efficiente e produttiva e, pertanto, sembra logico introdurre tali strumenti anche nelle scuole che potranno raccogliere tutti i dati relativi ad alunni (e insegnanti) in fascicoli elettronici comunicando alle famiglie e agli utenti interessati come accedervi, secondo la legge L.241/90 sulla trasparenza.


Pare che la “privacy” sia garantita all’interno di un vero e proprio Codice dell’Amministrazione Digitale, una sorta di Costituzione con diversi articoli su diritti e doveri.

 

E qui cominciano i dubbi, poiché questa valanga di dati comunque finisce in un database e, come ormai tutti sanno, per hackers ed esperti in materia nessuna password o sistema criptato può rappresentare un ostacolo insormontabile. Oggi poi i giovani ne sanno più degli adulti in tal campo. Basti pensare all’inventore di Facebook, Mark Zuckerberg.


Con una certa apprensione ci chiediamo quindi cosa avverrà a quei ragazzi che hanno gravi problemi a livello fisico e psichico, come portatori di handicap, caratteriali e svantaggiati dei quartieri a rischio, alunni che di solito non fanno registrare risultati scolastici brillanti.

Cosa ne sarà di tali dati quando questi giovani dovranno inserirsi nel mondo del lavoro?

 

E cosa accadrà anche a tutti i ragazzi che oggi non sono bravi a scuola, ma che potrebbero evidenziare notevoli progressi o altre capacità dopo aver concluso i loro studi? Se Einstein, alunno mediocre, fosse nato in quest’epoca, sarebbe diventato un grande scienziato comunque, o sarebbe stato bloccato dai suoi scarsi risultati scolastici inseriti in un computer?

 

Come sarà gestito il curriculum di ogni alunno e da chi? Questo è un importante punto che deve essere chiarito.

 

Il sistema digitale potrebbe forse essere uno strumento valido solo se limitato a normali operazioni amministrative, non certo esteso a informazioni che potrebbero ledere alunni e famiglie.


Un altro serio dubbio ci viene quando pensiamo ai costi di registri e lavagne di tipo elettronico in un momento di crisi con consequenziali tagli sul personale, problemi di ogni genere in scuole fatiscenti dove mancano talvolta banchi e sedie, classi sovraffollate per mancanza di aule e di nuovi edifici scolastici.


Ci dispiace infine che ancora una volta i rapporti umani vengano sacrificati in nome dell’efficienza e della celerità. Possibile che un genitore non abbia qualche ora di tempo da dedicare a suo figlio per parlare con gli insegnanti? Stabilire un rapporto scuola-famiglia dovrebbe essere un prioritario obiettivo educativo proprio per la “crescita spirituale”, non solo “scolastica”, dei ragazzi che sono persone, non macchine controllabili con altre macchine.

 

Una guida affettuosa, non un controllo “poliziesco” serve ai giovani, soprattutto oggi, in un mondo privo di punti di riferimento. I più vulnerabili sono proprio i ragazzi che non si sentono amati e in tal caso non basteranno certo i registri elettronici!


A questo punto sento il dovere di ringraziare tutti i genitori dei miei alunni che con me hanno dialogato a lungo per il bene dei loro figli. Talvolta è bastata una breve nota sul diario personale di un alunno (pretendendo la firma della mamma o del papà) oppure una breve telefonata per informare le famiglie e… la privacy su tanti delicati problemi è stata sempre salvaguardata.

 

Quanti alunni “difficili” oggi sono bravi professionisti, abili operai o impiegati in Italia e all’etero, malgrado la crisi attuale?

Tanti.


I progressi della scienza e della tecnica sono importanti per l’Umanità, ma devono essere al suo servizio, non renderla schiava.


 

 

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