N. 82 - Ottobre 2014
(CXIII)
LA STORIA DEL ROLAND GARROS
STORIA E CURIOSITÀ DEL PRESTIGIOSO OPEN DI FRANCIA - PARTE II
di Francesco Agostini
La
prima
edizione
del
torneo
francese
si
ebbe
nel
1891
a
Parigi.
Esattamente
come
era
accaduto
a
Wimbledon,
anche
in
Francia
l’esperienza
tennistica
partì
in
sordina,
molto
lentamente,
accogliendo
un
afflusso
di
pubblico
estremamente
limitato.
Tanto
per
dare
l’idea
di
cosa
fu
l’esordio
del
trofeo
parigino,
il
singolare
maschile
iniziò
con
solamente
cinque
uomini
in
tabellone
e a
vincere
fu
Briggs;
cosa
alquanto
bizzarra
perché,
in
quanto
britannico,
poco
abituato
alla
terra
rossa.
Per
gli
altri
tornei
bisognerà
aspettare:
il
singolare
femminile
vedrà
la
luce
nel
1897,
il
doppio
femminile
nel
1907
e
quello
misto
nel
1902.
Dopo
un
inizio
di
transizione
che
non
vide
un
vero
e
proprio
dominatore
ma
tutta
una
serie
di
buoni
giocatori,
il
trofeo
francese
dovette
interrompersi
per
lo
scoppio
della
Prima
Guerra
Mondiale.
Poco
prima
dell’interruzione
però
aveva
fatto
la
sua
apparizione
una
ragazza
che
avrebbe
dominato
a
lungo
il
tennis
parigino
degli
anni
venti:
Suzanne
Lenglen.
Parlare
di
dominio
per
quanto
riguarda
la
Lenglen
potrebbe
sembrare
esagerato
ma
non
è
così;
dalla
parte
della
tennista
francese
stanno
i
numeri,
che
ci
dicono
che
dal
1920
al
1926
Parigi
ha
assistito
a un
suo
vero
e
proprio
assolo.
Fatto
interessante,
la
Lenglen
fu
uno
dei
primissimi
casi
di
celebrità
tennistica,
ciò
che
oggi
chiameremmo
una
vera
e
propria
star.
La
figura
di
Suzanne
era
così
conosciuta
che,
come
accade
a
tutti
i
campioni,
le
fu
affidato
un
soprannome
altisonante,
ossia
“La
Divine”.
Purtroppo
per
lei
però,
la
maestria
e la
forza
che
riusciva
a
mostrare
sul
campo
non
fu
capace
di
trasmetterla
al
proprio
corpo,
spesso
fragile
e
malato.
Ebbe
da
sempre
una
salute
molto
cagionevole
e
basti
pensare
che
in
più
occasioni
la
sua
carriera
fu
rallentata
da
attacchi
d’asma,
pertosse
e
addirittura
ittero,
che
le
fece
saltare
molti
tornei.
Tornei
che,
conoscendo
la
sua
forza,
avrebbe
potuto
vincere
agevolmente.
Nel
giugno
del
1938,
a
soli
trentanove
anni,
le
venne
diagnosticata
una
forma
di
leucemia
e
tre
settimane
dopo,
il
quattro
luglio
1938,
morì
di
anemia
perniciosa.
Alla
sua
memoria
è
dedicato
un
campo
del
Roland
Garros.
Era
normale,
comunque,
che
il
dominio
della
Lenglen
non
sarebbe
durato
a
lungo.
Dopo
di
lei
venne,
infatti,
la
statunitense
Helen
Wills
Moody
che
si
aggiudicò
le
edizioni
del
1928,
del
1929,
del
1930
e
del
1932.
Dal
carattere
freddo,
distaccato
e
quasi
austero,
la
Moody
si
distanziò
anni
luce
dalla
Divine,
tant’è
che
si
guadagnò
a
pieno
titolo
il
soprannome
di “Little
Miss
Poker
Face”,
ossia
“Signorina
faccia
da
poker”.
Per
lei,
che
dominò
a
lunghi
tratti
il
tennis
mondiale,
ebbe
parole
dolcissime
anche
un
grandissimo
attore
e
regista
come
Charlie
Chaplin
che,
rispondendo
alla
domanda
sulla
cosa
più
bella
che
avesse
mai
visto,
disse
che
erano
appunto
le
movenze
in
campo
della
Moody.
Oltre
a
loro
il
tennis
femminile
ebbe
un’altra
importante
protagonista
negli
anni
trenta,
Simone
Mathieu.
La
Mathieu,
nata
come
Passemard,
decise
di
utilizzare
il
cognome
del
marito
al
posto
del
proprio,
segno
del
suo
carattere
forte
e
deciso.
Lo
stesso
carattere
turbolento
la
portò
addirittura
ad
andare
vicino
a
colpire
la
regina
Mary
di
Teck
con
una
pallina,
tirata
per
eccessiva
rabbia
sugli
spalti.
Azione
decisamente
audace
per
i
suoi
tempi.
Comunque
la
Mathieu
non
fu
famosa
solo
per
le
sue
intemperanze,
ma
anche
per
le
sue
incredibili
doti
tennistiche,
che
la
portarono
a
vincere
lo
Slam
per
ben
due
volte,
nel
1938
e
nel
1939.
Dunque,
strano
a
dirsi
e
caso
particolarissimo
nella
storia
del
tennis,
gli
inizi
del
Roland
Garros
furono
tinti
di
rosa,
grazie
alle
campionesse
che
calcarono
i
campi
parigini.
La
Lenglen,
la
Moody
e la
Mathieu
furono
le
stelle
più
brillanti
di
uno
sport
che
da
lì a
poco
sarebbe
esploso
definitivamente
in
tutto
il
mondo.
Uno
sport
elegante
e di
nicchia,
ma
allo
stesso
tempo
anche
di
massa:
in
poche
parole,
il
tennis
nel
vero
senso
della
parola.