SCHEDE PERFORATE e conteggi
dell'olocausto
COLLUSIONI INDUSTRIALI
di
Simone Barcelli
L’IBM, International
Business Machines Corporation, è
nata nel 1924 dall’inventiva di
Herman Hollerith, un ingegnere che
già nel 1896 aveva creato
Tabulating Machine Company, la
prima azienda d’informatica della
storia.
Hollerith aveva infatti creato un
innovativo metodo di elaborazione
delle schede di rilevazione per
snellire le procedure di raccolta e
sistemazione dei dati concernenti il
censimento della popolazione
statunitense nel 1890.
Pietro Nastasi, docente di Storia
della Matematica all’Università di
Palermo, ammette che quello
escogitato da Hollerith diventerà
«il sistema fondamentale per
l’organizzazione delle informazioni
e quindi per la nascita dei primi
computer». La politica dell’IBM, che
verteva sostanzialmente sul noleggio
dei suoi macchinari, permise
all’azienda di espandersi
rapidamente in giro per il mondo,
aprendo succursali dappertutto. In
Germania approdò negli anni Venti,
con la Deutsche Hollerith
Maschinen Gesellschaft (Dehomag)
di Willy Heidinger, che disponeva di
una licenza rilasciata dalla casa
madre. La crisi inflazionistica del
1922 portò all’intervento diretto
del presidente dell’IBM, Thomas John
Watson, che condonando i debiti
accumulati dalla Dehomag, acquisì il
90% del pacchetto azionario. Fu un
affare, nel vero senso della parola,
perché la filiale tedesca realizzava
già all’epoca buona parte del
fatturato globale.
Le competenze e le apparecchiature
automatizzate della Dehomag, furono
utilizzate ufficialmente per il
censimento della popolazione negli
anni 1933-1934, ma in realtà
fornirono a Hitler una prima
mappatura della popolazione di
origine ebraica. La tecnologia messa
a disposizione dal colosso americano
servì poi per velocizzare il
processo di ricerca di milioni di
ebrei e ottimizzarne la
catalogazione in schede perforate,
inserite in basi di dati. All’epoca
il direttore di Dehomag era Hermann
Rottke, che riscuoteva il plauso del
presidente della sede madre dell’IBM
a New York Thomas John Watson Sr.,
per gli affari che andavano davvero
a gonfie vele: gli enormi profitti
conseguiti con il noleggio degli
apparati, dopo essere transitati in
una banca di Ginevra, rimpinguavano
sempre più le casse statunitensi.
Per venire incontro alle esigenze
delle SS, fu necessario inaugurare a
Varsavia la Watson Business
Machines, una consociata IBM che
si occupava di ottimizzare la
deportazione ferroviaria degli ebrei
nei campi di concentramento della
Polonia. Anche la Dehomag, dopo
l’inizio del conflitto, espanderà la
propria rete di filiali, inaugurando
nuove sedi in Austria, Polonia,
Cecoslovacchia, Olanda e Francia.
«Fu proprio grazie a quella piccola
scheda perforata facilmente
utilizzabile e leggerissima»,
suggerisce Nastasi, che «il Reich fu
in grado di organizzare con
precisione assoluta e senza
dispendio di energie il censimento
delle proprie vittime».
Nel giugno 1937 anche Watson (come i
connazionali Ford, Mooney, Lindbergh
e Prescott Bush), che si recava
spesso in Germania per soprintendere
alle operazioni della Dehomag, fu
premiato da Hitler con
l’onorificenza del Terzo Reich
destinata ai cittadini stranieri,
cioè la Gran Croce del Supremo
Ordine dell’Aquila Tedesca. Dopo
l’entrata in guerra degli Stati
Uniti, il presidente di IBM restituì
la medaglia (e non poteva fare
diversamente, essendo fra l’altro
anche buon amico del presidente
Roosevelt), con grande indignazione
della consociata Dehomag, che
comunque dal 1941 proseguirà la
stretta collaborazione allacciata
con il Nazismo, che a quel punto ne
prese pure le redini.
Il consapevole coinvolgimento
dell’IBM e del suo presidente con la
Germania del Führer e soprattutto
con l’Olocausto, è il tema del libro
IBM and the Holocaust: The
Strategic Alliance Between Nazi
Germany and America’s Most Powerful
Corporation del giornalista
investigativo Edwin Black, che
ricostruisce in maniera dettagliata
e documentata le attività della
sussidiaria tedesca Dehomag. La
tecnologia fornita da IBM alla
Germania è stata fra l’altro
utilizzata dai tedeschi per
ottimizzare la produzione
dell’industria bellica e ottimizzare
la rete dei trasporti.
Secondo Black «Ciascun sistema
Hollerith doveva essere
personalizzato dagli ingegneri della
Dehomag. Questi ultimi progettavano
i sistemi per inventariare i pezzi
di ricambio degli aerei della
Luftwaffe, controllare gli orari
ferroviari per la Reichsbahn e
registrare gli ebrei all’interno
della popolazione per l’Ufficio di
statistica del Reich in modo che
fossero del tutto diversi tra loro.
Naturalmente, le punzonature non
potevano essere eseguite a caso.
Ciascuna scheda doveva essere
personalizzata con colonne e campi
di dati studiati appositamente per i
lettori. I dipendenti del Reich
dovevano essere addestrati a
utilizzarle. La Dehomag doveva
conoscere i dettagli più segreti
della destinazione d’uso, progettare
le schede e quindi creare i codici.
Per via dell’esigenza quasi
illimitata di tabulatrici che
caratterizzava le guerre razziali e
geopolitiche di Hitler, l’Ibm New
York reagì con entusiasmo alle
promesse del nazismo».
Black è convinto che la sede di New
York fosse pienamente a conoscenza
di quanto stava accadendo nel Terzo
Reich, considerando che «i
macchinari erano abitualmente
utilizzati nei campi di
concentramento, e sapevano anche
dello sterminio degli ebrei... non
ebbe mai nulla a che vedere con il
nazismo... ma solo e sempre con il
profitto».
Riferimenti bibliografici:
Simone Barcelli, Le finanze
occulte del Führer, Edizioni
Aurora Boreale, ottobre 2023.