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N. 139 - Luglio 2019 (CLXX)

SU UNA misteriosa ciocca di capelli

Tiye: una donna di potere in Egitto durante la XVIII dinastia

 di Federica Ruggiero

 

King’s valley, Luxor. L’archeologo Howard Carter, dopo anni di ricerche e dopo il sudato ottenimento di un’ultima campagna di scavo, scoprì un gradino, il primo dei sedici gradini che lo separavano da quella che si rivelò la sua più grande scoperta, nonché una delle scoperte più sensazionali dell’archeologia: la tomba di Tutankhamon.

 

Morto all’alba dei diciannove anni, il “faraone bambino” fu sepolto frettolosamente nella tomba di qualcun altro, molti furono i tentativi di nasconderla a causa dell’eresia di suo padre Akhenaton che, insieme alla moglie Nefertiti, abbandonò Tebe e il culto di Amon, spostandosi ad Amarna e dedicandosi al culto dell’Aton, il Disco Solare.

 

Proprio grazie al tentativo di cancellare dalla storia la dinastia Amarniana, la tomba del cosiddetto “Tut” è giunta a noi praticamente intatta e i tesori trovati al suo interno lasciarono e lasciano tutt’ora senza fiato. Tra di essi, però, un particolare risveglia la curiosità: una ciocca di capelli.

 

Un ricordo? Una mancanza, un vuoto incolmabile, una parte di cuore portata con sé anche nell’aldilà?

 

Una ciocca di capelli color rame, non riconducibile a nessuna mummia presente nel suo ipogeo, che però contribuì nella stesura dell’albero genealogico del famoso faraone. Grazie a TAC e analisi del DNA un sottile filo rosso ha collegato tra loro una serie di personaggi, riordinando i tasselli di un puzzle di cui si era persa memoria più di tremila anni fa.

 

La Grande Sposa Reale Tiye (1398-1338 a.C.) è figlia di Yuya, uomo di umili origini e funzionario della città di Akhmim (sulla riva est del Nilo, in Alto Egitto) che fu insignito di numerosi titoli e dell’importante ruolo di consigliere del genero (il Faraone Amenhotep III) e di Tuia, nobildonna imparentata con la famiglia reale che sovrintendeva l’Harem di Min (dirigendo dunque un’istituzione religiosa ed economica allo stesso tempo).

 

La loro tomba, la KV46, è stata ritrovata nella Valle dei Re da Theodore Davis nel 1905, il quale la ritrovò praticamente intatta e ancora abitata dalle loro mummie. Inestimabili i tesori ritrovati al suo interno, nel corredo di Tuia la figlia è nominata ripetutamente, sottolineando di essere la madre della Grande Sposa Reale del Re.

 

Al contrario, invece, nel corredo del padre Yuya non si fa alcuna menzione alla posizione della figlia, così come non avviene nemmeno nel corredo di Anen, suo fratello: ciò fa suppore che, per gli uomini, non era uso comune “farsi vanto” delle parentele e dei legami con la famiglia reale. Nonostante Tiye non fosse di sangue regale venne elevata al rango di Grande Sposa Reale (ossia Regina d’Egitto) quando era ancora una bambina, grazie al matrimonio con il Faraone Amenhotep III avvenuto nel secondo anno di regno di quest’ultimo: i suoi genitori erano influenti e renderli parte di un consiglio volto alla reggenza fu una mossa da considerarsi astuta.

 

Da questo momento in poi il suo ruolo fu di fondamentale importanza per la gestione sociopolitica dell’Egitto dato che, per la prima volta, una regina affiancava il Faraone ponendosi al suo stesso livello.

 

Finché la coppia restò in carica l’Egitto raggiunse l’apogeo del potere, della ricchezza, della raffinatezza artistica e soprattutto del prestigio internazionale; fu esteso il predominio sulla Siria in maniera crescente, anche grazie alla politica matrimoniale: Amenhotep III prese in sposa Gilukhipa, figlia di Shuttarna II di Mitanni (nord della Mesopotamia), regno con cui ebbe rapporti diplomatici e di amicizia.

 

Dopo l’ascesa al potere di Tushratta a Mitanni i rapporti si strinsero ulteriormente e la principale testimonianza di ciò sono le note “lettere di Amarna”, prezioso documento che narra le vicissitudini e le evoluzioni nei rapporti di politica estera.

 

Scoperte da una contadina nel 1887 tra le rovine della città, consistevano in più di 300 tavolette di argilla ricoperte da scrittura cuneiforme. Di importanza fondamentale fu la lettera di Amarna catalogata EA 26, nella quale la regina Tiye corrisponde direttamente con Tushratta al fine di accertarsi del mantenimento dei buoni rapporti fra i loro regni in seguito alla morte del Faraone.

 

Occhi stretti, zigomi sporgenti, labbra severe e un mento piccolo e aguzzo, la regina era descritta da tutti in chiave positiva, regnò al fianco del marito con amore e dedizione fino alla sua morte, momento in cui salì al trono il figlio Amenhotep IV (noto al mondo con il nome Akenhaton), al quale fece da coreggente, sostenendo perfino la sua ben nota “eresia amarniana”.

 

Era determinata, forte, dal carattere dominante: una donna di potere. Trascorreva gran parte del suo tempo nella città di Tebe, disponeva di un’amministrazione chiamata “la Casa della Regina”, parte della “Casa del Faraone”, dove aveva al suo servizio dei maggiordomi, gestiti in maniera quasi imprenditoriale; uno tra questi fu Kheruef, sepolto nella tomba TT192 a Tebe, nella quale furono magnificamente rappresentate due feste Heb Sed del Faraone Amenhotep III, dopo 30 anni di regno e dopo 37.

 

In questa dimora eterna la regina Tiye è rappresentata come una dea, incarna Hathor, comportandosi da grande sacerdotessa iniziata ai suoi misteri, partecipando alla rigenerazione rituale del re: gli offre la sua protezione e gli assicura un lungo regno, mentre alcune sacerdotesse festeggiano l’evento con danze e canti.

 

Nel corso del loro regno crebbe l’enfasi per il culto del sole e per la natura divina del faraone; In Nubia (attuale Sudan) la coppia reale fece erigere due templi, uno dedicato al faraone Amenhotep III e l’altro alla sua consorte, a Sedeinga: due templi indissolubili, uniti l’uno all’altro, prefigurano il complesso di Abu Simbel (appartenente al Faraone Ramesse II e alla sua sposa, Nefertari).

 

Fu proprio durante la diciottesima dinastia che la figura della Grande Sposa Reale crebbe di importanza e finì per essere messa quasi a pari livello del faraone suo consorte; Tiye fu la chiave di questo cambiamento a cui mai si assistette in precedenza: il faraone come la luna, la sua consorte come il sole, complementare ad esso. Amenhotep le fece dono di una fortezza a Zarw (ove oggi sorge la moderna Quantara, a est del canale di Suez) a uso estivo, così da poter passare l’estate non distante dai parenti e dal suo paese d’origine.

 

Tiye fu deificata insieme a suo marito, è citata per l’ultima volta in una iscrizione datata 21 novembre del 12º anno di regno di Akhenaton (1338 a.C.), nel medesimo periodo in cui una grave epidemia sconvolse l’Egitto, probabilmente anche la famiglia reale. Sappiamo che fu sepolta inizialmente ad Amarna (capitale del regno di suo figlio Akhenaton) dopodiché fu spostata nella Valle dei Re.

 

Nella KV55 il nome di Tiye compare su vari oggetti, tra cui il sacello funerario d’oro, dei canopi, alcuni frammenti di mobilio e su dei graffiti. Non si hanno certezze sulla causa della sua morte ma sicuramente lasciò un grande vuoto.

 

L’imbalsamazione fu eseguita con grande attenzione, i lineamenti del viso sono a oggi riconoscibili e i capelli perfettamente conservati, la donna non ne aveva neanche uno grigio. La ciocca di capelli rinvenuta nella tomba di Tutankhamon doveva essere per lui una vera e propria reliquia, tenendo conto soprattutto del fatto che Tiye fu divinizzata: possedeva quindi la ciocca di capelli di una dea. Una Dea ma soprattutto una nonna tanto amata, della quale portò con sé il ricordo nel suo ultimo viaggio.

 

Un’approfondita indagine medica (“King Tutankhamun Family Project”), svoltasi dal 2007 al 2009, che ha permesso di scoprire non solo l’identità ma anche le malformazioni e le patologie di cui il celebre faraone soffrì durante la vita; furono prese in esame circa 15 mummie, 10 delle quali tutte riconducibili a Tutankhamon.

 

Per la prima volta fu effettuato un esame del DNA su delle mummie reali egizie, sottoponendole a biopsia. Tutankhamon, su base delle analisi è risultato essere figlio naturale della “Younger Lady” nella tomba di Amenhotep II, la quale è figlia di Amenhotep III e di Tiye.



 

 

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