N. 52 - Aprile 2012
(LXXXIII)
Rossella Urru
una donna da non dimenticare
di Francesca Zamboni
Sono
trascorsi
cinque
lunghi
mesi
da
quando
Rossella
Urru,
una
ragazza
di
origine
sarda,
è
stata
rapita
insieme
a
due
cooperanti
spagnoli,
Enric
Gonyalons
e
Ainhoa
Fernandez
de
Rincon,
in
un
campo
profughi
saharawi
di
Hassi
Raduni
nel
sud
dell’Algeria.
I
rapitori
li
hanno
portati
via,
nella
notte
tra
il
22 e
il
23
ottobre,
dopo
aver
fatto
irruzione
nelle
loro
stanze
e
dopo
aver
sparato
e
ferito
uno
dei
collaboratori,
che
aveva
opposto
resistenza.
Il
caso
è
stato
trattato
dapprima
dalla
Farnesina
per
poi
diffondersi
attraverso
internet,
social
network
e
trasmissioni
televisive.
A
dicembre
il
rapimento
è
stato
rivendicato
da
una
costola
dissidente
di
Al
Qaeda
nel
Maghreb
islamico,
la
Jamat
Tawhid
Wal
Jihad
Fi
Garbi
Afriqqiya
(Movimento
Monoteista
per
il
Jihad
in
Africa
occidentale),
gettando
nello
sconforto
non
solo
la
famiglia
ma
tutti
coloro
che
hanno
avuto
modo
di
conoscerla
e di
comprendere
la
missione
che
stava
portando
avanti.
Un
dolore
senza
sosta
divenuto
ancora
più
profondo
e
scoraggiante
quando
agli
inizi
di
marzo
si
era
diffusa
la
voce
della
sua
liberazione.
L’incubo
sembrava
terminato;
per
l’Italia
Rossella
era
già
libera
e
tutti
abbiamo
tirato
un
sospiro
di
sollievo,
soffocato
purtroppo
da
un’atroce
smentita
che
ha
scatenato
ulteriore
angoscia
e
sgomento.
E
proprio
il
22
marzo
la
ragazza
ha
compiuto
30
anni,
lontana
dalla
sua
famiglia
e
dalla
sua
Sardegna.
Si
tratta
di
una
vicenda
drammatica
divenuta
fonte
di
solidarietà
proprio
come
quella
di
cui
Rossella
si
era
fatta
portavoce,
un
avvenimento
che
non
può
essere
semplicemente
letto
e
dimenticato.
La
Urru
lavorava
nel
campo
da
due
anni
come
cooperante
del
Cisp
(Comitato
Internazionale
per
lo
Sviluppo
dei
Popoli):
paladina
dei
diritti
umani
a
trecentosessanta
gradi,
sostenitrice
della
pace
e
appartenente
a
una
categoria
di
persone
cosiddette
prescelte.
Insomma,
una
ragazza
lontana
dagli
stereotipi
della
sua
generazione,
facendo
di
questa
trentenne
una
donna
unica
per
valori
e
forza
interiore.
E
sebbene
il
tempo
scorra
inesorabile,
Rossella
Urru
resta
impressa
nelle
menti
di
ognuno
di
noi,
come
se
fosse
sempre
stata
parte
della
nostra
vita.
Per
questo
non
può
e
non
deve
essere
dimenticata.