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N. 75 - Marzo 2014 (CVI)

SAMBA BAMBARA, STORIA DI UN UOMO RIBELLE
DA FORT ARGUIN ALLA LOUISIANA

di Federica Romeo

 

Samba Bambara è uno dei personaggi più controversi di cui si racconta nell’Histoire de la Louisiane (1758) di Antoine-Simon Le Page Du Pratz (1695-1761), concessionaire francese per conto della Compagnie de l’Occident.

 

Lo si incontra per la prima volta in occasione della cronaca che Du Pratz fece di un complotto che gli schiavi africani organizzarono (1731) per impadronirsi della Nouvelle-Orléans e sottomettere i bianchi, approfittando del grande subbuglio causato dalle guerre dei francesi contro i nativi Natchez, scaturite da una rivolta di questi ultimi solamente un anno prima.

 

Samba, della tribù africana dei Bambara, era lo schiavo più fidato di Du Pratz all’Habitation du Roy, ma paradossalmente si rivelò essere proprio lui il capo di questo complotto. Nell’Histoire Du Pratz ci fornisce un particolare importante che ci rivela le circostanze dell’arrivo di Samba in Louisiana come schiavo.

 

Egli aveva guidato già una rivolta a Fort Arguin, posto su un’isola al largo delle coste del Senegal, la quale aveva causato la perdita del controllo francese dell’isola. Per questa ragione Samba era stato reso schiavo.

 

Du Pratz non dice nulla di più di questo, ma la storia di Samba merita di essere raccontata da quando ancora si trovava in Africa. La Compagnie du Sénégal, che accorpata alla Compagnie de l’Occident formò la Compagnie des Indes, aveva l’autorizzazione a commerciare schiavi sia in Africa che nelle Americhe. Essa manteneva dei quartier generali a Saint-Louis nel Senegal, con avamposti sia a Galam che a Fort Arguin.

 

A Saint-Louis, Galam e Fort Arguin furono strette alleanze temporanee di natura commerciale tra europei e gli africani, in particolar modo nell’ambito del commercio degli schiavi africani.

 

Tra questi africani “in affari” c’era Samba, detto Bambara per la sua origine, che durante gli anni 1720 aveva lavorato per i francesi come interprete e dunque si poteva muovere liberamente, senza il rischio di essere venduto e deportato dall’altra parte dell’oceano. Nel 1722 ricevette anche il permesso dalla Compagnie des Indes di risiedere con la sua famiglia nel centro di Saint-Louis, ma quando, secondo il racconto di Du Pratz, la moglie lo disonorò, lui chiese che essa fosse allontanata. In seguito, sebbene i rapporti che aveva da tempo stretto con la Compagnie, Samba presumibilmente si unì a una rivolta di schiavi africani a Fort Arguin e, quando questa fu sedata, egli fu deportato come schiavo in Louisiana.

 

Anche durante il viaggio dall’Africa all’America Samba tentò di istigare una rivolta. È significativo il fatto che gli ufficiali francesi di Fort Arguin non abbiano ordinato che Samba fosse deportato a Saint-Domingue (poi Haïti), dove stava emergendo una fiorente economia di piantagione e dove la “rivoluzione dello zucchero” alimentava un’inarrestabile corsa agli schiavi.

 

Forse qualcuno realizzò che avrebbe potuto essere pericoloso inviare in quei posti un uomo come Samba, con forti capacità di trascinatore. Egli fu invece inviato in Louisiana, un avamposto militare marginale, ben lontano dai classici punti di approdo della tratta di schiavi transatlantica, dove non aveva ancora preso piede alcuna attività agricola. Du Pratz riuscì a sventare il complotto del 1731, del quale era ideatore e guida Samba Bambara, proprio perché sospettoso verso di lui dopo essere venuto a conoscenza dei suoi trascorsi a Fort Arguin e del tentato ammutinamento sulla nave negriera.

 

Benché fosse stato fino ad allora il suo schiavo più fidato, Du Pratz, che era il supervisore della piantagione, nutriva sempre delle riserve nei confronti di Samba. Narrando lo sventato complotto nella sua Histoire, Du Pratz riporta ciò che esclamò Samba quando venne a sapere che era stato proprio il suo padrone a scoprirlo: “Ah! Monsieur Du Pratz, li diable que li sabai tout!”, una delle prime testimonianze scritte di lingua creola. Nouvelle Orléans, in Louisiana, aveva diverse cose in comune con Saint-Louis in Senegal e Samba Bambara fungeva da ponte ideale tra le due località.

 

Come roccaforte della Compagnie des Indes nel Nord America continentale, la Nouvelle-Orléans ospitava le famiglie dei funzionari, dei commercianti, degli artigiani, oltre a un numero crescente di engagés e di schiavi africani. Il villaggio era frequentato anche dagli indiani, le cui canoe erano utili quanto quelle degli africani di Saint-Louis. Alla Nouvelle-Orléans era possibile incontrare marinai di ogni nazionalità e molti soldati che, in quella società di frontiera, non erano poi tanto diversi da quelli stanziati in Africa.

 

Con l’eccezione di natura e paesaggi, la Louisiana era dunque un luogo abbastanza familiare per Samba. Malgrado la lunga traversata oceanica, una volta nel Nuovo Mondo Samba ritrovò molto di quello che aveva lasciato in Africa, anche se non riuscì a sfuggire mai alla schiavitù.

 

Sulle coste dell’America settentrionale Samba mise in atto tutto ciò che aveva imparato sulle coste africane: utilizzando anche la sua conoscenza del francese, di varie lingue africane e della parlata creola. In tal modo, nonostante la sua partecipazione alla prima ribellione, Samba si riguadagnò una posizione presso i suo vecchi padroni della Compagnie des Indes come interprete.

 

Egli ottenne un ulteriore successo a livello sociale quando divenne guardiano della più grande piantagione della Compagnie, l’Habitation du Roy per l’appunto, posta lungo le rive del fiume Saint-Louis alla Nouvelle-Orléans, fino a che, nel 1731, non venne giustiziato per la sua ultima ribellione.



 

 

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