N. 40 - Aprile 2011
(LXXI)
come due colpi d’arma da fuoco cambiarono le sorti dell’Europa
Sarajevo 1914
di Fabio Patacca
L’estate
ormai
è
giunta
e il
cielo
è
sgombro
da
nuvole.
È il
28
giugno
del
1914,
un
uomo
aspetta
con
ansia
che
l’autovettura
si
fermi,
ormai
mancano
pochi
metri.
In
un
istante,
il
giovane
estrae
un
revolver
e
spara
due
colpi
in
direzione
dell’auto
ferma
all’incrocio
tra
l’indifferenza
della
folla.
All’interno
della
vettura,
due
illustri
personaggi:
Francesco
Ferdinando
arciduca
ereditario
d’Austria-Ungheria
assieme
alla
moglie,
duchessa
Sofia.
L’individuo
scappa
ma
viene
subito
bloccato
e
arrestato,
il
suo
nome
è
Gavrilo
Princip;
è di
origini
serba.
2
giugno
1914,
la
stampa
austriaca
pubblica
una
notizia,
ovvero
Francesco
Ferdinando
ha
invitato
sia
il
re
di
Svezia
che
l’imperatore
tedesco
al
suo
castello
di
Konopischt,
forse
per
una
battuta
di
caccia
oppure
una
semplice
formalità
e
scambi
di
idee.
Perché
è
così
importante
questo
incontro?
Eppure
sembrerebbe
soltanto
un
semplice
invito
tra
sovrani?
Oppure
Francesco
Ferdinando
e
Guglielmo
II
vogliono
mettere
la
parola
fine
alla
questione
serba?
L’unica
certezza
è
che
i
due
non
si
rivedranno
più.
Torniamo
al
28
giugno
1914,
un
giorno
particolare
per
Francesco
Ferdinando,
infatti,
l’arciduca
può
dopo
estenuanti
conflitti
familiari,
sposare
la
bella
Sofia
Chotek
De
Choktowa,
ma
entrambi,
forse,
ignorano
che
è un
giorno
importante
anche
per
i
serbi,
ovvero
l’anniversario
della
definitiva
cacciata
dei
Turchi
e di
San
Vito,
festa
nazionale.
Possibile
che
l’arciduca
ignorasse
questo
particolare?
Il
governo
austriaco
era
stato
avvertito
del
rischio
di
un
attentato
dalle
autorità
serbe?
E’
plausibile,
l’ipotesi
che
gli
austriaci
avessero
volutamente
ignorare
quel
pericolo
sbarazzandosi
così
dell’erede
al
trono?
L’imperatore
Francesco
Giuseppe
non
stimava
per
nulla
quel
nipote
troppo
testardo?
Analizzando
quel
tragico
giorno,
noteremmo
subito
che
le
quattro
vetture
che
formano
il
corteo
ufficiale,
sono
sprovviste
di
un’adeguata
scorta,
infatti,
i
poliziotti
addetti
alla
sicurezza
sono
in
pochi
e
mescolati
tra
la
folla.
Un
dettaglio
non
trascurabile,
considerato
l’evento,
inoltre,
perché
la
cavalleria
era
stata
mobilitata
in
ritardo?
A
poche
centinaia
di
metri
dall’autovettura
decapottabile
c’è
il
generale
Potiorek,
governatore
militare
della
città
e
capo,
dunque,
delle
forze
di
occupazione.
Possibile
che
il
generale
non
abbia
preso
maggiori
precauzioni
e
considerato
l’ostilità
della
popolazione
nei
confronti
dell’importante
visitatore?
Forse
pensava
che
nessuno
avrebbe
osato
attaccare
l’arciduca?
Saranno
proprio
due
colpi
d’arma
da
fuoco
esplosi
quel
giorno
a
Sarajevo,
a
dare
il
via
alla
prima
guerra
mondiale?
Oppure
tornando
indietro
di
qualche
anno
scopriremo
che,
in
realtà,
la
guerra
era
ormai
imminente?
Per
poter
capire
tutto
ciò,
ovvero
di
come
sia
stato
possibile
che
la
prima
guerra
mondiale
sia
nata
per
la
morte
dell’arciduca
d’Austria,
bisogna
esaminare
rapidamente
la
fragile
situazione
nei
Balcani.
Quest’ultimo,
era
un
territorio
che
da
molti
secoli
era
stato
oppresso
dagli
invasori
stranieri
e
diviso
dalla
moltitudine
di
razze
che
vi
abitavano.
L’Europa
come
spesso
accadeva
in
quegli
anni
restava
a
guardare,
cercando
di
saldare
vecchie
alleanze
e
stabilire
nuovi
equilibri.
Da
un
lato
vi è
l’impero
d’Austria
-
Ungheria,
l’impero
tedesco
e
l’Italia,
dall’altro
la
Russia
alleata
con
la
Francia
e
l’Inghilterra.
Negli
stessi
anni,
però,
l’impero
d’Austria
–
Ungheria
accresce
i
suoi
domini
approfittando
della
rivoluzione
scoppiata
a
Costantinopoli
nel
1908,
riuscendo
così
ad
annettersi
poco
dopo,
la
Bosnia
e
l’Erzegovina.
Invadere
anche
la
Serbia
significherebbe
però
provocare
la
Russia
e
quindi
scatenare
una
guerra.
L’impero
tedesco
ne è
consapevole
è
cerca
di
convincere
gli
austriaci,
ma
ormai
l’annessione
della
Bosnia
e
l’Erzegovina
sembra
essersi
attenuata
e
l’idea
di
una
guerra
è
per
ora
svanita,
perché
gli
austriaci
rinunciano
ad
occupare
la
Serbia.
Tutto
sembra
essersi
risolto,
quando
nel
settembre
del
1912,
il
Montenegro,
la
Grecia,
la
Bulgaria
dichiarano
guerra
alla
Turchia
mettendo
fine
ad
anni
di
occupazione.
La
Turchia,
ormai
indebolita,
cede
anche
l’Albania,
che
però
la
Serbia
vuole
a
tutti
i
costi,
ma
l’Austria
mobilita
subito
la
flotta
in
Adriatico,
ostacolando
l’invasione
e
minacciando
di
bombardare
la
Serbia.
La
guerra
sembrerebbe
imminente,
ma
con
un
trattato
ratificato
a
Londra,
si
decide
che
l’Albania
sarà
uno
stato
indipendente.
Passano
pochi
mesi
è la
Bulgaria
attacca
la
Serbia,
ma
la
Romania
si
schiera
al
fianco
di
quest’ultimi,
facendo
infuriare
l’Austria
che
chiede
all’Italia,
sua
alleata,
di
attaccarla,
ma
la
risposta
è
negativa.
La
guerra
ancora
una
volta
viene
così
evitata
e
tra
la
Serbia
e
Bucarest
viene
firmata
la
pace
nel
1913.
Dunque,
anche
se
in
maniera
molto
semplificata,
è
facile
capire
che
la
vecchia
Europa
di
quegli
anni
è
attraversata
da
incessanti
scontri
e
altrettanti
sforzi
diplomatici
per
evitare
un
conflitto
tra
le
varie
nazioni,
ma
forse
c’è
chi
vuole,
naturalmente
a
proprio
vantaggio,
che
questo
delicato
equilibrio
cessi.
Allora
la
domanda
è
quasi
scontata,
perché
non
utilizzare
proprio
un
giovane
studente,
armato
di
revolver,
per
raggiungere
l’atteso
momento?
In
fondo
i
problemi
legati
ai
Balcani,
così
tanto
contesi
da
diversi
interessi,
possono
essere
risolti
solo
con
una
guerra.
Intanto,
il
28
Giugno
a
Sarajevo,
il
corteo
avanza
lentamente
tra
la
folla
indifferente,
quando
una
bomba
esplode
al
passaggio
della
terza
vettura,
ovvero
quella
dietro
l’arciduca.
L’uomo
che
sperava
di
uccidere
Francesco
Ferdinando
si
chiama
Ciabrinovitch,
che
qualche
minuto
dopo
cercherà
d’inghiottite
del
veleno,
ma
la
dose
non
è
sufficientemente
potente
per
ucciderlo.
Catturato
subito
dopo,
verrà
bastonato
e
barbaramente
picchiato
dalla
polizia,
mentre
l’auto
dell’arciduca
si
allontana
in
fretta
seguendo
un
altro
itinerario.
Francesco
Ferdinando
è
scosso,
ma
non
intende
rinunciare
alla
sua
visita
in
città,
nonostante
il
governatore
Potiorek,
responsabile
della
sua
sicurezza
tenti
inutilmente
di
convincerlo,
egli
sa
bene
che
è
l’erede
al
trono
Asburgico,
è
quindi
non
scapperà
come
un
codardo.
Dopo
una
breve
pausa,
la
visita
continua
come
previsto,
ma
con
un
piccolo
cambiamento
d’itinerario,
ma
l’auto
dell’arciduca
svolta
a
destra
e
sbaglia
strada.
L’autista,
infatti,
non
è
stato
informato
del
cambiamento
d’itinerario,
allora
il
governatore
ordina
subito
ai
suoi
uomini
di
bloccare
l’auto
e
avvisare
l’arciduca.
L’autista
ferma
la
vettura,
Potiorek
tenta
inutilmente
di
fargli
capire
che
quella
non
è la
strada
giusta,
tutto
avviene
in
un
istante,
il
giovane
studente
Gavrilo
Princip
estrae
il
revolver
e
senza
esitare
spara
due
colpi
uccidendo
sia
Francesco
Ferdinando
che
sua
moglie.
Esaminando
tutto
ciò,
è
impensabile
che
non
ci
siano
responsabilità
da
entrambi
i
lati
e
sono
tante
le
domande
che
forse
resteranno
tali.
Innanzitutto,
come
hanno
fatto
Princip,
Ciabrinovitch
e
gli
altri
ha
superare
la
frontiera?
Da
chi
ricevono
realmente
armi
e i
biglietti
ferroviari?
Il
governo
Serbo
sapeva
del
complotto?
Sospettava
di
chi
fossero
gli
autori?
Ha
fatto
tutto
il
possibile
per
la
sicurezza
dell’arciduca
e
sua
moglie?
Dopo
l’arresto,
entrambi
non
parleranno
mai,
sia
Princip
che
Ciabrinovitch,
nonostante
terribili
interrogatori
resteranno
sempre
in
silenzio.
Per
quanto
riguardo
la
complicità
del
governo
Serbo,
questo
è da
escludere,
anche
se
in
precedenza
alcuni
giornali
avevano
attuato
una
propaganda
antiaustriaca;
erano
impensabili
responsabilità
dirette.
La
famosa
associazione
“Ujedinjenje
lli
Smart”
ovvero
la
“mano
Nera”
fondata
nel
1911,
era
solo
un’associazione
devota
alla
liberazione
dell’oppressore?
è
tanto
potente
che
lo
stesso
governo
di
Belgrado
ne
ha
timore?
Princip
e
gli
altri,
sono
per
l’organizzazione
gli
uomini
giusti?
Coloro
che
uccideranno
il
tiranno?
Il
12
ottobre
1914,
il
processo
può
iniziare,
Princip
e
Ciabrinovitch
e i
loro
compagni
catturati
poco
dopo,
sono
accusati
di
assassinio,
alto
tradimento
per
aver
tentato
di
unire
la
Bosnia
e
l’Erzegovina
alla
Serbia
con
l’assassinio
dell’arciduca.
Dopo
venti
giorni
la
corte
redige
il
suo
verdetto,
ovvero
vent’anni
di
carcere
e
dunque
salvi
dalla
pena
di
morte.
Francesco
Ferdinando
sapeva
che
la
sua
famiglia
non
avrebbe
permesso
che
la
sua
amata
Sofia
fosse
sepolta
accanto
a
lui
nella
cripta
dove
riposavano
i
suoi
avi,
così
aveva
dato
disposizione
che
dopo
la
sua
morte
fosse
sepolto
nel
castello
d’Arstetten,
sul
Danubio.
Nessun
potente,
nessun
imperatore
assisterà
al
suo
funerale,
forse
Francesco
Ferdinando
e
sua
moglie
poterono
finalmente
stare
da
soli
come
avevano
sempre
desiderato.
Infine
i
mesi
passano
e i
tedeschi
e
gli
austriaci
si
accordano
e
spediscono
a
Belgrado
un
ultimatum,
i
russi
sono
sempre
più
nervosi,
mentre
Francia
e
Inghilterra
cercano
di
calmare
gli
animi.
A
Luglio
lo
Zar
mobilita
l’esercito,
gli
austriaci
tentano
di
attraversare
il
Danubio,
la
Francia
guarda
l’Inghilterra,
ma i
tedeschi
violano
la
neutralità
del
Belgio
e
occupano
la
stazione
di
Uflingen,
ormai
è
guerra.
Potremmo
dunque
dire
che
furono
realmente
due
colpi
di
revolver
ad
accelerare
lo
scontro
tra
le
potenze
europee?
Sfortunatamente
non
è
così,
infatti,
la
prima
guerra
mondiale
fu
evitata
molte
volte,
già
nel
1909
con
l’annessione
della
Bosnia
e
dell’Erzegovina
da
parte
dell’Austria,
poi
nel
1912
e
nel
1913,
si
era
pronti
allo
scontro.
Forse
anche
se
drammatico,
dobbiamo
ammettere
che
le
potenze
europee
pensarono
che
quello
fosse
l’unico
modo
per
risolvere
i
loro
problemi,
forse
soltanto
dopo
capirono
che
quella
fu
la
scelta
sbagliata,
ma
purtroppo
sappiamo
che
non
fu
così,
altri
milioni
di
morti
verranno,
un’altra
grande
guerra
sconvolgerà
il
mondo.