attualità
da Muratov a Navalny
sulla neutralità carbonica
di Putin
di Leila Tavi
La Russia
gioca la sua partita energetica a
livello internazionale mentre la
tensione con l’Occidente resta alta. A
due oppositori russi vanno il premio
Nobel per la Pace e il premio Sacharov.
Dimitrij
Muratov è uno dei due vincitori del
Nobel per la Pace 2021
La Royal
Swedish Academy ha conferito il Nobel
per la Pace 2021 al co-fondatore e
direttore di Novaja Gazeta (Новая
газета) al sessantenne Dimitrij
Muratov (Дмитрий Андреевич Муратов) e
alla giornalista filippina Maria Ressa.
Novaja
Gazeta
è stata fondata nel 1993 da un gruppo di
ex giornalisti della Komsomol'skaja
Pravda (Комсомольская правда).
Il primo numero è uscito il 1° aprile
1993 con una tiratura di 100.000 copie e
con il nome di Novaja Ežednevnaja
Gazeta (Новая eжедневная газета).
Fino al luglio del 1993 ha avuto una
frequenza settimanale, poi è diventato
un quotidiano. Il giornale è stato
finanziato con i soldi ricevuti da
Michail Gorbačëv (Михаил Сергеевич
Горбачёв) per il premio Nobel per la
Pace del 1990 e parte dei proventi
ottenuti dalla vendita della monografia
Io spero (Я надеюсь),
scritto nel 1991 dalla moglie di
Gorbačëv, Raisa Gorbačëva (Раи́са Макси́мовна
Горбачёва, nata Titarenko - Титаре́нко).
Novaja
Gazeta
si è sempre battuta per la libertà di
stampa e di parola in Russia. Sei dei
suoi giornalisti, tra i quali Anna
Politkovskaja (А́нна Степа́новна Политко́вская
- uccisa il 7 ottobre del 2006), sono
stati assassinati in relazione al loro
lavoro investigativo, facendo luce sulla
corruzione, il crimine e altri presunti
abusi. A questi colleghi Muratov ha
voluto dedicare il premio vinto.
Dmitrij
Muratov è stato direttore di Novaja
Gazeta dal 1995 al novembre 2017.
Per un biennio è stato sostituito da
Sergeji Kožeurov (Сергей Кожеуров). Dal
2019 Muratov è tornato a essere il
direttore del quotidiano. Il giornalista
ha dichiarato che la somma ricevuta
dalla Royal Swedish Academy sarà donata
a diverse fondazioni a scopo umanitario
in Russia: a una fondazione per
garantire una degna assistenza sanitaria
ai giornalisti; a una fondazione che
sostiene i bambini affetti da atrofia
muscolare spinale e altre gravi malattie
rare; una parte del premio andrà alla
Fondazione del Premio Anna Politkovskaja;
e, ancora, donazioni consistenti saranno
devolute a un centro di accoglienza per
bambini di Mosca, alla Fondazione Vera
per le cure palliative di minorenni a
Mosca e alla clinica Dmitrij Rogačev,
dove sono curati i bambini affetti da
leucemia.
Ad Aleksej
Naval'nyj va il premio Sacharov
Quest'anno,
il Premio Sacharov per la libertà di
pensiero è stato assegnato dal
Parlamento Europeo all’oppositore
politico di origine ucraina e leader
quarantacinquenne del Partito
democratico del Progresso - Russia del
Futuro (Демократическая Партия Прогресса
- Россия Будущего) Aleksej Naval'nyj (Алексе́й
Анато́льевич Нава́льный).
L’oppositore
politico si è conquistato negli anni un
largo consenso di popolo per le sue
denunce e inchieste riguardo a casi di
corruzione che avrebbero coinvolto
membri del governo russo. Considerato il
candidato con più chance per battere il
presidente Vladimir Putin (Влади́мир
Влади́мирович Пу́тин) in una
competizione leale e democratica, Naval'nyj
è stato nominato, ma è stato poi
scartato, per il premio Nobel per la
pace di quest'anno.
L’oppositore
politico è salito alla ribalta
internazionale per aver organizzato
manifestazioni contro il presidente
Putin e il suo governo, per essersi
candidato nonostante le minacce di morte
ricevute, oltre che per aver sostenuto
le riforme anti-corruzione. Nell'agosto
2020 è stato vittima di un tentativo di
avvelenamento tramite agente nervino
Novichok durante il suo viaggio in aereo
da Tomsk a Mosca, sembrerebbe che
l’agente nervino utilizzato nel
tentativo di avvelenamento sia stato
spruzzato sulla sua biancheria intima.
Grazie a un’azione diplomatica del
governo tedesco è stato trasportato in
un ospedale di Berlino, dove ha potuto
trascorrere i mesi di convalescenza.
In occasione
del suo ritorno a Mosca nel gennaio 2021
è stato arrestato e, attualmente, sta
scontando una condanna a tre anni e
mezzo di prigione in una colonia penale
di alta sicurezza. Per protestare contro
l'ingiusto arresto e per la privazione
delle cure mediche necessarie alla sua
salute fisica, Naval'nyj ha iniziato un
lungo sciopero della fame alla fine di
marzo 2021. Nel giugno 2021 un tribunale
russo ha vietato qualsiasi forma di
attività per i suoi uffici regionali e
la sua fondazione anti-corruzione,
classificati come attività gestite da
estremisti.
Il premio
Sacharov per la libertà di pensiero è
assegnato ogni anno dal Parlamento
europeo in memoria del fisico sovietico
e dissidente Andrej Sacharov (Андрей
Дмитриевич Сахаров).
Le
dichiarazioni del Cremlino riguardo al
conferimento del premio a Naval'nyj sono
state critiche: "Rispettiamo questo
organismo, ma nessuno può farci
rispettare tali decisioni", ha detto il
portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov (Дмитрий
Серге́евич Песков) in conferenza stampa,
riferendosi al Parlamento europeo.
Aggiungendo che la decisione presa
"svaluta in modo abnorme il significato"
di parole come libertà di pensiero.
L’assegnazione del premio Sacharov a
Naval'nyj, sostenuta dai principali
gruppi politici del parlamento, ha reso
ancora più difficili i rapporti
diplomatici tra l'Unione europea e la
Russia, compromessi in modo grave
dall'annessione della Crimea all'Ucraina
nel 2014.
La partita
internazionale del gas e la neutralità
carbonica della Russia
Mosca non ha
accettato di adeguarsi a quanto deciso
dal G7 sull’energia e sul clima a giugno
di quest'anno durante il vertice della
Cornovaglia. In occasione del G20 di
Roma il ministro degli Affari Esteri
russo Sergej Lavrov (Сергей Викторович
Лавров) ha, infatti, dichiarato che la
Russia non intende fissare come
obiettivo per la neutralità carbonica il
2050. La scelta di fissare un obiettivo
non negoziabile ai Paesi del G20 è
sembrata al rappresentante russo “poco
elegante”. Lavrov ha dichiarato: "Il
2050 non è un numero magico, se questa è
l'ambizione dell'Ue, altri Paesi hanno
altre ambizioni". La Russia intende
invece raggiungere la carbon
neutrality nel 2060. In occasione
del G26 di Glasgow anche la Cina e
l’India hanno dichiarato di voler
posticipare l’obiettivo di abbattere
l’utilizzo dei combustibili fossili al
2060.
Oltre alla
questione ambientale, la partita
energetica si gioca tra Russia e
Occidente anche su un piano strategico.
La diplomazia del gas di Mosca potrà, in
futuro, condizionare i rapporti con
l’Unione Europea. Nonostante le promesse
del Cremlino di aumentare le risorse a
disposizione dell’UE, tre dei cinque
principali impianti di stoccaggio del
gas naturale in Europa: Jemgum, Haidach
e Bergermeer stanno diminuendo e non
aumentando le riserve.
I principali
depositi sotterranei di gas (UGS) di
Gazprom (Газпром) in Europa - Rehden e
Jemgum in Germania e Haidach in Austria
- non sono ancora passati al pompaggio
intensivo. Le loro riserve sono
criticamente basse, nonostante Putin
abbia comunicato a Gazprom di aumentare
il pompaggio agli impianti europei UGS a
partire dall'8 novembre, subito dopo che
i serbatoi russi sono stati riempiti.
Eppure il
livello di riempimento degli impianti di
stoccaggio di Gazprom in Europa rimane
al momento tre volte inferiore alla
media dell'UE; sarà impossibile
recuperare questo gap per quest'anno.
Secondo i
dati degli operatori europei di UGS
forniti dal quotidiano russo
Kommersant (Коммерса́нтъ),
solo 2,8 mln di metri cubi di gas sono
stati pompati a Rehden il 9 e 10
novembre (il suo livello di riserva è
del 9,58%), mentre Jemgum (87,4%) e
Haidach (54,2%) sono in ritiro dall'8
novembre (10 mln e 6 mln di metri cubi
sono stati ritirati rispettivamente nel
9-10 novembre).
Il livello
medio di inventario per tutti gli
impianti di stoccaggio nell'UE, secondo
AGSI+, è del 75,3% e il periodo di
ritiro è perciò già iniziato. Un altro
impianto di stoccaggio di Gazprom,
Bergermeer nei Paesi Bassi, è pieno al
30,71% e sta anche sollevando gas,
secondo gli operatori.
I dati
smentiscono quindi quanto dichiarato da
Gazprom il 9 novembre scorso, dopo
l’approvazione del piano di pompaggio
per gli impianti europei voluta da Putin
stesso.
Le basse
riserve negli impianti UGS di proprietà
di Gazprom in Europa sono legate, tra
l'altro, all'incidente di agosto
all'impianto di trattamento del
condensato di gas di Gazprom a Novy
Urengoy (Новый Уренгой), in Siberia.
Avendo perso parte della sua capacità di
produzione in patria, Gazprom è stata
costretta a diminuire, di conseguenza,
anche il volume di gas pompato
attraverso la Polonia con il gasdotto
Yamal-Europe, che è stato fissato a meno
35-50 milioni di metri cubi al giorno.
Negli ultimi
giorni Gazprom ha dovuto aumentare le
consegne di gas attraverso l'Ucraina e
la Polonia per rimediare ai livelli
molto bassi di inizio novembre. Così,
l'11 novembre, il colosso russo del gas
ha aumentato il suo pompaggio attraverso
l'Ucraina fino ai suoi obblighi
contrattuali di 109 milioni di metri
cubi al giorno. Il carico del gasdotto
Yamal-Europe è aumentato a circa 17
milioni di metri cubi al giorno, che è
comunque cinque volte inferiore alla
reale capacità del gasdotto.
In ogni caso,
riempire gli impianti di stoccaggio di
Gazprom almeno al livello dell'80%,
paragonabile alla media dell'UE,
quest'anno non sembrerebbe essere un
obiettivo realizzabile. Per farlo,
secondo l’analista finanziario Dmitrij
Marinčenko (Dmitriy Дмитрий Маринченко)
di Fitch, un'agenzia internazionale di
valutazione del credito e rating,
servirebbero circa cinque miliardi di
metri cubi di gas aggiuntivi,
considerato che la capacità massima
combinata di pompaggio di Rehden, Jemgum,
Haidach e Bergermeer è di circa 80
milioni di metri cubi al giorno. Per
raggiungere questo obiettivo, Gazprom
dovrebbe massimizzare la capacità del
gasdotto Yamal-Europe per tutto il resto
dell'anno, mentre la compagnia ha
fissato per il gasdotto europeo il
livello minimo fino alla fine di
novembre.
Questa
difficile situazione giunge in un
momento in cui l’Ucraina si trova in un
stato di guerra energetica con la
Russia, che blocca le importazioni dal
Kazakistan, non permettendo che i vagoni
ferroviari con il carbone arrivino in
Ucraina. La Russia ha interrotto le
consegne di carbone termico all'Ucraina
all'inizio di novembre. Il ministero
dell'economia russo ha spiegato che ciò
è dovuto alle crescenti esigenze
all'interno del Paese, allo stesso tempo
vanno mantenute le promesse fatte
all’UE.
In questo
scenario si inseriscono gli Stati Uniti,
che hanno lanciato l'allarme agli
alleati dell'Unione Europea riguardo a
una potenziale invasione dell'Ucraina da
parte della Russia.
La partita
tra Russia e Occidente non si gioca
soltanto sulle forniture di gas, ma su
quello che è stato considerato come
"attacco ibrido" all'UE da parte della
Bielorussia, che sta utilizzando come
una bomba a orologeria la crisi
migratoria al confine tra Polonia e
Ucraina a Hrodno o Grodno (Гро́дна),
ultima tappa per i migranti, per la
maggior parte in fuga dalla Siria, prima
della Polonia. In pochi mesi, la città,
vicina al confine, è diventata il punto
di passaggio obbligato di una nuova
rotta migratoria aperta dal regime di
Minsk in reazione alle sanzioni europee.
Mentre l’UE si prepara, quindi, a varare
per la quinta volta sanzioni nei
confronti della Bielorussia, il
presidente bielorusso Alexander
Lukashenko (Аляксандр Рыгоравіч
Лукашэнкa) ha minacciato, in questo
contesto di accresciuta tensione
diplomatica, di "tagliare" le consegne
di gas naturale. L'inverno si avvicina e
il ricordo della crisi energetica del
2006 riaffiora alla memoria, almeno alla
mia che l’ho vissuta. |