contemporanea
LAWRENCE D’ARABIA
BREVE RITRATTO DI UNA POLIEDRICA
LEGGENDA
di Antonino Cambria
Il primo problema nella trattazione del
personaggio storico di Lawrence d’Arabia
è la rappresentazione delle sue origini.
Lawrence d’Arabia è una figura associata
a quella dell’archeologo, studente,
ufficiale dell’esercito britannico
Thomas Edward Lawrence. Si potrebbe dire
che la storia di Lawrence d’Arabia è
l’enigma centrale dello stesso Lawrence.
Richard Aldington nella descrizione del
personaggio ha evidenziato che il primo
e unico testimone dei discorsi e delle
azioni di Lawrence è lo stesso Lawrence.
Solo poche persone possono essere
considerati biografi di Lawrence: alcuni
colleghi del Arab Bureau, i
fratelli e i destinatari delle sue
lettere, come Charlotte Shaw.
Lawrence incontrò Charlotte Shaw, moglie
del colonnello Shaw, nell’appartamento
nella terrazza di Adelphi, a Londra.
Iniziarono un frenetico scambio di
corrispondenza, poiché Lawrence trovò in
lei la figura materna a cui confidare i
propri segreti. Altra unica fonte di
rilievo è il suo libro I sette
pilastri della saggezza.
Le origini dell’enfant étrange
Thomas Edward Lawrence nacque il 15
agosto del 1888, a Tremadoc, nel
Caernavonshire. Fu registrato nella
contea del Galles il 16 agosto del 1888
permettendogli, in futuro, di
frequentare una scuola religiosa a
Oxford. Dopo la sua nascita, Ned, così
chiamato in casa, e la sua famiglia si
trasferirono in Scozia e per un breve
periodo a Dinard.
La fortuna di Thomas Edward Lawrence fu
di vivere in un periodo fiorente per
l’impero inglese tra il 1888 e il 1914.
La Gran Bretagna era una grande potenza
imperiale e i leader britannici
mostrarono il loro senso di
responsabilità morale nel fornire ai
popoli colonizzati un governo competente
ed equo, usando tuttavia la retorica
dell’etica cristiana per soddisfare i
loro interessi coloniali. Circolava un
palese patriottismo britannico che era
al suo apice, jingoism, basato
sulla superiorità degli inglesi
soprattutto nel campo della politica
estera e i sovrani coloniali britannici
praticavano il “dominio indiretto”.
Cercavano di mantenere un controllo
attraverso le strutture esistenti,
mantenendo lo status di capi
locali, al contrario dei sovrani
imperiali francesi, che tendevano a
sostituire la struttura sociale indigena
e la cultura nelle loro colonie con la
loro. In quegli anni la rivoluzione
industriale aveva lanciato l’avanzamento
sempre più rapido della tecnologia.
Thomas Edward Lawrence era bravo nei
numeri e nelle lingue, aveva
un’eccellente memoria. Un giovane forte
e attivo. Gli piaceva andare in
bicicletta, nuotare, andare in canoa e
lottare. Aveva una testa grande,
probabilmente più grande del normale; il
suo corpo era più piccolo a causa di un
incidente in età adolescenziale.
Combattendo con un ragazzo si ruppe una
gamba e questo shock fisico non permise
al corpo di svilupparsi normalmente.
Aveva talento e una mente originale,
attenta e creativa con una rapida
comprensione di domande pratiche. Poteva
assorbire grandi quantità di
informazioni complesse e trarre
conclusioni interessanti. Poteva non
impressionare, almeno a prima vista. Era
alto soltanto 1 metro e 66 centimetri,
ma aveva ereditato da sua madre una
forza di volontà di ferro. Aveva i
capelli biondi e dei notevoli occhi
celesti, penetranti e cristallini,
capaci di colpire le persone.
Lo stesso Churchill lo definì uno dei
migliori uomini del loro tempo. I suoi
appunti, diffusi in tutto il mondo,
grazie all’industria cinematografica
permisero di conoscere Thomas Edward
Lawrence come Lawrence D’Arabia.
Comunque, per qualcuno non fu una
leggenda. Richard Aldington cercò di
abbattere la leggenda di Lawrence
d’Arabia con l’intento di dimostrare che
Lawrence fosse solo un impostore.
La sua formazione
All’età di 15 anni, acquisì dal padre
l’interesse per l’archeologia, in
particolare per castelli e
fortificazioni medievali. Lawrence
scelse come oggetto della Tesi di Laurea
“l’influenza delle crociate
sull’architettura militare europea
medievale”; nel 1909 trascorse
l’estate in Siria e Palestina, visitando
castelli crociati per la sua Tesi,
presentata a Oxford poco dopo il suo
ritorno, e che divenne un libro oggi
noto come Crusades Castles. Il
premio gli permise di ottenere un
piccolo budget e di incontrare al
Magdalen College il futuro Comandante
David George Hogarth che gli diede la
possibilità di unirsi successivamente
agli scavi inglesi a Jerablus, città
fortezza dell’Impero ittita chiamata
Carchemish.
Lawrence si occupò della parte dei
reperti in ceramica e fu addetto alla
fotografia, alla conservazione e
registrazione degli oggetti ritrovati;
durante questo periodo ebbe
l’opportunità di rimanere in contatto
con gli arabi, di vivere tra loro e
impararne la cultura. Il suo successo si
basò nella capacità di penetrare la
cultura araba e acquisire tanta
esperienza e conoscenza dei luoghi che
in futuro sarebbero stati scenario di
Guerra.
Durante la Guerra
Lawrence lavorò come Ufficiale nello
staff agli ordini di Clayton, nella
sezione di Intelligence di Sir
Archibald Murray, con l’incarico della
distribuzione dell’esercito turco e
della preparazione delle mappe.
Introdusse l’invenzione del Arab
Bulletin, una registrazione
settimanale segreta della situazione
politica, e non solo, mediorientale.
Successivamente iniziò la sua attività
sul campo, supportando le rivolte arabe
e cercando di posizionare il sovrano
Feisal come Re per l’unificazione delle
Tribù arabe. Lawrence D’Arabia guidò
senza problema le milizie arabe per la
lotta contro i turchi e i tedeschi.
Durante i quattro anni di guerra furono
intraprese varie azioni sovversive, come
attacchi a ponti, ferrovie e alle truppe
avversarie, culminate nell’attacco e
conquista della città di Aqaba. Tutte le
sue imprese vengono riportate nel suo
capolavoro.
Il suo capolavoro: I sette pilastri
della saggezza
Il libro si apre con la prefazione di
Arnold Walter
Lawrence, dove spiega il perché del
titolo. I sette pilastri potrebbe essere
stato ripreso dalla Bibbia, nel libro
dei Proverbi (IX. I). In effetti, i
proverbi recitavano che: “La saggezza ha
costruito una casa: ha scavato i suoi
sette pilastri”. Il fratello minore di
Lawrence ritenne anche che il titolo i
sette pilastri possa riferirsi alle
sette città che visitò e gli appunti di
guerra da lui raccolti li utilizzò per
scrivere tale opera.
Nell’introduzione, Lawrence affermò
l’essenza del capolavoro: «In queste
pagine la storia non è del movimento
arabo, ma di me in esso. È una vita
narrativa quotidiana, fatti cattivi,
piccole persone […] Qui non ci sono
lezioni per il mondo, nessuna
divulgazione per scioccare le persone».
The Seven Pillars ebbe un enorme
successo, grazie anche al supporto
dell’industria cinematografica,
trattando la rivoluzione araba per
l’indipendenza durante il periodo della
prima guerra Mondiale. Un conflitto che
ha avuto luogo nella cosiddetta Terra
Santa tra la popolazione araba,
l’esercito turco supportato da quello
tedesco e l’esercito inglese in
collaborazione con quello francese.
Il 13 maggio 1935 Thomas Edward Lawrence
stava tornando a casa in sella alla sua
moto, quando ebbe un incidente con due
ciclisti, e per evitarli sterzò finendo
fuori strada e colpendo con violenza la
testa. Il 19 maggio del 1935, dopo sei
giorni di coma, morì. Fu sepolto il 21
maggio 1935 a Moreton. Lo scultore Eric
Kennington realizzò un busto, che fu
posto nei sotterranei sotto la
Cattedrale di Saint-Paul. Il suo chalet,
sulla collina di Clouds, divenne un
museo.
Lawrence può essere considerato, un
archeologo, una spia, uno studente, un
ribelle, un tenente, uno scrittore, un
poeta, un re del deserto, ma di sicuro,
fu un uomo divenuto leggenda. Va,
comunque, considerato un importante
scrittore di letteratura inglese per
aver reso vivo il deserto con la sua
opera portando con sé un pezzo della sua
maestà.
Riferimenti bibliografici:
Aldington R., Lawrence of Arabia,
Penguin Books, 1971.
Knightley P., Simpson C., and Laffont
R., Les Vie Secretes De Lawrence
D’Arabia, 1970.
Lawrence T.E., Crusades Castles,
preface by Franco Cardini. 1989
Lawrence, T.E., The Seven Pillars of
Wisdom, a Triumph, Penguins, 1962.
Stephan R., Thomas E. Lawrence,
par Roger Stephan, “La Bibliotheque
Ideale”, Gallimard, 1960. |