N. 67 - Luglio 2013
(XCVIII)
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
LA REPUBBLICA MARINARA DELL’ADRIATICO
di Christian Vannozzi
San
Benedetto
del
Tronto
è un
comune
italiano
di
48.262
abitanti
ubicato
nel
sud
delle
Marche
lungo
la
costa
adriatica.
Il
comune
viene
anche
chiamato
“Riviera
delle
Palme”,
dicitura
che
viene
utilizzata
anche
per
le
località
limitrofe,
dopo
la
creazione
di
un
consorzio
turistico
per
valorizzare
il
più
possibile
la
costa
marchigiana,
che
negli
ultimi
anni
viene
popolata
da
turisti
provenienti
da
ogni
parte
sia
d'Italia
che
d'Europa.
La
FEE
(Foundation
for
Environmental
Education)
ha
premiato
più
volte
la
località
con
la
Bandiera
Blu
con
stella,
che
indica
un
altissimo
livello
di
qualità
tra
la
limpidezza
delle
acque,
gli
approdi
turistici
e la
pulizia
delle
spiagge.
Questa
valorizzazione
rende
il
comune
una
delle
mete
più
ricercate
sull’Adriatico,
sia
dai
ragazzi
che
hanno
la
possibilità
di
godere
di
un
ambiente
giovane
e di
numerosi
locali,
sia
dalle
famiglie
che
hanno
l'opportunità
di
rilassarsi
in
un
luogo
che,
seppur
popolato
da
giovani,
non
è
affatto
caotico
come
altri
sulla
riviera.
Gli
storici,
fino
al
2011,
hanno
fatto
risalire
il
paese
al
XII
secolo,
quando
sono
stati
rinvenuti
dagli
archeologi
dei
reperti
risalenti
all'epoca
romana,
tra
cui
una
vasca,
un
mosaico
e un
angolo
di
muro
con
degli
affreschi
di
colore
rosso
utilizzati
all'epoca
dell'imperatore
Nerone.
Questi
ritrovamenti
hanno
messo
in
discussione
tutte
le
fonti
storiche
che
datavano
il
paese
dopo
l'anno
mille.
La
città
si
riteneva
sorta
sull'antico
Castrum
Truentum,
fondato
dal
popolo
dei
Liburni,
che
abitava
la
foce
del
Tronto
nell'odierno
comune
di
Martinsicuro.
I
nuovi
ritrovamenti
hanno
però
dato
nuova
linfa
ai
ricercatori
che
hanno
iniziato
nuovamente
a
studiare
le
origini
del
paese,
che
si
ritiene
ora
abitato
anche
dai
nobili
romani.
Gli
storci
hanno
sostenuto,
fino
al
2011,
che
San
Benedetto
fosse
sorto
attorno
a
una
chiesa
che
ospita
le
spoglie
di
San
Benedetto
Martire,
soldato
romano
convertitosi
al
cristianesimo
mentre
era
dislocato
a
Cupra.
Dopo
la
conversione
fu
messo
a
morte
dagli
ufficiali
romani.
Il
periodo
era
quello
dell'imperatore
Diocleziano,
monarca
molto
ostile
al
movimento
religioso
cristiano.
I
cittadini
cristiani
dell'antica
Cupra
conservarono
le
spoglie
del
povero
soldato
ed
edificarono,
dove
fu
sepolto,
un
piccolo
luogo
di
culto.
Di
questo
nucleo
abitativo,
definito
come
Plebs
Benedicti
in
Albula,
dal
nome
del
ruscello
Albula
che
scorre
lungo
il
comune
tagliandolo
orizzontalmente,
si
hanno
notizie
ufficiali
dal
998,
grazie
a un
atto
relativo
all'investitura
in
beneficio
dei
SS.
Vincenzo
e
Anastasio
in
territorio
di
Acquaviva
Picena,
da
parte
di
Uberto,
vescovo
di
Fermo.
Nel
1145
il
Vescovo
Liberto
di
Fermo
autorizzò
i
nobili
Azzo
e
Berardo
di
Gualtiero
a
realizzare
un
castrum,
sul
colle
dove
sorgeva
la
Pieve,
cioè
la
chiesette
costruita
nel
luogo
dove
fu
martirizzato
il
soldato
romano.
Tra
il
XIV
e il
XV
secolo
San
Benedetto
fu
un
territorio
conteso
tra
i
comuni
di
Ascoli
e
Fermo.
Nel
1463
i
due
comuni
diedero
incarico
al
frate
Giacomo
della
Marca
di
pronunciarsi
in
questa
disputa.
Il 3
luglio
del
1463
egli
assegnò
la
parte
bassa
di
S.
Benedetto
a
Monteprandone,
garantendo
uno
sbocco
a
mare
strategico
per
gli
ascolani
e
annettendo
Montecretaccio,
sotto
il
quale
si
sarebbe
dovuto
costruire
il
Porto
d'Ascoli.
Sempre
in
quel
periodo,
a
causa
di
alcune
scorrerie
dei
turchi,
il
paese
fu
devastato
dalla
peste,
portata
dai
marinai
invasori
che
fece
diminuire
la
popolazione
dell’area
in
maniera
consistente,
tanto
che
il
paese
marittimo
fu
quasi
cancellato
dalle
mappe
geografiche
dell’epoca.
Saccheggi
da
parte
di
eserciti
stranieri
vi
furono
anche
nel
secolo
successivo,
tanto
che
San
Benedetto
del
Tronto,
seppur
porto
adriatico
di
notevole
importanza
strategica
e
ambito
da
vari
signori
locali,
non
riuscì
a
espandersi
fino
a
quando
non
si
stabilì
un
periodo
di
relativa
tranquillità.
Nel
1615,
finite
le
scorrerie,
il
paese
iniziò
a
espandersi
fuori
dal
piccolo
borgo
con
la
costruzione
della
piccola
chiesa
dedicata
alla
Madonna
della
Marina,
ove
oggi
sorge
Piazza
Cesare
Battista
con
il
Municipio.
Attorno
alla
chiesa
si
sviluppò
un
nuovo
borgo
dove
i
pescatori
costruirono
dei
magazzini
per
i
loro
attrezzi
e
iniziarono
anche
a
stabilirvisi
con
le
famiglie.
Essendo
una
zona
molto
adatta
alla
pesca
diversi
popolani
intrapresero
questa
attività,
passando
dal
borgo
antico,
che
sorgeva
nei
pressi
della
Pieve,
al
nuovo
borgo
dedicato
alla
Madonna
della
Marina.
Nel
1896
la
chiesetta
fu
parzialmente
distrutta
a
causa
dell’esondazione
del
torrente
Albula.
Il
comune
decise
di
demolire
il
luogo
di
culto
che
rappresentava
ormai
il
simbolo
della
cittadinanza
sanbenedettese.
Dove
sorgeva
la
chiesette
ne
sorge
ora
una
nuova,
molto
differente
dalla
prima
il
cui
ricordo
rivive
nel
Museo
di
Arte
Sacra
del
comune,
dove
è
conservata
un’epigrafe
in
latino
del
1615,
a
memoria
della
fondazione
della
chiesetta.
Il
XVII
secolo
segnò
anche
il
passaggio
del
libero
comune
allo
Stato
Pontificio,
che,
a
causa
della
decadenza
dei
comuni
e
delle
signorie
locali,
iniziò
l’annessione
dei
territori
marchigiani.
Nel
corso
del
XVIII
secolo
il
comune
si
espanse
demograficamente
vista
la
possibilità
per
i
pescatori
di
grossi
guadagni.
Diversi
contadini
abbandonarono
infatti
le
terre
e si
spostarono
sulla
costa,
trovando
una
buona
opportunità
di
carriera
intraprendendo
il
mestiere
di
pescatore.
San
Benedetto
conobbe
dunque
in
quell’epoca
una
forte
espansione,
facendo
del
centro
uno
dei
porti
pescherecci
più
importanti
dell’Adriatico.
Dalle
mura
dell’antico
castrum
e
del
borgo
la
popolazione
iniziò
a
popolare
anche
l’area
circostante.
Oltre
ai
pescatori
il
paese
si
popolò
di
artigiani,
essenziali
per
la
lavorazione
e le
riparazioni
di
navi
e
reti
da
pesca.
Anche
le
altre
attività
manifatturiere
iniziarono
a
svilupparsi,
dando
nuova
vivacità
al
paese.
Nel
1763
l’ingegnere
Paglialunga
di
Fermo
preparò
un
intervento
urbanistico
significativo
per
il
comune
che
secondo
il
censimento
pontificio
del
1763
contava
5.351
abitanti.
L’ingegnere
diede
a
San
Benedetto
la
fisionomia
che
oggigiorno
conosciamo.
Nel
1860
il
paese
fu
conquistato
dai
Cacciatori
delle
Alpi
che
lo
strapparono
dall’amministrazione
dello
Stato
Pontificio.
Nel
1863
fu
costruita
per
regio
decreto
la
linea
ferroviaria
Adriatica,
che
favorì
il
turismo
nella
zona,
tanto
che
iniziarono
a
svilupparsi
i
primi
stabilimenti
balneari,
che
richiamarono
nel
paese
marchigiano
numerosi
turisti
provenienti
da
tutta
Italia.
I
lavori
per
il
porto
peschereccio
iniziarono
nel
1907
e
nel
2000
ci
fu
un
ampliamento
e
una
ristrutturazione
dello
stesso.
Il
porto
è
anche
famoso
per
il
varo
del
primo
peschereccio
a
motore,
il
“San
Marco”,
nel
1912.
Nel
1928
il
governo
fascista
accordò
al
paese
il
titolo
di
prima
località
balneare
dell’intera
costa
adriatica
marchigiana,
a
dimostrazione
di
come
San
Benedetto
fosse
ormai
una
delle
località
marittime
più
importanti
in
Italia.
Di
notevole
interesso
storico-architettonico
è il
Mastio
della
Roccia,
conosciuto
anche
come
“Torrione”
che
domina
l'intero
abitato,
spiccando
nella
parte
alta
del
paese.
Il
torrione
fu
costruito
nell'ultimo
ventennio
del
XV
secolo
dalla
famiglia
Gualtieri
alla
fine
di
un
conflitto
tra
Ascoli
e
Fermo.
L'altezza
è di
soli
20
metri,
è a
pianta
esagonale
e ha
un
orologio
sulla
faccia
rivolta
verso
il
mare.
Una
seconda
torre
di
notevole
interesse
è la
Torre
Guelfa
che
sorge
accanto
a
una
villa
privata.
È un
avamposto
difensivo
a
base
quadrata
risalente
al
XIV
secolo.
Faceva
parte
di
una
fortezza
formata
da
due
torri
e
sette
torrioni
con
settanta
merli.
L'avamposto
era
stato
costruito
dal
comune
di
Ascoli
per
difendere
San
Benedetto
dalla
rivale
Fermo.
La
Caserma
Pontificia,
che
sorge
lungo
la
via
principale
di
Porto
d'Ascoli
è un
altro
luogo
di
interesse
storico-architettonico
non
trascurabile.
È
anche
conosciuta
come
“caserma
guelfa”
e
veniva
utilizzata
dalle
truppe
fedeli
al
Papa
che
parteggiavano
per
Ascoli
durante
il
lungo
conflitto
con
Fermo.
Parte
della
fortezza
è
ora
diventato
un
tipico
ristorante
marchigiano
dove
poter
gustare
i
migliori
piatti
di
San
Benedetto
in
un
ambiente
rustico
e
suggestivo.
Per
quanto
riguarda
l'architettura
religiosa
presente
nel
paese
non
possiamo
non
menzionare
la
Chiesa
di
San
Benedetto
Martire,
che
dà
poi
il
nome
alla
località.
La
chiesa
risale
all'XI
secolo
dove
anticamente
sorgeva
la
Pieve
attorno
all'antico
sepolcro
del
martire.
Dopo
il
1140
venne
costruita
la
cinta
muraria
del
primo
borgo
che
formò
il
comune.
Nel
XVIII
secolo
l'antica
chiesa
medievale
fu
completamente
restaurata
e
modificata
dall'architetto
Pietro
Augustoni,
che
la
cambiò
radicalmente
ampliandola
e
cancellando
le
tracce
dell'antico
insediamento.
Nella
chiesa
c'è
un
altare
con
le
presunte
reliquie
del
Santo
e
alcuni
dipinti
di
pittori
minori.
La
Cattedrale
di
Santa
Maria
della
Marina,
di
cui
abbiamo
già
parlato
in
chiave
urbanistica,
è il
secondo
luogo
di
interesse
artistico-religioso
da
visitare.
Fu
eretta
dallo
stesso
comune
nel
1615
e fu
la
prima
costruzione
fuori
dalle
mura
dell'antico
borgo.
Sorge
sulla
Piazza
del
Mercato,
che
collegava
il
borgo
vecchio
al
mare.
Nel
1898
fu
devastata
dall'esondazione
dell'Albula
e
demolita.
Fu
ricostruita
e
riaperta
la
pubblico,
anche
se
incompleta,
nel
1908
e
subì
varie
ristrutturazioni
nel
secondo
dopoguerra.
Con
decreto
pontificio
del
30
settembre
1986
la
chiesa
divenne
la
nuova
cattedrale
della
"Diocesi
di
San
Benedetto
del
Tronto-Ripatransone-Montalto"
per
volontà
dello
stesso
pontefice
Giovanni
Paolo
II
che
ne
riconobbe
l'importanza
per
la
popolazione.