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N. 86 - Febbraio 2015 (CXVII)

UN LUNGO DOPOGUERRA
RIOTTOSI E RIBELLI

di Filippo Petrocelli

 

Un lungo dopoguerra è quello raccontato da Ilenia Rossini in Riottosi e ribelli Conflitti sociali e violenze a Roma (1944-1948) uscito nel 2012 per Carocci. Un lavoro centrato sulla conflittualità sociale a Roma a ridosso della seconda guerra mondiale: sullo sfondo gli strascichi dell’occupazione nazista, i problemi di quella alleata, il mercato nero, la fame e la borgate.

 

Una vicenda che parla di una Roma ferita e lacerata, attraversata da grandi tensioni e violenze; una Roma da cinema neo-realista, fatta di speranze e crudezza, grandi sogni ma anche eterne difficoltà.

 

Il lavoro ha un impianto scientifico, non sfocia nel saggio narrativo, ma la scrittura veloce, i rimandi alle cronache del tempo, contribuiscono a restituire una dimensione a suo modo “narrativa”, capace di trasmettere la realtà viva del tempo.

 

Il periodo abbracciato è quello 1944-48, con le elezioni del ’48 che fanno da spartiacque e restituiscono un po’ di normalità alla capitale, in quello che la Rossini definisce e analizza come “lungo dopoguerra”.

 

Molti i documenti d’archivio: circolari alleate, informative della questura, rapporti dell’amministrazione comunale ma anche ritagli di giornale e decreti legislativi.

 

E così la capitale ritorna a essere attraversata dal Gobbo del Quarticciolo, vera leggenda proletaria – a cui è dedicato un piccolo focus – così come si ripopola di vie piene di signorine, truppe alleate, Camel e ragazzi di strada.

 

Nella prima parte del libro si parla di disagio quotidiano, delle difficoltà economiche e della criminalità e al “centro della storia” sono poste la disoccupazione, la miseria, i baraccati, il banditismo e il mercato nero.

 

E se nella seconda parte l’attenzione è spostata sulle forze di polizia, sulla gestione dell’ordine pubblico e più in generale sulle strategie di controllo e repressione, non mancano in questo periodo omicidi, stupri e i soprusi: nella Roma occupata gli Alleati (in particolare americani e francesi) si comportano da padroni e i soldati ubriachi si rendono protagonisti di risse, uccisioni per futili motivi e un’infinità di incidenti automobilistici fatali.

 

La parte conclusiva invece è dedicata alla conflittualità sociale e alla violenza politica in senso stretto. C’è la lotta contro il caroviveri e i razionamenti, si parla anche di vendette politiche, complotti neofascisti, occupazioni di case e “assalti ai forni” ma anche di scontri di piazza e campagne elettorali insanguinate.

 

Tant’è che il titolo “Riottosi e ribelli” richiama proprio a questa ultima parte del piccolo volume: alla conflittualità sociale esplosa nelle borgate e nei quartieri popolari durante tutto il dopoguerra e al senso di continuità che si è respirato in quel magma della Roma proletaria dove tra guerra e dopoguerra c’è stata solo privazione.



 

 

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