N. 142 - Ottobre 2019
(CLXXIII)
una divinità egizia a roma
il ritrovamento di una statuetta del dio Ptah
di
Roberto
Giordano
Il
tracciato
attuale
della
via
di
Boccea
segue,
in
parte,
quello
dell’antica
via
Cornelia.
Questa
faceva
parte
di
un
complesso
sistema
viario,
comprendente
la
via
Trionfale,
la
via
Aurelia
Nova,
la
via
Aurelia
Vetus,
che
collegava
Roma
con
l’Etruria.
La
via
Cornelia
attraversava
l’Ager
Vaticanus,
transitando
da
Valcanuta,
Montespaccato,
Casalotto
di
Porcareccia,
Santa
Rufina
e
Boccea;
giungeva
infine
a
Santa
Maria
di
Galeria.
L’andamento
della
strada
seguiva
le
accidentalità
dell’Agro
romano
e,
per
attenuare
le
pendenze,
transitava
nelle
tipiche
“tagliate”
etrusche,
da
cui
derivò
il
toponimo
di “Montespaccato”,
che
denota
la
zona
nei
pressi
della
Villa
Fogaccia.
Notevoli
testimonianze
della
Cornelia
furono
ritrovate,
in
diverse
occasioni,
durante
gli
anni
della
bonifica
del
conte
Fogaccia.
A
volte
si
trattava
di
semplici
reperti:
murature,
marmi,
mattoni
forati,
tubi
in
piombo,
travertini
lavorati,
cisterne
rivestite
di
cocciopisto;
reperti
che
si
facevano
sempre
più
rari
allontanandosi
dalla
città.
In
alcuni
casi
sono
stati
ritrovati
anche
elementi
preziosi:
vasi
lacrimatoi,
mosaici,
un
piede
in
terracotta,
urne
cinerarie,
lampade
in
coccio,
un’ara
votiva.
Da
ricordare
in
particolare
un
sarcofago,
forse
cristiano,
oggi
addossato
alla
villa
e
trasformato
in
fioriera.
Dalla
tenuta
di
Villa
Fogaccia,
inoltre,
proviene
una
piccola
scultura
egizia:
si
tratta
di
un
frammento
di
statuetta
del
dio
Ptah,
di
pregevole
lavorazione.
La
scultura,
in
basalto
nero,
priva
della
testa
e
dei
piedi,
rappresenta
il
dio
nel
suo
consueto
schema
iconografico;
avvolto
per
intero
dal
manto,
in
un
guaina
a
rete
lavorata
accuratamente,
adorno
di
un
splendida
collana,
con
lo
scettro
impugnato
davanti
alla
persona.
L’altezza
del
reperto
è di
circa
9
centimetri,
mentre
per
l’intera
statuetta
deve
ipotizzarsi
un’altezza
di
circa
13
centimetri.
La
statuetta
può
essere
datata
ad
epoca
tarda,
tolemaica
o
romana.
Sul
pilastro
dorsale
è
visibile
un
frammento
di
iscrizione
che,
pur
ricalcando
una
formulazione
usuale,
presenta
alcune
particolarità.
Questa
iscrizione,
inoltre,
è
rovinata
nella
parte
inferiore
della
figura
e,
pertanto,
rimane
incerto
il
senso
degli
ultimi
segni.
L’iscrizione
sembra
rivelare
una
scarsa
abilità
da
parte
dell’esecutore
che
potrebbe
essere
dovuta
a
una
copia
eseguita
da
un
testo
il
cui
andamento
poteva
essere
diverso.
La
traduzione
dell’iscrizione
sarebbe
la
seguente:
“Parole
dette
da
Ptah
che
è a
meridione
del
muro,
Signore
di
Ankhtauy
(Menfi),
il
padre
degli
dei”.
Dopo
la
parte
iniziale,
tipica
delle
formule
sacre,
si
trova
il
nome
del
dio
Ptah,
seguito
da
titoli
che
precisano
l’ambito
geografico,
e
cioè
l’antico
tempio
dedicato
al
dio
in
Menfi.
Sembra
plausibile
ipotizzare
che
la
statuetta
sia
stata
portata
a
Roma
proprio
da
Menfi,
forse
come
ricordo
di
una
visita
all’antichissimo
tempio
di
Ptah.
Il
grande
archeologo
Massimo
Pallottino,
che
pubblicò
la
scultura
nel
1936,
si è
soffermato
sulla
particolarità
dell’abito,
che
doveva
caratterrizzarsi
per
una
reticella
sovrapposta
alla
guaina
vera
e
propria
che
avvolge
il
dio
Ptah,
questa
rete
trova
un
confronto
in
quelle
impreziosite
da
perline
che
erano
applicate
anche
alle
mummie.
La
provenienza
da
villa
Fogaccia
di
questo
prezioso
reperto
della
civiltà
egizia
(purtroppo
oggi
non
più
rintracciabile)
e,
probabilmente,
anche
di
un’altra
statuetta
in
pietra
verde
raffigurante
un
babbuino
(conservata
ai
Musei
Vaticani),
può
far
ipotizzare
la
presenza
in
loco
di
un
ambiente
di
culto,
probabilmente
privato
e
risalente
al
periodo
imperiale
romano;
sono
scarsi
dei
dati
precisi
ma
sappiamo
che
Villa
Fogaccia
insiste
sull’area
di
un’antica
villa
romana.
In
ogni
caso
queste
testimonianze
sono
importanti
al
fine
di
ricostruire
il
quadro
della
presenza
dei
culti
egizi
nell’antica
Roma.
Riferimenti
bibliografici:
G.
Capriotti
Vittozzi,
Un
cinocefalo
verde
e il
dio
Ptah
a
Boccea,
in
Bullettino
della
Commissione
archeologica
Comunale
di
Roma,
2006,
pp.
121
–
124
E.
Stanco,
G.
Gazzetti,
Contributo
per
una
carta
archeologica
circoscrizionale,
in
Il
suburbio
di
Roma
tra
le
vie
Aurelia
e
Cornelia,
1984,
pp.
15 -
34
M.
Pallottino,
Statuetta
frammentaria
di
Ptah
con
costume
a
rete,
in
Notizie
e
Scavi,
serie
6,
XII,
1936,
p.
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