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N. 76 - Aprile 2014 (CVII)

iL REGNO EBRAICO Di SAMARIA
DA SALOMONE ALLA CONQUISTA ASSIRA

di Christian Vannozzi

 

Alla morte di Salomone nel 933 a.C, considerato nella Bibbia come il sovrano più saggio che il mondo abbia mai conosciuto, le tribù del nord del regno si ribellarono al mal governo del figlio Roboamo dando origine al Regno di Israele delle 10 tribù.

 

I prodromi della dissoluzione erano già presenti a causa degli ultimi anni di malgoverno di Salomone, ma la rivolta aperta sfociò dopo la morte del re a causa della scellerata risposta che il giovane Roboamo diede al popolo che si lamentava delle esorbitanti tasse: ‘Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre vi ha castigati con la frusta, e io vi castigherò con i flagelli a punte’ (1Re 12:14).

 

Le insensate parole fecero perdere a Roboamo il rispetto della nazione e delle tribù che formavano il regno. Le uniche che gli rimasero fedeli furono quella di Giuda, di Beniamino, e i Leviti, che essendo per diritto di nascita sacerdoti del tempio di Jahvè, decisero di rimanere per servire Dio, e non tanto il re.

 

Si formarono così due regni, uno meridionale, con capitale Gerusalemme che prese il nome di Regno di Giuda, e uno a settentrione, con capitale Sichem, che prese il nome di Regno di Israele o Regno delle 10 tribù.

 

Il primo re di questo nuovo regno fu Geroboamo, che regnò dal 922 al 901. Fu tutt’altro che un adoratore di Javhè, in quanto fin da subito accentuò non solo la separazione politica tra Gerusalemme e Sichem, ma anche quella religiosa.

 

Non permise infatti che i suoi sudditi entrassero in Gerusalemme per adorare nel tempio, per paura che Roboamo potesse riportare i cittadini delle 10 tribù dalla sua parte. Istituì per questa ragione il culto di due vitelli, uno a Betel e uno a Dan, in modo che la popolazione delle 10 tribù adorasse questi invece che Jahvè nel tempio di Gerusalemme.

 

La situazione peggiorò con l’instaurazione di nuovi sacerdoti, non leviti, per il culto dei vitelli. Alla sua morte il regno passò nelle mani del figlio dissoluto Nadab che continuò nella condotta nefasta del padre. Dopo soli 2 anni di regno fu assassinato in una congiura di palazzo guidata da Baasa, che sterminò l’intera famiglia reale per potersi instaurare senza alcun problema sul trono. Questo nuovo sovrano commise delitti su delitti e mosse guerra contro Gerusalemme. Spostò la capitale del regno da Sichem a Tirza, dove instaurò il suo quartier generale e il suo palazzo reale protetto dai fedelissimi.

 

Alla morte del re gli succedette il figlio Ela, che a causa dei peccati di suo padre, e per l’odio che questi generò tra il popolo di Israele e le alte sfere dell’esercito, ebbe un regno molto breve einfelice, che durò circa due anni. Una sera, mentre era ubriaco, fu assassinato dal generale Zimri, che per non correre rischi sull’ascesa al trono eliminò tutti coloro che appartenevano alla sua casata.

 

Lo spietato generale Zimri regnò fortunatamente solo per 7 giorni, prima che un altro generale, Omri, gli tolse il trono. Il nuovo generale non regnò incontrastato, poiché il popolo si divise in due fazioni: ‘Fu allora che il popolo d’Israele si divideva in due parti. Una parte del popolo divenne seguace di Tibni figlio di Ghinat, per farlo re, e l’altra parte seguace di Omri. Infine il popolo che seguiva Omri sopraffece il popolo che seguiva Tibni figlio di Ghinat; così che Tibni trovò la morte, e Omri cominciò a regnare’(1 Re 16: 21-22).

 

Una volta sconfitti gli oppositori Omri divenne un re potente in Israele e davanti alle popolazioni confinanti, come dimostra una stele moabita ritrovata durante una spedizione archeologica. Edificò la nuova capitale del regno, Samaria, dalla quale i re di Israele regnarono fino alla caduta del regno. Dal punto di vista spirituale Omri non fu però un sovrano migliore di Geroboamo e degli altri re del regno settentrionale. Purtroppo Israele continuava a servire altri dei e si era dimenticata di Jahvè.

 

Alla morte di Omri gli succedette il figlio Acab, che fu il settimo re di Israle. Fu uno dei sovrani più spietati che Samaria conobbe, in quanto fu spietato contro tutti gli adoratori di Jahvè, che furono duramente perseguitati. Voleva che il culto di Baal fosse predominante, ma trovò l’opposizione del profeta Elia, che dimostrò come i sacerdoti di Baal non avessero alcun potere.

 

Al trono di Israele, dopo la caduta di Acab, salì suo figlio Acazia, anch’egli essere spregevole ed empio, che faceva di tutto per disprezzare ciò che Jahvè aveva stabilito per il suo popolo. Decise una guerra contro Moab, che fu però disastrosa per il regno, malato consultò Belzebub, scatenando l’ira di Dio.

 

Ad Acazia successe il fratello Ioram, che abolì il culto di Baal, ma continuò a servire i due vitelli creati da Geroboamo. Grazie all’aiuto e ai consigli del profeta Eliseo sconfisse i Siri. L’infedeltà e l’ostilità del re verso Dio e il suo profeta attirarono su di lui l’ira di Jahvè, che compì il suo volere riguardo la casa di Acab. Il nuovo re fu Ieu, uomo scelto da Eliseo per volere di Dio ma perfido e sanguinario. Sterminò tutta la casa di Acab facendo in modo che nessuno dei sui figli si salvasse.

 

Dal punto di vista religioso Ieu ebbe il merito di aver estirpato il culto di Baal dall’intero regno, ma certamente non fece il volere di Dio ma inseguì i suoi desideri personali, specialmente quelli di conquista. Fu però ripetutamente sconfitto sia dai Siri che dagli Assiri, a dimostrazione che il regno di Israele doveva attribuire le sue vittorie a Dio e non a se stesso.

 

Il figlio di Ieu, Iocaz, che regnò a Samaria dall’815 all’802 subì la stessa sorte del padre contro i Siri, ma si umiliò davanti a Jahvè che lo liberò dall’oppressione dei suoi nemici. Celebre è il passo biblico che viene riportato in 2 Re 13:2-7:

 

‘E continuò a fare ciò che era male agli occhi di Dio e camminava perseguendo il peccato di Geroboamo figlio di Nebat, col quale egli aveva fatto peccare Israele. Non se ne scostò. E l’ira di Jahvè si accese contro Israele, così che li diede in mano ad Azael re di Siria e in mano a Ben-Adad figlio di Azael per tutti i loro giorni. A suo tempo Ioacaz placò la faccia di Jahvè, così che Dio lo ascoltò; poiché aveva visto l’oppressione su Israele, perché il re di Siria li aveva oppressi. Di conseguenza Jahvè diede a Israele un salvatore, così che si sottrassero alla mano della Siria, e i figli d’Israele continuarono a dimorare nelle loro case come in precedenza’.

 

Il Dio di Israele si dimostrò ancora una volta clemente nei confronti del suo popolo, anche se la calamità Sira non si discostò da Samaria, in quanto Dio aveva preparato quel popolo come suo braccio per l’infedeltà dei seguaci di Geroboamo.

 

Ioas, figlio di Ioacaz, sucedette al padre e fu sovrano che riportò importanti vittorie contro i Siri, ma nessuna di queste fu determinante. A Ioas successe Geroboamo II, forse il più grande sovrano che regnò a Samaria. A livello militare riportò i confini di Israele ai tempi di Solomone, sconfiggendo ripetutamente i Siri che furono ricacciati a Damasco. Seguendo i consigli del profeta Giona riuscì a espugnare la stessa Damasco, ponendo fine alla minaccia Sira. Come politico e comandante militare Geroboamo II fu un monarca di indubbio valore, ma a livello spirituale fu carente come i suoi predecessori, e non ripristinò mai il culto di Jahvè come unico Dio del regno.

 

Alla morte di Geoboamo II si succedettero diversi re, inetti e scellerati che fecero collassare il regno e lo portarono alla rovina. Zaccaria, quattordicesimo re di Israele fu un uomo perfido che si faceva gioco di Dio e opprimeva il popolo. Fu assassinato da Sallum, che guidò una congiura contro di lui. Lo stesso Sallum fu però assassinato dopo un solo mese di regno da Menahem, che si impossessò del trono regnando in maniera spietata. Espugnò la città di Tifsa ed infierì crudelmente contro le donne incinte.

 

Alla morte di Menahem gli succedette il figlio Pecahia diciassettesimo re del regno settentrionale,. Regnò solo per due anni, durante i quali commise orrendi delitti. Fu ucciso da Peca, suo comandante militare. Peca si dimostrò più perfido del suo predecessore, fu un sovrano empio sia religiosamente che moralmente, e non ebbe timore ad attaccare la città santa di Gerusalemme con i suoi alleati siri. Fu assassinato dopo 20 anni di malgoverno e atrocità. Il suo posto fu preso da Osea, ultimo sovrano che regnò a Samaria prima della conquista assira. Osea riuscì nel colpo di stato e nell’assassinio del re Peca proprio grazie alle truppe assire, che cercavano in lui un re amico. Non fedele alle promesse fatte si attirò però l’ira dei famigerati guerrieri assiri che assediarono per tre anni Samaria.

 

Nel 721 Sargon II conquistò Samaria, imprigionando il re e disperdendo per tutto l’impero assiro gli israeliti. Questa fu la fine delle 10 tribù di Israele, che si dispersero all’interno dei popoli che componevano l’impero. La punizione di Dio, contro le 10 tribù che continuarono a ribellarsi al suo volere per secoli e secoli fu tremenda, ma non può essere certamente imputata a Jahvè, il quale cercò con numerosi profeti di far redimere il suo popolo, e solo dopo secoli di angherie, crudeltà e soprusi si adoperò per la caduta del regno che ormai aveva raggiunto livelli di empietà mai visti prima. Tracce degli antichi culti samaritani si possono ritrovare nella Pasqua samaritana, dove si sacrificano sul monte Garizim, considerato luogo santo, gli agnelli come previsto dalla legge mosaica.



 

 

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