N. 29 - Ottobre 2007
LA
MADONNA CHE AMA LA MORTE
Nascita
e Storia della Santa Muerte
di Laura
Novak
Una Santa impersonata
da uno scheletro spettrale, su un altare rigonfio di
oro, fiori e rosari antichi, con le vestigia di una
grande santa cattolica, con mantelli pizzati sulle
spalle e a ricoprirle il corpo,ed appoggiati sui
palmi delle mani un globo, una bilancia (simbolo
nell’iconografia cristiana del tribunale divino e
del dovuto bilanciamento dell’anima) o perfino una
falce; una Santa a cui chiedere di benedire denaro
sporco di sangue, taxi che servono da trasporto per narcotraffici, coltelli o pistole.
Se sia un rito,oppure
una pratica esoterica, o se venga vissuta come una
mistica credenza popolare o piuttosto con un
avvolgente sentimento nero o soltanto con un
fantasioso gusto del macabro, ancora non si riesce a
capirlo.
In Italia e in
moltissimi paesi del mondo, di tace sull’argomento.
E come per ogni
questione, senza documentazioni o approfondimenti,
le interpretazioni si accavvalono una con l’altra,
senza spazio lasciato alla verità.
La Santa Muerte,
ovvera la celebrazione religiosa della Morte in
Messico e in molti paesi del Sud America, è, prima
di ogni altra cosa, un fenomeno di costume senza
precendenti negli ultimi 30 anni di storia.
La sua origine e
diffusione in Messico, ha radici ben lontane.
E’ innanzitutto una
commistione rituale affascinante tra cristianesimo
ascetico (con marcati segni della Spagna
inquisizionale del ‘600), i culti e le tradizioni
popolari messicane convertiti poi in usanze
religiose e la cultura latino americana della “yoruba”,
reminiscenza di un passato intriso di magia nera e
stregoneria.
Per avere però un
quadro più preciso della miscela esplosiva che ha
creato il Mito della Santa Morte, analizziamo ogni
tratto caratteristico del fenomeno.
Alle origini
dell’iconografia di ogni religione o credenza
mitologica del passato, la Morte, è una presenza
costante, a volte ingombrante. E molto spesso la sua
rapprensentazione iconografica ha tratti, sembianze
ed abbigliamento femminili o, in casi minori,
androgina.
Presa considerazione
di quanti aspetti dell’animo e dell’aspetto di una
donna siano stati nel corso dei secoli
strumentalizzati e piegati all’ambiguità e alla
venerazione morbosa , inglobare questi stessi
aspetti all’uso di cerimonie di ossequio e venerazione ad ossari o
vestigia di Santi, il disegno inizia
a tratteggiarsi in tutta la sua natura
indefinibilmente mista.
E poi c’è lei, la vera
protagonista della miscela, quell’aggiunta
assolutamente esoterica che rende il tutto oscuro,
tanto oscuro da essere scioccante, criticabile e
addirittura rifiutabile. La cultura Yoruba è
all’origine di pratiche come il voodoo e la
stregoneria sudamericana, differente per rituali e
finalizzazioni da quella africana, ma che in parte
ne ricalca la forma. In Messico, in particolare, la
cultura Yoruba è un’intricata matassa tra la
stregoneria antica africana o la centralizzazione
dei Martiri cristiani, rispetto ai Santi.
La nascita del
fenomeno religioso può essere datato storicamente
verso la metà degli anni novanta.
Ma le modalità, la
tempistica e i luoghi dove ebbe inizio questa nuova
setta religiosa non sono riconducibili a dati certi.
Le fonti storiche non esistono, esistono
esclusivamente racconti reali nelle mente fantasiose
di donne di popolo e di tradizione, uomini di lavoro
sudato e di lavoro disonesto e bambini dagl’occhi
pieni di animo sognatore.
Di certo si sa che già
a metà degli anni ’90 una leggenda vivente legata al
culto della Santa macabra esisteva; lei la signora
Romero. Da anni nella sua piccola casa la signora
Romero, donna fortemente cattolica, ma anche
afferrata ai sentimenti delle tradizioni secolari
della glorificazione di santi, aveva ottenuto con un piccolo sforzo e
altrettanta rinuncia di spazio una cappella a lei
dedicata. Organizzava in completa autonomia
liturgie, culti o modalità di orazione.
E’ proprio in quegl’anni
e nello stesso tessuto sociale della signora Romero,
che la Santa Muerte inizia ad emergere.
Le statue, gli altari
si moltiplicano nelle periferie più malfamate.
Il suo ruolo di
protettrice di uomini dediti al pericolo, alla
violenza, alla svendita di principi morali per la
sopravvivenza del nucleo familiare, alla
clandestinità, la porta ad essere la Madre di tutte
le preghiere e di tutte le grazie fra il Popolo.
Dopo che in tutta
l’America Latina, proprio all’inizio degl’anni
Novanta, le condanne penali contro il commercio di
narcotici hanno avuto un inasprimento, il mondo
carcerario ha vissuto un momento di soprannumero. Le
Bande protagoniste delle guerre per il controllo del
traffico di droga erano in Messico sempre le stesse.
I carcerati quindi sempre amici o fratelli o parenti
o all’inverso nemici.
Ed in un mondo
sigillato dalla vita esterna, in cui è fondamentale
appartenere a un gruppo riconoscibile e potente, il
tatuaggio è il marchio della cattiveria e
dell’appartenenza.
Si suppone che sia
nata da lì, dal mondo carcerario e dai suoi marchi
di pelle e di animo, una prima immagine iconografica
della “Santa Muerte”. Le sembianze e gli abiti da
cerimonia, scelti infine in tempi più recenti per il
suo culto, richiamano fortemente quelli della Santa
cattolica per eccellenza in Messico, la Madonna di
Guadalupe, protettrice dei deboli, degli sfruttati e
degli infanti.
In nemmeno un anno,
dal 2004 al 2005, i siti religiosi, gli altari o le
piccole cappelle paesane a lei dedicate sono
diventate da circa 800 a 120.000
Cappelle, altari e
chiese che iniziano a non riuscire più a contare i
propri fedeli in preghiera, o, in versione più
realistica, a quantizzare in moneta le generose
offerte dei suoi seguaci di grande portafoglio.
A livello canonico la
sua venerazione dipende da una separazione netta tra
i vari poteri esoterici che la possono
contraddistinguere.
La Santa Muerte dal
mantello Verde (la più importante) protegge i
carcerati e i tossicodipendenti; quella dal mantello
Rosso protegge dai dolori del cuore e dell’amore,
rinvigorisce l’anima e il corpo durante gli atti
sessuali; La Muerte Gialla protegge gli affaristi, i
commercianti e soprattutto il traffico di denaro.
Rimangono poi La
Muerte Bianca, che soccorre lungo la strada di
un’eventuale purificazione spirituale e quella Nera,
quella sanguinaria, invocata ogni volta che si è
artefici o possibili vittime di un atto di sangue.
Nel 2003, infine, il
suo riconoscimento religioso ufficiale, ad opera di
David Romo Guillen, arcivescovo della chiesa
ortodossa Iglesia Catolica Tradicional Mexicana
degli Stati Uniti.
La storia della Santa
Muerte è solo all’inizio.
I mass media non se ne
occupano se non quando il clamore del popolo non li
costringe ad accennarne la presenza di abnormi
cortei di seguaci nelle piazze, durante i riti di
inizio mese o il festeggiamento per il giorno dei
morti. La chiesa cattolica ha ovviamente rinnegato,
ha condannato e sconfessato….ha chiuso gli occhi,
come sempre.
Le critiche sono
innumerevoli, alcune fantasiose, altre meno, altre
ancora assolutamente realistiche: dall’accusa di
compimento di riti propiziatori al limite del
pagano, all’esistenza di rituali sacrificali fin
troppo esoterici, fino alle grazie richieste e
ottenute con prezzi molto alti.
Ma in definitiva, come
non rendersi conto del suo splendore macabro? Come
non rendersi conto di quanto malfattori,
delinquenti, o prostitute, o semplicemente uomini e
donne senza voci con cui farsi ascoltare o senza
orecchie che vogliano ascoltarli, sentano la
necessità di individuare in un essere imperfetto,
come loro, in un essere orripilante come uno
scheletro, un simbolo di leggiadria, di purezza e
generosità?
Il suo impatto
psicologico tra le pieghe del tessuto della società
è devastante. Un impatto dovuto dalle sue sembianze
che creano sensazioni di stupore osceno, ma anche
dal suo simbolismo fortemente contemporaneo, un
simbolismo non religioso, ma spiccatamente sociale.
L’imputridito, lo
sporco e l’ombra della morte caratteristiche del
mondo di strada e di indigenza, hanno in lei la loro
rappresentante, il loro altare di glorificazione.
Anche quella vita, che
non ci si sceglie la maggior parte della volte, ha
una sua dignità, ha una giustificazione e
ammirazione divina.
Non è da sottovalutare
il suo potere eccezionale di riprendere usi e
simboli della antica iconografia mostruosa di un
cattolicesimo impaurito, durante anni di buio
religioso, e renderli moderni.
Renderli del popolo e
renderli finalmente al popolo.
Nessuna madonna dalla
pelle di cera liscia, nessun volto di una bellezza
rassicurante che ti osserva con sguardo carezzevole
e pietoso.
Ma solo una Santa
della morte per uomini che conoscono la morte.
Riferimenti
bibliografici:
www.rez.it/santamuerte
www.larepubblica.it
www.wikipedia.org
www.digicult.it |