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N. 76 - Aprile 2014 (CVII)

LA RIVOLUZIONE FRANCESE E LA FINE DELL’ANCIEN RÈGIME
DAL TERRORE a NAPOLEONE- PARTE III

di Christian Vannozzi

 

Il Terrore fu un periodo storico della Rivoluzione Francese che iniziò nel luglio del 1793. La sua caratteristica peculiare fu il predominio assoluto del Comitato di salute pubblica che introdusse una serie di misure dispotiche e repressive contro i vari oppositori al regime. Fautori di questo furono soprattutto i giacobini alleati con i sanculotti e la piccola borghesia parigina.

 

A sorpresa la Francia Rivoluzionaria dichiarò guerra all’Austria e alla Prussia, dove numerosi nobili e amici dei sovrani si erano rifugiati. Le due potenze europee schierarono i loro eserciti convinte di poter facilmente vincere la guerra, ma a Valmy furono fermate dall’artiglieria francese che sfruttando una fittissima nebbia non permise ai due eserciti di marciare contro Parigi.

 

La vittoria militare, la prima dell’esercito rivoluzionario, permise alle fazioni politiche più intransigenti di prendere il potere effettivo esautorando i moderati. L’Assemblea Nazionale venne sciolta e sostituita con una Convenzione Nazionale, cioè un parlamento incaricato di redigere la Costituzione del nuovo Stato.

 

La condanna e l’esecuzione di Luigi XVI scatenò la violenta reazione dei principati europei che formarono immediatamente una coalizione formata da Austria, Prussia, Piemonte, Stato Pontificio, e Regno di Napoli, che a differenza di quanto accadde a Valmy riportarono una vittoria contro le armate francesi a seguito del tradimento del generale Dumouriez che passò al nemico con i suoi 1500 fedelissimi.

 

La paura dell’invasione permise l’istaurarsi del regime dispotico di Robespierre, che appoggiato dalle frange rivoluzionarie più intransigenti arrivò addirittura a formulare alla Convenzione una costituzione di spiccato stampo socialista, che però non fu mai applicata a causa della guerra.

Per guidare le operazioni belliche fu istituito un Comitato di Salute Pubblica che avrebbe dovuto provvedere alla difesa della nazione sia dai nemici interni che esterni. Per farlo ricorse alle misure più estreme instaurando una vera e propria dittatura militare.

 

Il 5 settembre del 1793 un gruppo di sanculotti armati marciarono contro la Convenzione per farle approvare una legge che garantisse il pane a tutta la popolazione e per far prendere misure più energiche contro i nemici della Rivoluzione. La Convenzione assecondò diverse riforme valute dai sanculotti in modo da garantire la calma in città.

 

Il 9 settembre del 1793 la Convenzione approvò la creazione dell’Armata Rivoluzionaria, che sotto il comando del generale Charles Philippe Ronsin doveva procedere alla requisizione del grano che contadini e proprietari terrieri avevano nascosto per non metterlo al servizio delle città. Questo scaturì forti apposizioni da parte di quei contadini che volevano solamente vivere in pace e non avevano niente in comune con la Rivoluzione.

 

Il Comitato di Salute Pubblica raggiunse il suo apice con la legge del 17 settembre denominata legge sui sospetti. In virtù di questa legge, proposta da Philippe-Antoine Merlin de Douai e Jean-Jacques Régis de Cambacérès, si poteva incarcerare e anche giustiziare chiunque fosse stato anche solo sospettato di essere nemico della Rivoluzione. Finirono quindi sotto la ghigliottina quasi tutti i nobili e le loro famiglie, poiché era facile sospettarli di non essere a favore del nuovo Governo.

 

Anche la religione cattolica fu duramente attaccata durante il 'Terrore', in quanto venne considerata superstiziosa e tirannica, tanto che il deputato François-Antoine de Boissy d'Anglas affermò: 'Il cattolicesimo è servile per sua natura al dispotismo per essenza, intollerante e dominatore, abbruttente per la specie umana, complice di tutti i crimini del re'.

 

La Convenzione stabilì quindi, assieme al Comitato di Salute Pubblica, la chiusura di tutte le chiese cattoliche, si requisirono i beni della Chiesa e numerosi preti ostili alla rivoluzione furono condannati a morte. Fu anche cambiato il calendario che ebbe il suo anno ufficiale nel settembre del 1792, anno di proclamazione della Repubblica. Il cattolicesimo fu sostituito dal culto dei martiri della rivoluzione. L’apice dell’anticlericalismo fu raggiunto quando si fece della Cattedrale di Notre-Dame il teatro di feste in onore alla Dea Ragione.

 

Non si risparmiarono neanche i più moderati, cioè gli indulgenti che avevano in Danton e Desmoulins i propri leader. I due furono giustiziati il 4 aprile dello stesso anno assieme a dei generali controrivoluzionari accusati di essere nemici della Rivoluzione.

 

Il culto della Dea Ragione che fu ideato dagli Hebertisti fu sostituito, per volere dello stesso Robespierre, dal culto dell’Essere Supremo, un culto essenzialmente deista che ammetteva l’esistenza di Dio e portava all’estremo le facoltà della Ragione per elaborare una religione non superstiziosa, intelligente ed esauriente che non aveva nessun tratto in comune con il cattolicesimo. All’ateismo che volevano diffondere gli Hebertisti si contrappose, dunque, un cristianesimo di tipo diverso, che accettava la morale cristiana e l’immortalità dell’anima e i valori sociali come l'amicizia, la fraternità, l'uguaglianza, la virtù, e la gioia.

 

Con le vittorie militari riportate delle armate francesi contro le coalizioni europee e anche a seguito della condanna di Danton, leader molto amato dal popolo, i poteri del Comitato di Salute Pubblica iniziavano a sembrare non più necessari e il dispotismo di Robespierre mal tollerato. Per questa ragione i membri della Convenzione più ostili a Robespierre come Joseph Fouché, Jean-Lambert Tallien e Paul Barras iniziarono una forte opposizione contro il leader del Comitato.

 

Il 26 luglio del 1794 Robespierre attaccò la Convenzione duramente in aula, auspicando un nuovo rinnovamento degli ideali rivoluzionari che a suo avviso stavano per essere annacquati a causa di alcuni deputati. Il giorno successivo il braccio destro di Robespierre Saint-Just, fu duramente criticato alla Convenzione, e lo stesso Robespierre fu arrestato ma immediatamente liberato dai parigini che lo portarono in salvo nel Municipio.

 

A quel punto intervenne la Guardia Nazionale sotto la guida del deputato Barras che la mattina del 28 luglio attaccò e sconfisse i seguaci di Robespierre che resistevano nel Municipio. Robespierre, rimasto ferito durante gli scontri, fu arrestato insieme a numerosi suoi fedeli, tra cui Saint-Just, Couthon, Le Bas e suo fratello Augustin. Furono tutti ghigliottinati.

Il giorno passò alla storia come 'Reazione Termidoriana' dal termidoro, mese in cui, secondo il calendario rivoluzionario, si compirono i fatti.

 

La nuova costituzione fu ratificata il 17 agosto del 1795, più moderata della precedente e meno vicina alle esigenze del popolo. A uscirne vincitori furono i borghesi e i nobili liberali, che volevano si uno Stato nuovo e dinamico ma che potesse soddisfare le loro esigenze e non quelle dei più poveri. Da quel momento i cittadini comuni persero gran parte dei loro poteri e finirono per essere governati da una nuova classe nobiliare, questa volta non più legata al sangue e alla dinastia ma al denaro.

 

Il potere legislativo, secondo la nuova costituzione repubblicana, era esercitato da un nuovo parlamento, bicamerale, formato dalla camera dei Cinquecento e un Consiglio degli Anziani di 300 membri. Una camera quindi più dinamica e una più riflessiva che doveva servire da contrappeso alla prima camera.

 

Il potere esecutivo era invece esercitato dal Direttorio che veniva formato da 5 membri nominati dal Consiglio degli Anziani in base a una lista stillata dal Consiglio dei Cinquecento. Il Direttorio e i ministri nominati non potevano essere destituiti dalle due camere e il direttorio non poteva sciogliere le camere indicendo nuove elezioni. In pratica in caso di problemi con la maggioranza istituzionale si creava uno stallo.

 

Una volta esautorati i giacobini per i termidoriani i nemici divennero i monarchici, che potevano contare su un numero consistente di voti fuori Parigi e nelle campagne francesi. Per ovviare a questo problema, la Convenzione approvò una particolare legge elettorale che passò all storia come legge dei 2/3. In pratica i 2/3 dei seggi dei due nuovi Consigli, il Consiglio dei Cinquecento e il Consiglio degli Anziani, doveva essere formato da 2/3 dei membri provenienti dalla Convenzione che andava sciolta. Questo rese la vittoria dei moderati scontata con grande malcontento dei realisti che avevano combattuto al loro fianco contro l'estremismo giacobino. Le elezioni furono stabilite per il 12 ottobre del 1795.

 

I monarchici a quel punto non poterono far altro che insorgere, e il 5 ottobre aprirono le ostilità contro la Convenzione ma furono sterminati nel famigerato massacro di Parigi, dove corazzieri e artiglieria spararono contro donne e anziani che con i forconi in mano chiedevano maggiore democrazia elettorale.

 

Nel maggio del 1796, la società degli Eguali organizzò una sommossa contro lo stesso direttorio chiedendo la costruzione di un nuovo stato sociale di stampo socialdemocratico. Si voleva arrivare alla completa abolizione della proprietà privata in modo che tutti potessero godere dei frutti della terra e a nessuno sarebbe mai mancato il pane. I leader di quella che passerà alla storia come 'La Congiura degli Eguali' furono François-Noël Babeuf detto Gracco, l'italiano Filippo Buonarroti e Augustin Darthè. Nonostante la sconfitta e la condanna al carcere Buonarroti riuscì a fuggire e continuò a fare propaganda in tutta Europa.

 

Le elezioni del 1798 avrebbero visto il ritorno al potere dei giacobini, ma una nuova 'truffa elettorale' che prevedeva la nomina di metà dei deputati da parte dei deputati dei due Consigli, fecero si che Barras e i Termidoriani rimanessero al potere, ma ormai era scontato che il potere Termidoriano si basava su brogli e soprusi ed era totalmente screditato agli occhi del popolo.

 

Fu in questo clima politico, aggravato da una nuova crisi economica che salì alla ribalta il giovane generale Napoleone Bonaparte, originario della Corsica e di famiglia toscana appartenente alla media borghesia. L'episodio dello sterminio dei realisti alla Piazza di Parigi che era da lui comandata lo fece entrare nelle grazie del capo indiscusso del direttorio termidoriano, il corrottissimo Barras che lo nominò generale di Corpo d'armata dell'Interno.

Le vittorie in Italia, nonostante una piccola armata priva di mezzi pesanti quali cannoni e obici, gli fecero facilmente acquisire una grandissima popolarità, tanto da offuscare la figura stessa di Barras che a quel punto non lo vide più come una pedina da utilizzare ma come un possibile antagonista politico.

 

Il 18 brumaio, Napoleone, con l'appoggio del fratello Luciano, presidente del Consiglio dei Cinquecento, entrò nella sala dove si riuniva il Consiglio e disperse i deputati a lui ostili. I rimanenti votarono lo scioglimento delle camere e del direttorio e i pieni poteri a un consolato formato da tre uomini, Roger Ducos, Sieyès e Napoleone. Era la fine della Rivoluzione e l'inizio di un consolato che porterà Napoleone a diventare Imperatore dei francesi e la Francia a dominare sull'intera Europa per 15 anni.



 

 

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