N. 134 - Febbraio 2019
(CLXV)
Un museo sul Campidoglio
La
nascita
dei
Musei
Capitolini
di
Alfredo
Incollingo
Nel
1734
venne
inaugurato
ufficialmente
il
primo
museo
al
mondo,
i
Musei
Capitolini,
a
Roma,
una
straordinaria
collezione
di
opere
d’arte
antiche
e
moderne.
Sul
Campidoglio,
il
colle
sacro
e
politico
della
Città
Eterna,
tuttora
la
raccolta
di
vestigia
greco-romane
è
custodita
nel
Palazzo
dei
Conservatori
e
nel
Palazzo
Nuovo,
ai
lati
del
Palazzo
dei
Senatori,
progettati
e
realizzati
nel
Cinquecento
da
Michelangelo
Buonarroti
(1475-1564).
I
tre
edifici
affacciano
sulla
splendida
piazza
capitolina,
ornata
al
centro
da
una
statua
equestre
di
Marco
Aurelio,
costruendo
così
una
splendida
e
monumentale
scenografia
urbana.
Per
la
prima
volta,
una
vasta
raccolta
di
sculture
e
reperti
dell’antichità
venne
resa
fruibile
al
pubblico.
Chiunque
poteva
ammirare
liberamente
le
bellezze
del
passato
e
visitare
le
sale
espositive
dei
palazzi
michelangioleschi.
Fino
a
quel
momento,
le
grandi
famiglie
aristocratiche
romane
conservavano
gelosamente
le
loro
collezioni
artistiche,
essendo
dei
patrimoni
inestimabili
da
tramandare
di
generazione
in
generazione.
Clemente
XII
(1693-1769),
che
inaugurò
i
Musei
Capitolini
nel
1734,
intuì
la
necessità
rendere
pubblica
la
ricca
raccolta
archeologica
e
scultorea
custodita
nei
palazzi
senatori
sul
Capidoglio
in
un’epoca
segnata
dalla
rinascita
del
classicismo.
Il
colle
romano
attirò
fin
da
subito
una
moltitudine
di
turisti
e di
studiosi
italiani
e
stranieri
e il
successo
dell’iniziativa
papale
spronò
i
governi
europei
ad
aprire
altre
gallerie
d’arte
nelle
proprie
capitali,
come
il
Louvre
(1793),
a
Parigi.
Le
origini
dell’esposizione
capitolina
risalgono
in
realtà
a
due
secoli
prima,
circa,
quando,
nel
1471,
Sisto
IV
(1414-1484)
donò
alla
città
di
Roma
alcuni
bronzi
conservati,
precedentemente,
presso
la
basilica
di
San
Giovanni
in
Laterano.
Con
il
tempo
la
donazione
sistina
si
arricchì
di
altre
collezioni
artistiche,
cedute
da
papi
(Pio
V),
cardinali
(Alessandro
Albani)
e
importanti
famiglie
aristocratiche
romane
(Pio,
Sacchetti
e
Castellani).
Tra
le
opere
più
rinomate
figura
certamente
la
Lupa
capitolina,
che
fa
parte
delle
statue
bronzee
cedute
da
Sisto
IV.
Risalente
al
XIII
secolo,
con
molta
probabilità,
rappresenta
l’animale
simbolo
della
città,
una
lupa,
la
stessa
che
salvò
Romolo
e
Remo
dalle
acque
del
Tevere,
come
racconta
la
ben
nota
leggenda
sulla
fondazione
di
Roma.
Della
primigenia
collezione
di
reperti
antichi,
facevano
parte
anche
alcune
sezioni
della
statua
colossale
dell’imperatore
Costantino,
ovvero
il
globo,
la
testa
e la
mano,
il
Camillo
e lo
Spinario.
Quest’ultimo
bronzo,
di
fattura
ellenistica,
una
delle
maggiori
attrazioni
del
museo,
rappresenta
un
atleta
seduto
e in
procinto
di
togliersi
una
spina
dalla
pianta
del
piede
sinistra.
Ammirato
dai
viaggiatori
stranieri
che
soggiornarono
a
Roma
nel
medioevo,
furono
realizzate
diverse
copie
in
piena
età
rinascimentale.
Si
annovera,
per
esempio,
una
riproduzione
dell’architetto
e
scultore
fiorentino
Filippo
Brunelleschi
(1377-1446).
La
statua
equestre
di
Marco
Aurelio,
posta
al
centro
della
piazza
capitolina,
è
un'altra
pregevole
opera
della
donazione
sistina.
L’originale
è
conservato
nel
Palazzo
dei
Conservatori
per
proteggerla
dagli
agenti
atmosferici
ed è
stato
sostituito
da
una
copia
fedele.
Per
secoli,
si è
identificato
il
cavaliere
con
l’imperatore
Costantino
e,
per
tale
ragione,
venne
custodita
nella
basilica
di
San
Giovanni
in
Laterano.
Grazie
a
questo
secolare
errore
di
identificazione,
la
statua
non
venne
fusa
per
recuperare
il
pregiato
bronzo.
La
ricchezza
estetica
dei
Musei
Capitolini
è
arricchita
dai
numerosi
cicli
pittorici
commissionati
da
celebri
artisti
nel
Palazzo
dei
Conservatori
a
partire
dal
XVI
secolo.
Oltre
alla
serie
di
raffigurazioni
sulla
fondazione
di
Roma,
che
trae
ispirazione
dall’Ab
Urbe
condita
di
Tito
Livio,
ricordiamo
alcuni
affreschi
su
alcuni
celebri
episodi
della
storia
romana
realizzati
da
Giuseppe
Cesari
(1568-1640),
conosciuto
come
il
Cavalier
d’Arpino,
tra
la
fine
del
Cinquecento
e i
primi
anni
del
Seicento.
Tra
i
principali
dipinti
del
pittore
frusinate
si
annoverano
il
Combattimento
tra
gli
Orazi
e i
Curazi
nell’omonima
sala,
o il
Ratto
delle
Sabine.
La
centralità
dei
Musei
Capitolini
è
confermata
dal
grande
afflusso
di
turisti
che
ogni
anno
li
visitano,
confermando
i
progetti
dei
papi
rinascimentali.
Donando
alla
città
i
grandi
reperti
della
Roma
imperiale,
si
voleva
ribadire
la
continuità
tra
l’Urbe
pagana
e
quella
cristiana,
come
si
doveva
evincere
dalle
meraviglie
artistiche
moderne
e
antiche.
Riferimenti
bibliografici:
Beltramme
Ilaria,
La
storia
di
Roma
in
100
monumenti
e
opere
d'arte,
Newton
Compton,
Roma
2015;
Rendina
Claudio,
La
grande
guida
dei
monumenti
di
Roma.
Storia,
arte,
segreti,
leggende,
curiosità,
Newton
Compton,
Roma
2010.