[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

165 / SETTEMBRE 2021 (CXCVI)


arte

Rhino
ascesa e declino di un gagster nella Kiev degli anni Novanta
di Leila Tavi

 

Rhino (Hосоріг) è il terzo e ultimo film del registra ucraino Oleh Sencov (Олег Геннадійович Сенцов), presentato nella sezione Orizzonti Extra della 78. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

 

 

La storia si svolge in una città industriale di provincia nell'Ucraina degli anni Novanta, dove un giovane, soprannominato Rhino, sperimenta nell’infanzia e nell’adolescenza la violenza scaturita in una terra di nessuno dal drammatico passaggio da un’economia socialista a una di mercato. Come tanti giovani senza futuro Rhino s’inserisce in uno dei clan della criminalità organizzata locale, che sorgono come funghi nei Paesi dell’ex blocco sovietico dopo il crollo dei regimi socialisti. Rhino fa una fulminea ascesa e diventa un gangster cinico e violento in una spietata società post-comunista, che gli porterà fama, rispetto e ricchezza, ma ipotecherà il suo futuro come padre e marito. Più il gangster diventa potente e più è dilaniato da rimorsi, mentre vede pian piano i suoi scagnozzi essere arrestati o assassinati da clan nemici. Quando tocca il fondo, senza più affetti sinceri accanto a lui, cerca un’espiazione con cui redimersi.

 

Con Sencov esploriamo il lato oscuro della natura umana attraverso il viaggio nell’animo turbato di Rhino, spettatori come il misterioso uomo che lo accompagna in macchina e con il quale Rhino ripercorre le fasi della sua vita.

 

«RHINO non è un film principalmente sulla criminalità, gli omicidi e le sparatorie. È un film su un uomo che ha vissuto quel periodo difficile e che ora porta un peso interiore con cui cerca di fare i conti», ha dichiarato Sencov.

 

Il regista ha voluto costruire la narrazione su due orizzonti temporali: il passato e il presente. Dall’infanzia difficile che ha portato il protagonista a diventare violento e cinico al tentativo di ricominciare una vita “normale” e onesta in completa clandestinità in Germania.

 

All’interno di questa narrazione cronologica, divisa in quattro frammenti separati, da collante fanno le scene in auto con un misterioso personaggio, un Mefistofele contemporaneo o una voce della coscienza, con cui Rhino deve confrontarsi, deve confessare i suoi misfatti da gangster da strapazzo, ma anche i suoi timori di essere umano, che rivela un mondo interiore fragile.

 

I quattro frammenti, come le quattro stagioni della vita di Rhino, hanno delle caratteristiche ben precise, come ha spiegato Sencov nelle sue note di regia: Il passato è girato in toni caldi e ha un ritmo dinamico, saturo di incidenti, con una maggiore diversità di inquadrature in cui predominano singole inquadrature, ognuna da una prospettiva unica, non ripetitiva e senza tagli. Un colore scuro, che ricorda il rosso terracotta sottolinea l'intero film, con gli edifici, l’interno degli appartamenti, i marciapiedi e persino le vie sferrate della città sono di questo colore. In realtà, il colore è il risultato della polvere e delle particelle che ricoprono la città di Kryvyi Rih, una città industriale dove si lavora il minerale di ferro. Nel film, il rosso fa riferimento al sangue secco, il compagno costante del viaggio di Rhino. Il presente è ambientato in una sera piovosa d'autunno. Ha un aspetto più lussureggiante e intimo nei freddi toni blu-neri.

 

A interpretare il ruolo del protagonista in modo convincente un esordiente ma tutt’altro che sconosciuto in patria, Serhii Filimonov (Сергій Філімонов). Parliamo di un veterano della guerra russo-ucraina, un leader del movimento giovanile "Onore", nonché noto attivista del movimento ambientalista, dei diritti umani e contro l'edilizia illegale. Ha organizzato diverse proteste pacifiche in difesa dei prigionieri politici, come per Serhij Sternenko (Сергій Стерненко), YouTuber, attivista politico e avvocato che ha fondato la ONG Non indifferenti (Небайдужі) e in carcere per motivi politici, o per le vittime di crimini politici, come Kateryna Handziuk (Катерина Вікторівна Гандзюк), che è stata aggredita con l'acido solforico il 31 luglio 2018 ed è morta il 4 novembre successivo in seguito alle lesioni riportate.

 

Apprezzabile anche la recitazione di Yevhen Chernikov (Євген Черніков), l’uomo in auto (Чоловік в машині), attore originario della Crimea, come Sencov, che è nato a Sinferopoli (Симферополь) e che si è trasferito a Kiev (Київ), dopo l’annessione della regione da parte della Russia. Come nel caso di Filimonov, Chernikov ha un vissuto che rende ancora più credibile la sua recitazione.

 

La sofferenza che trasuda dal film non è sconosciuta neanche al regista, che arrestato l'11 maggio 2014 in Crimea per motivi politici, sconta in carcere un’ingiusta pena per oltre cinque anni, fino a che è stato rilasciato il 7 settembre 2019, nell'ambito di uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]