N. 6 - Giugno 2008
(XXXVII)
RENATO SCHIFANI
CHI è COSTUI?
di Luigi Buonanno
Riflettendo sul livello culturale e sulla qualità dell’informazione del popolo italiano, ho pensato che fosse
importante far conoscere alle persone i politici che
li rappresentano.
Il soggetto in questione è l’attuale Presidente del
Senato.
Nato a Palermo nel 1950, Renato Giuseppe Schifani è
laureato in giurisprudenza e sarebbe anche un
avvocato (in passato probabilmente esperto di
questioni urbanistiche).
Negli anni Ottanta è stato socio con l’onorevole
Enrico La Loggia della società di brookeraggio
assicurativo “Siculabrokers”, assieme a Nino Mandalà,
considerato uno dei boss di Villabate e condannato
in primo grado a 8 anni per mafia e 4 anni per
intestazione fittizia dei beni. Altro socio, Benny
D’Agostino. Condannato per concorso esterno ad
associazione mafiosa.
Tutta brava gente...
Secondo il pentito Francesco Campanella, negli anni
Novanta il piano regolatore di Villabate, ovvero lo
strumento di programmazione fondamentale in funzione
della creazione del centro commerciale, attorno al
quale ruotavano gli interessi di mafiosi e politici,
sarebbe stato concordato da Antonino Mandalà con
l’onorevole La Loggia (ex soci di Schifani).
L’operazione avrebbe previsto l’assegnazione
dell’incarico ad un loro progettista di fiducia:
l’ingegner Guzzardo.
L’incarico di esperto del sindaco in materia
urbanistica allo stesso Schifani, che avrebbe
coordinato con il Guzzardo tutte le richieste che lo
stesso Mandalà avesse voluto inserire in materia di
urbanistica.
In cambio, La Loggia, Schifani e Guzzardo avrebbero
diviso gli importi relativi alle parcelle di
progettazione Prg e consulenza.
Il piano regolatore di Villabate si formò sulle
indicazioni che vennero costruite da Antonino e suo
figlio Nicola Mandalà (che per un paio d’anni ha
curato gli spostamenti e la latitanza del boss
Bernardo Provenzano) in funzione alle indicazioni
dei componenti della famiglia mafiosa e alle
tangenti previste.
Per tali dichiarazioni, il pentito Campanella è
stato querelato.
La condotta politica del ministro Schifani non è
propriamente definibile… esemplare. Ha un totale di
321 assenze e appena 20 missioni su 1447.
Diventò celebre nel 2003, per il lodo Schifani.
Una geniale proposta di legge che avrebbe bloccato
tutti gli innumerevoli processi dell’allora
Presidente del Consiglio (rieletto anche questa
volta) Silvio Berlusconi e lo avrebbe reso immune da
qualsiasi accusa.
Peccato che nel 13 gennaio 2004, tale norma fu
dichiarata incostituzionale.
Come potete notare, chi sbaglia… viene premiato. |