Rhino (Hосоріг) è
il terzo e ultimo film del registra
ucraino Oleh Sencov (Олег
Геннадійович Сенцов), presentato
nella sezione Orizzonti Extra della
78. Mostra Internazionale d'Arte
Cinematografica della Biennale di
Venezia.
La storia si svolge in una città
industriale di provincia
nell'Ucraina degli anni Novanta,
dove un giovane, soprannominato
Rhino, sperimenta nell’infanzia e
nell’adolescenza la violenza
scaturita in una terra di nessuno
dal drammatico passaggio da
un’economia socialista a una di
mercato. Come tanti giovani senza
futuro Rhino s’inserisce in uno dei
clan della criminalità organizzata
locale, che sorgono come funghi nei
Paesi dell’ex blocco sovietico dopo
il crollo dei regimi socialisti.
Rhino fa una fulminea ascesa e
diventa un gangster cinico e
violento in una spietata società
post-comunista, che gli porterà
fama, rispetto e ricchezza, ma
ipotecherà il suo futuro come padre
e marito. Più il gangster diventa
potente e più è dilaniato da
rimorsi, mentre vede pian piano i
suoi scagnozzi essere arrestati o
assassinati da clan nemici. Quando
tocca il fondo, senza più affetti
sinceri accanto a lui, cerca
un’espiazione con cui redimersi.
Con Sencov esploriamo il lato oscuro
della natura umana attraverso il
viaggio nell’animo turbato di Rhino,
spettatori come il misterioso uomo
che lo accompagna in macchina e con
il quale Rhino ripercorre le fasi
della sua vita.
«RHINO non è un film
principalmente sulla criminalità,
gli omicidi e le sparatorie. È un
film su un uomo che ha vissuto quel
periodo difficile e che ora porta un
peso interiore con cui cerca di fare
i conti», ha dichiarato Sencov.
Il regista ha voluto costruire la
narrazione su due orizzonti
temporali: il passato e il presente.
Dall’infanzia difficile che ha
portato il protagonista a diventare
violento e cinico al tentativo di
ricominciare una vita “normale” e
onesta in completa clandestinità in
Germania.
All’interno di questa narrazione
cronologica, divisa in quattro
frammenti separati, da collante
fanno le scene in auto con un
misterioso personaggio, un
Mefistofele contemporaneo o una voce
della coscienza, con cui Rhino deve
confrontarsi, deve confessare i suoi
misfatti da gangster da strapazzo,
ma anche i suoi timori di essere
umano, che rivela un mondo interiore
fragile.
I quattro frammenti, come le quattro
stagioni della vita di Rhino, hanno
delle caratteristiche ben precise,
come ha spiegato Sencov nelle sue
note di regia: Il passato è girato
in toni caldi e ha un ritmo
dinamico, saturo di incidenti, con
una maggiore diversità di
inquadrature in cui predominano
singole inquadrature, ognuna da una
prospettiva unica, non ripetitiva e
senza tagli. Un colore scuro, che
ricorda il rosso terracotta
sottolinea l'intero film, con gli
edifici, l’interno degli
appartamenti, i marciapiedi e
persino le vie sferrate della città
sono di questo colore. In realtà, il
colore è il risultato della polvere
e delle particelle che ricoprono la
città di Kryvyi Rih, una città
industriale dove si lavora il
minerale di ferro. Nel film, il
rosso fa riferimento al sangue
secco, il compagno costante del
viaggio di Rhino. Il presente è
ambientato in una sera piovosa
d'autunno. Ha un aspetto più
lussureggiante e intimo nei freddi
toni blu-neri.
A interpretare il ruolo del
protagonista in modo convincente un
esordiente ma tutt’altro che
sconosciuto in patria, Serhii
Filimonov (Сергій Філімонов).
Parliamo di un veterano della guerra
russo-ucraina, un leader del
movimento giovanile "Onore", nonché
noto attivista del movimento
ambientalista, dei diritti umani e
contro l'edilizia illegale. Ha
organizzato diverse proteste
pacifiche in difesa dei prigionieri
politici, come per Serhij Sternenko
(Сергій Стерненко), YouTuber,
attivista politico e avvocato che ha
fondato la ONG Non indifferenti (Небайдужі)
e in carcere per motivi politici, o
per le vittime di crimini politici,
come Kateryna Handziuk (Катерина
Вікторівна Гандзюк), che è stata
aggredita con l'acido solforico il
31 luglio 2018 ed è morta il 4
novembre successivo in seguito alle
lesioni riportate.
Apprezzabile anche la recitazione di
Yevhen Chernikov (Євген Черніков),
l’uomo in auto (Чоловік в машині),
attore originario della Crimea, come
Sencov, che è nato a Sinferopoli
(Симферополь) e che si è trasferito
a Kiev (Київ), dopo l’annessione
della regione da parte della Russia.
Come nel caso di Filimonov,
Chernikov ha un vissuto che rende
ancora più credibile la sua
recitazione.
La sofferenza che trasuda dal film
non è sconosciuta neanche al
regista, che arrestato l'11 maggio
2014 in Crimea per motivi politici,
sconta in carcere un’ingiusta pena
per oltre cinque anni, fino a che è
stato rilasciato il 7 settembre
2019, nell'ambito di uno scambio di
prigionieri tra Russia e Ucraina.