contemporanea
RICORDANDO LA TRAGEDIA DEL “CASO MORO”
BREVI
RIFLESSIONI SUL FILM
ESTERNO
NOTTE
di Giovanna D’Arbitrio
Come dimenticare quei lunghi 55 giorni
di agonia che segnarono la prigionia di
Aldo Moro, le edizioni
straordinarie dei tg che all’improvviso
interrompevano le trasmissioni
televisive, le telefonate agli amici per
commentare i fatti, quella indefinibile
sensazione di angoscia, di timore per il
rischio che libertà e democrazia stavano
correndo?
Tutto ciò ci ritorna in mente guardando
Esterno Notte, di Marco
Bellocchio, presentato in anteprima
al Festival di Cannes 2022, una
pregevole opera divisa in due parti: la
prima apparsa nelle sale italiane il 18
maggio, la seconda il 9 giugno. Il film
verrà trasmesso come serie televisiva (6
episodi) dalla Rai in autunno.
Basato sul rapimento di Aldo Moro,
interpretato da Fabrizio Gifuni,
Esterno Notte è il secondo film
dedicato a tale drammatico evento dal
regista, dopo Buongiorno, Notte
del 2003.
I fatti sono noti a tutti: nel 1978,
Aldo Moro, sostenitore del compromesso
storico, viene rapito dalle Brigate
Rosse e tenuto prigioniero per 55 giorni
durante i quali all'esterno di quel
“carcere” si scatenerà il caos a livello
mediatico, politico sociale, mentre
familiari e parenti affranti cercano in
tutti i modi di salvarlo.
Dopo 20 anni, Marco Bellocchio torna a
raccontare il dramma dell'uccisione di
Aldo Moro , per metterne in rilievo i
lati oscuri non raccontati nel primo
film, con una più lucida analisi dei
fatti unita a una più coinvolgente
attenzione ai sentimenti dello stesso
Moro e di tutti coloro che lo amavano,
soprattutto della moglie Nora
(interpretata da una magistrale
Margherita Buy).
Di fronte alle loro disperate richieste
d'aiuto, la linea di fermezza del
governo appare incomprensibile e
disumana. Severo pertanto è il giudizio
verso chi ha fatto poco o niente per
salvare Moro, mentre in Italia
imperversavano manifestazioni, maghi,
cancan mediatico, posti di blocco,
elicotteri e quant’altro, il tutto ben
rappresentato non solo dal regista, ma
anche dai suoi co-sceneggiatori, Stefano
Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino,
dall’abile montaggio di Francesca
Calvelli, dalle musiche di Fabio Massimo
Capogrosso, dalle immagini di archivio e
pezzi di vari tg.
Molti i personaggi dell’epoca,
interpretati da validi attori: Giulio
Andreotti (Fabrizio Contri), Francesco
Cossiga (Fausto Russo Alesi), Papa Paolo
VI (Tony Servillo), Adriana Faranda
(Daniela Marra), Valerio Morucci
(Gabriel Montesi), Mario Moretti (Davide
Mancini), Cesare Curioni (Paolo
Pierobon) e tanti altri
Anche la II Parte, apparsa sugli schermi
il 9 giugno 2022, ha riscosso grande
successo di critica e pubblico.
E in
effetti è evidente che tale tragico
evento aveva bisogno di tempi più
lunghi: «Non bastava il tempo di un
film per questo racconto » ha
affermato il regista «sentivo
che occorreva inabissarsi nella
scomparsa di Aldo Moro».
E è chiaro che dopo Buongiorno, notte,
il regista è tornato a narrare le
drammatiche pagine della nostra storia
rivisitandoli i tragici giorni del
rapimento di Aldo Moro in modo diverso,
mettendo in risalto i vari punti di
vista e i diversi sentimenti di
protagonisti e vittime.
«Ho voluto stavolta farne una serie
per raccontare l'Esterno di quei 55
giorni italiani stando però fuori dalla
prigione» ha affermato il
regista «tranne che alla fine,
all'epilogo tragico. Esterno notte
perché stavolta i protagonisti sono gli
uomini e le donne che agirono fuori
della prigione, coinvolti a vario titolo
nel sequestro: la famiglia, i politici,
i preti, il Papa, i professori, i maghi,
le forze dell'ordine, i servizi segreti,
i brigatisti in libertà e in galera,
persino i mafiosi, gli infiltrati».
Nella seconda parte il tema del “potere”
è ancora molto presente, sia dei
discorsi dei politici che nei contrasti
dei brigatisti Adriana Faranda, Valerio
Morucci e Mario Moretti, anche se
prevalgono in particolare i silenzi di
una DC incapace di accogliere le
drammatiche richieste di moglie e
famiglia. E così del potere viene
svelata ogni ipocrisia, mentre verità e
sincerità di sentimenti sono solo quelli
che legano Moro e la sua famiglia.
Grande il successo del regista e del suo
film a livello internazionale, come si
rileva da alcuni apprezzamenti: “Un
dramma shakespeariano” (Le Monde), “Uno
straordinario affresco lirico che lascia
a bocca asciutta quasi tutto il resto
del cinema contemporaneo con pretese
storico-politiche” (Le Cahiers du
Cinema); “Marco Bellocchio trasforma
il piombo in oro rivisitando un trauma
nazionale grazie a una serie magistrale
e feroce che somiglia soprattutto a un
film fiume in sei atti”.
Senz’altro un’opera accurata e
significativa che sollecita riflessioni
su una pagina oscura della nostra
storia. |