[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

174 / GIUGNO 2022 (CCV)


contemporanea

RICORDANDO LA TRAGEDIA DEL “CASO MORO”

BREVI RIFLESSIONI SUL FILM ESTERNO NOTTE

di Giovanna D’Arbitrio

 

Come dimenticare quei lunghi 55 giorni di agonia che segnarono la prigionia di Aldo Moro, le edizioni straordinarie dei tg che all’improvviso interrompevano le trasmissioni televisive, le telefonate agli amici per commentare i fatti, quella indefinibile sensazione di angoscia, di timore per il rischio che libertà e democrazia stavano correndo?

 

Tutto ciò ci ritorna in mente guardando Esterno Notte, di Marco Bellocchio, presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022, una pregevole opera divisa in due parti: la prima apparsa nelle sale italiane il 18 maggio, la seconda il 9 giugno. Il film verrà trasmesso come serie televisiva (6 episodi) dalla Rai in autunno.

 

Basato sul rapimento di Aldo Moro, interpretato da Fabrizio Gifuni, Esterno Notte è il secondo film dedicato a tale drammatico evento dal regista, dopo Buongiorno, Notte del 2003.

 

 

I fatti sono noti a tutti: nel 1978, Aldo Moro, sostenitore del compromesso storico, viene rapito dalle Brigate Rosse e tenuto prigioniero per 55 giorni durante i quali all'esterno di quel “carcere” si scatenerà il caos a livello mediatico, politico sociale, mentre familiari e parenti affranti cercano in tutti i modi di salvarlo.

 

Dopo 20 anni, Marco Bellocchio torna a raccontare il dramma dell'uccisione di Aldo Moro , per metterne in rilievo i lati oscuri non raccontati nel primo film, con una più lucida analisi dei fatti unita a una più coinvolgente attenzione ai sentimenti dello stesso Moro e di tutti coloro che lo amavano, soprattutto della moglie Nora (interpretata da una magistrale Margherita Buy).

 

Di fronte alle loro disperate richieste d'aiuto, la linea di fermezza del governo appare incomprensibile e disumana. Severo pertanto è il giudizio verso chi ha fatto poco o niente per salvare Moro, mentre in Italia imperversavano manifestazioni, maghi, cancan mediatico, posti di blocco, elicotteri e quant’altro, il tutto ben rappresentato non solo dal regista, ma anche dai suoi co-sceneggiatori, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, dall’abile montaggio di Francesca Calvelli, dalle musiche di Fabio Massimo Capogrosso, dalle immagini di archivio e pezzi di vari tg.

 

Molti i personaggi dell’epoca, interpretati da validi attori: Giulio Andreotti (Fabrizio Contri), Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi), Papa Paolo VI (Tony Servillo), Adriana Faranda (Daniela Marra), Valerio Morucci (Gabriel Montesi), Mario Moretti (Davide Mancini), Cesare Curioni (Paolo Pierobon) e tanti altri

 

Anche la II Parte, apparsa sugli schermi il 9 giugno 2022, ha riscosso grande successo di critica e pubblico. E in effetti è evidente che tale tragico evento aveva bisogno di tempi più lunghi: «Non bastava il tempo di un film per questo racconto » ha affermato il regista «sentivo che occorreva inabissarsi nella scomparsa di Aldo Moro».

 

E è chiaro che dopo Buongiorno, notte, il regista è tornato a narrare le drammatiche pagine della nostra storia rivisitandoli i tragici giorni del rapimento di Aldo Moro in modo diverso, mettendo in risalto i vari punti di vista e i diversi sentimenti di protagonisti e vittime.

 

«Ho voluto stavolta farne una serie per raccontare l'Esterno di quei 55 giorni italiani stando però fuori dalla prigione» ha affermato il regista «tranne che alla fine, all'epilogo tragico. Esterno notte perché stavolta i protagonisti sono gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro: la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell'ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, persino i mafiosi, gli infiltrati».

 

 

Nella seconda parte il tema del “potere” è ancora molto presente, sia dei discorsi dei politici che nei contrasti dei brigatisti Adriana Faranda, Valerio Morucci e Mario Moretti, anche se prevalgono in particolare i silenzi di una DC incapace di accogliere le drammatiche richieste di moglie e famiglia. E così del potere viene svelata ogni ipocrisia, mentre verità e sincerità di sentimenti sono solo quelli che legano Moro e la sua famiglia.

 

Grande il successo del regista e del suo film a livello internazionale, come si rileva da alcuni apprezzamenti: “Un dramma shakespeariano” (Le Monde), “Uno straordinario affresco lirico che lascia a bocca asciutta quasi tutto il resto del cinema contemporaneo con pretese storico-politiche” (Le Cahiers du Cinema); “Marco Bellocchio trasforma il piombo in oro rivisitando un trauma nazionale grazie a una serie magistrale e feroce che somiglia soprattutto a un film fiume in sei atti”.

 

Senz’altro un’opera accurata e significativa che sollecita riflessioni su una pagina oscura della nostra storia.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]