N. 79 - Luglio 2014
(CX)
INCOMPRESA
IL DISAGIO ESISTENZIALE DEI BAMBINI
di Giovanna D'arbitrio
Il
film
di
Asia
Argento
Incompresa,
presentato
a
Cannes
2014
nella
sezione
“un
certain
reguard”,
suscita
l’interesse
di
genitori
e di
educatori
in
genere,
descrivendo
il
disagio
esistenziale
di
Aria,
una
bimba
di
nove
anni.
Il
film
in
particolare
fa
riferimento
a
genitori
divorziati,
ma
il
discorso
potrebbe
essere
senz’altro
esteso
a
tante
famiglie
apparentemente
“normali”,
nelle
quali
si
consumano
in
silenzio
i
drammi
dell’incomprensione.
Aria
vive
già
in
una
famiglia
allargata
anni
‘80
con
due
sorellastre,
Lucrezia,
figlia
di
primo
letto
del
padre
(attore
famoso,
superstizioso
e
vanesio)
e
con
Donatina,
figlia
del
primo
matrimonio
della
madre
(celebre
pianista
alle
prese
con
diversi
amanti).
Quando
i
genitori
si
separano,
è
costretta
a
fare
la
spola
tra
la
casa
materna
e
quella
paterna:
respinta
e
incompresa
sia
in
famiglia
che
a
scuola,
attraversa
la
città
con
il
suo
zaino
e un
gatto
nero,
l’unico
amico
che
le
dona
un
po’
di
affetto
in
un
contesto
sociale
superficiale,
crudele
e
insensibile.
Nella
parte
finale
della
pellicola
vengono
mostrate
alcune
scene
dello
struggente
film
di
Comencini
Incompreso
che
Aria
guarda
in
Tv
prima
di
prendere
una
drammatica
decisione.
L’epilogo
sorprende
gli
spettatori
e li
induce
alla
riflessione,
soprattutto
quando
Aria
volgendosi
verso
di
loro,
dice:
“Se
vi
ho
raccontato
tutto
questo
non
è
per
fare
la
vittima,
ma
perché
mi
conosciate
meglio
e
magari
siate
più
gentili
con
me”.
Scritto
dalla
stessa
Asia
Argento
in
collaborazione
con
Barbara
Alberti,
“Incompresa”,
ha
certamente
qualcosa
di
autobiografico,
anche
se
la
regista,
figlia
di
genitori
divorziati
e
famosi
(Dario
Argento
e
Daria
Nicolodi),
in
un’intervista
lo
ha
decisamente
negato.
Ha
ammesso
invece
la
sua
grande
ammirazione
per
il
film
di
Comencini
affermando:
“Ho
amato
moltissimo
Incompreso...
Mi
commuovo
ogni
volta
che
lo
rivedo.
Molto
più
bello
del
romanzo
di
Florence
Montgomery
da
cui
è
tratto”.
Secondo
la
regista
Incompresa
è
l’infanzia
stessa,
una
fase
della
vita
molto
delicata.
Infine
ha
concluso
il
suo
discorso
dicendo:
“Ho
girato
questo
film
per
i
bambini.
Pensando
alle
tante
piccole
ingiustizie
silenziose
che
subiscono
ogni
giorno.
E
per
non
enfatizzare
il
mito
tanto
caro
in
Italia
della
famiglia
ideale”.
Un
film
da
vedere
che
si
avvale
di
bravi
attori,
in
particolare
della
piccola
Giulia
Salerno
nella
parte
di
Aria,
di
Charlotte
Gainsbourg,
nel
ruolo
della
madre,
di
Gabriel
Garko,
in
quello
del
padre.
Notevole
la
fotografia
di
Nicola
Pecorini,
bella
la
colonna
sonora
nata
dalla
collaborazione
tra
Asia
Argento
e
Brian
Molko
dei
Placebo,
James
Marlon
Magas,
Gilles
Weinzaepflen,
Justin
Pearson
e
Gabriel
Serbian,
Luke
Henshaw.