[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

181 / GENNAIO 2023 (CCXII)


filosofia & religione

LO SCISMA D'OCCIDENTE

QUANDO LA CRISTIANITÀ EBBE DUE PAPI

di Francesco Biscardi

 

La recente scomparsa di Benedetto XVI ha posto termine a quella particolare situazione di due papi viventi venutasi a creare in seguito alle sue dimissioni nel 2013. La contemporanea presenza di un pontefice esercente a pieno le sue funzioni e di uno come “emerito” ha creato un unicum nella storia della Chiesa. Per quanto singolare, questa vicenda può riportare alla mente un determinato periodo storico in cui la Cristianità si trovò, per oltre quarant’anni, divisa nella fedeltà a due pontefici: quello susseguito al grande Scisma d’Occidente del 1378.

Bisogna risalire agli inizi del XIV secolo per scorgere le origini di questa lacerazione: nel 1303 era morto Bonifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani, uno dei più energici sostenitori della supremazia pontificia, il quale, con la bolla Unam sanctam, riscrisse l’intera gerarchia dei poteri, ponendo al vertice il papa, e indisse, nel 1300, il primo giubileo della storia.

A provocare la sua rovina fu la contesa che lo vide contrapposto al re di Francia Filippo IV “il Bello”. Questi si era impegnato in una complessiva riorganizzazione fiscale dello stato francese e, a tal fine, aveva sottoposto a tassazione anche il clero, in precedenza esente, senza darne informazione alla Santa Sede. Il papa vide il gesto come un’ingerenza nell’autonomia della Chiesa. Il sovrano rispose con una campagna di discredito nei confronti di Bonifacio e si accordò con una delle principali famiglie avverse ai Caetani, i Colonna, per una spedizione atta a rapirlo mentre si trovava ad Anagni, nel 1303, e tradurlo dinanzi a una corte francese incaricata di processarlo per lesa maestà. Sebbene una sollevazione di popolo consentì al pontefice di tornare a Roma, l’anziano prelato morì di lì a poco.

Dopo un brevissimo pontificato di Benedetto XI, il successivo conclave non si tenne a Roma (per il pericolo di proteste e per le eccessive invadenze delle famiglie magnatizie romane), ma a Perugia. Ci vollero undici mesi per sbrigare la matassa: l’ardua scelta era fra un esponente gradito al re di Francia e uno che potesse raccogliere l’eredità di Bonifacio. La scelta alla fine ricadde sull’arcivescovo di Bordeaux, Bertrand de Got, che ascese al soglio pontificio con il nome di Clemente V, il quale, nel 1309, ritenendo di non essere abbastanza al sicuro in Italia, decretò il trasferimento della curia ad Avignone, dove rimarrà fino al 1378.

Quello avignonese è stato ritenuto per molto tempo come un periodo totalmente negativo, una “parentesi” in cui i papi furono sottoposti a uno stretto controllo della monarchia francese. Si è parlato pertanto di “cattività avignonese”, di “prigionia” papale ad Avignone. In tempi recenti la storiografia ha parzialmente rivisto questa visione estrema, sottolineando come in questo lasso di tempo fu perfezionata in senso statale l’organizzazione della curia, libera dai conflitti fra le principali famiglie baronali romano-laziali: fu intensificata l’attività finanziaria di banchieri italiani ed europei, furono riviste alcune autonomie spettanti alle chiese locali, i pontefici acquisirono più controllo dei benefici, furono perfezionati organi centrali come il Concistoro e la Tesoreria Apostolica.

Certo il venire meno della sede lateranense comportò, a Roma, una contrazione del lavoro che vi ruotava attorno, per cui il danno economico per la capitale fu enorme. A ciò si aggiungeva il vuoto “morale” che sentivano i cristiani, in particolar modo romani e laziali, a vivere e a sapere di una città senza papa; si parlò di una Roma vidua, una “Roma vedova”.

Nel 1367 fu Urbano V il primo papa a fare una temporanea ricomparsa a Roma, ma riprese presto la via di Avignone, accampando la scusa di doversi mettere al riparo dalla imperversante malaria nel Lazio. Bisognò attendere Gregorio XI nel 1378 per il definitivo ritorno. Probabilmente neanche quest’ultimo era così entusiasta all’idea di dimorare nella città eterna, ma il precipitare della situazione conflittuale italiana lasciò poco margine di scelta: varie rivolte imperversavano nelle regioni pontificie, alimentate dalle principali potenze signorili della penisola miranti a estendere la loro egemonia su queste terre; con Firenze si arrivò anche al conflitto diretto, in quella che viene ricordata come “guerra degli Otto Santi”.

Gregorio morì nello stesso 1378. Il 7 aprile si svolse l’elezione in un clima di notevoli tensioni. Dietro le minacce, prima delle milizie e delle regioni cittadine di Roma e poi della folla radunatasi davanti a San Pietro, fu richiesta la nomina di un candidato romano o almeno italiano: «Romano, romano lo volemo lo papa, o almanco italiano», si racconta che urlasse il popolo. Dopo ampia discussione, la maggior parte dei cardinali convenne sull’arcivescovo di Bari, Bartolomeo Prignani.

Tuttavia la popolazione, istigata forse dai membri delle più importanti famiglie della capitale, tumultuò assalendo il palazzo e pretendendo l’elezione di un romano. I cardinali, intimoriti, intronizzarono allora un altro candidato, Francesco de’ Tebaldeschi, e in molti si diedero alla fuga. Dietro richiesta del Prignani, attenuatesi le proteste, accettarono di tornare per risolvere la crisi e lo riconobbero in Summum Pontificem con il nome di Urbano VI.

Tuttavia quest’ultimo non ci mise molto a inimicarsi i suoi stessi elettori: parlava troppo e, sconsideratamente, si arrogava diritti di deposizione a proprio arbitrio, vantandosi per giunta di essere stato scelto dallo Spirito Santo.

In estate si giunse al punto di rottura: gran parte dei cardinali si riunì ad Anagni, inviò un delegato al neo pontefice che si trovava a Tivoli con il messaggio che la sua elezione era avvenuta in un clima di intimidazioni, necessitante di un nuovo concilio per la conferma. Falliti alcuni tentativi di mediazione operati da cardinali italiani, il 20 luglio quelli francesi dichiarano non valida la nomina.

Sotto la protezione della regina Giovanna dimorarono a Napoli, dove furono raggiunti dal resto del collegio cardinalizio. Radunatisi a Fondi procedettero all’elezione di un nuovo papa nella persona di Roberto di Ginevra, ex comandante delle truppe pontificie nella guerra degli Otto Santi, il quale assunse il nome di Clemente VII e si ritrasferì ad Avignone. I due pontefici si scomunicarono a vicenda e la loro competizione produsse una grave spaccatura all’interno dell’intera società cristiana, da questo momento divisa nella lealtà a uno dei due, spesso per ragioni antagoniste, in una trama piuttosto labile.

Fra i grandi regni, Savoia, Scozia, Spagna, Napoli e Francia riconobbero il pontefice avignonese, mentre Portogallo, Inghilterra, Fiandre, Germania e Ungheria appoggiarono quello di Roma. La crisi rinfocolò le polemiche sull’intera configurazione della chiesa cattolica e contribuì a rafforzarele tesi di chi condannava la “monarchia” papale, suggerendo che il governo ecclesiastico dovesse essere riposto nel collegio cardinalizio, secondo un modello “oligarchico”, o nel più ampio consesso del concilio.

La crisi morale oltre che politica fu enorme: si divisero molti grandi Ordini, come i cistercensi, che ora ebbero due direzioni, e a entrambi i papi furono inoltrate richieste di zelanti aspiranti alle prebende. Capitarono anche casi di cardinali che passarono da una fazione all’altra in puro voltagabbanismo; l’esempio più noto fu quello di Pileo da Prata, fatto cardinale da Urbano VI, passato all’obbedienza avignonese, poi tornato a quella romana nel 1391, per questo ribattezzato “cardinale con i tre cappelli”.

Pensiamo inoltre all’impatto emotivo che la scissione ebbe sui fedeli, frastornati e confusi da questa situazione. Inoltre, il perdurare dello scisma non poté che aumentare l’incertezza sulla missione del papato e della stessa chiesa, nonché della validità di sacramenti e consacrazioni, dal momento che i successori di Urbano VI e Clemente VII (rispettivamente Bonifacio IX, Innocenzo VII e Gregorio XII per il primo e Benedetto XIII per il secondo) restarono convinti della loro legittimità e non presero in considerazione l’abdicazione.

Alla fine i cardinali capirono come l’unico modo per sanare la frattura fosse di riunire un concilio generale. L’assemblea, riunitasi a Pisa nel 1409, procedette all’elezione di un nuovo pontefice nella persona di Alessandro V, al secolo Pietro Filargo, ma sia l’avignonese Benedetto XIII che il romano Gregorio XII rifiutarono di farsi da parte, con il solo paradossale risultato della contemporanea presenza di tre papi.

Alessandro morì dopo un solo anno di pontificato; il suo successore, Giovanni XXIII convinse il re tedesco Sigismondo a convocare un nuovo sinodo generale. Il 5 novembre del 1414 si riunì a Costanza l’ennesimo concilio a cui parteciparono due dei tre pontefici (Gregorio si fece rappresentare da un legato e si dichiarò pronto a rinunciare alla sua carica purché gli altri facessero altrettanto). Dopo accese discussioni fu proclamato solennemente il principio che il potere non risiedeva nella figura del papa, “monarca”, ma nella Chiesa impersonata dal concilio generale (principio cardine dell’allora nascente dottrina conciliarista); il pontefice, si concludeva, era solo un “funzionario”, sebbene il più importante di tutti.

Nel 1417, acquisite le dimissioni di Gregorio, i cardinali deposero d’autorità gli altri due e procedettero all’elezione di Ottone Colonna, che prese il nome di Martino V, con il quale la sede apostolica tornò stabilmente a Roma. Si chiudeva così lo Scisma d’Occidente, uno dei periodi di maggiore crisi e di più bassa credibilità di tutta la storia papale.


Riferimenti bibliografici:


Azzara C., Il papato nel Medioevo, Il Mulino, Bologna 2006.
Landi A., Il papa deposto (Pisa 1409). L’idea conciliare nel Grande Scisma, Claudiana, Torino 1985.
Schimmelpfenning B., Il papato. Antichità, medioevo, rinascimento, trad. it. di Paciocco R., RCS MediaGroup, Milano 2021.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]