N. 143 - Novembre 2019
(CLXXIV)
RUSSE A ROMA
UN’InTEGRAZIONE SUI GENERIS
di Daria
Addabbo
È
ormai
consuetudine
attribuire
agli
stranieri
in
Italia
storie
preconfezionate
e,
come
tali,
tutte
in
qualche
modo
uguali.
Consuetudine
è
anche
non
immaginare
che
possano
esistere
vie
di
lettura
"individuali",
e
per
questo
appare
necessario
sovvertire
ogni
rigido
pregiudizio.
Questo
l’intento
di
un
lavoro
dedicato
alla
narrazione
di
alcune
storie
di
donne
russe
che
vivono
a
Roma.
All’Olgiata,
oasi
di
lusso
dell’agiata
borghesia
romana,
nella
campagna
di
Roma
Nord,
vivono
numerose
signore
russe.
Sono
Inna,
Oxana,
Eugenia,
Galina,
Polina
e
Tatyana.
Di
aspetto,
sono
esattamente
come
ce
le
saremmo
immaginate,
molto
affascinanti,
ben
curate,
a
tratti
anche
algide
ai
nostri
occhi.
Eccellente
la
loro
formazione,
corposi
i
loro
curricula,
che
segnano
una
grande
distanza
dall’immagine
stereotipata
della
“donna
dell’Est”
arrivata
in
Italia
per
cercare
fortuna.
Sono
infatti
tutte
professioniste
– un
medico
chirurgo,
un’analista
finanziaria,
un’insegnante
di
lingue,
una
ballerina
del
Bolshoi
Ballet
di
Mosca,
un’orafa
–
che
ben
si
prestano
a
raffigurare
quella
ricca
borghesia
russa
che
abbiamo
modo
di
vedere
da
qualche
tempo.
Protagoniste
assolute
di
questo
lavoro
sono
le
loro
importanti
personalità.
“Sovietiche”
nella
tenacia
e
nel
rigore,
declinati
nella
loro
formazione,
spesso
leit
motiv
dell’educazione
impostata
ai
loro
figli,
ma
decisamente
affascinate
dal
romanticismo
italiano.
Molte
di
loro
risiedono
in
Italia
in
seguito
a un
incontro
d’amore.
I
loro
compagni,
tutti
italiani,
costituiscono
il
legame
con
il
nostro
Paese.