.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

.

medievale


N. 35 - Novembre 2010 (LXVI)

Il Re nel Medioevo

Analisi del mito regale
di Biagio Nuciforo e Roberto Rota

 

Prima di parlare della figura del Re bisogna considerare un’essenziale distinzione: quella tra Monarchia e Regalità.

 

La Monarchia è un sistema di governo nel quale comanda un solo uomo. La si attacca e la si difende in base ad alcuni principi stabiliti. È un’idea politica e nulla più, che si attua alle situazioni più disparate.

 

La Regalità, invece, è qualcosa di più profondo. Non è un’idea astratta ma una realtà concreta, inseparabile dalle sue coordinate storico-geografiche.

 

La Regalità è un organismo che racchiude in se situazioni, corpi e leggi. Trova già in se la sua legittimazione e la sua autorità.

 

A differenza della Monarchia la Regalità non ha bisogno di una costituzione, poiché questa è presente al suo interno.

 

Il concetto di Regalità fu odiato e quindi abolito dall’Imperialità Romana e fu proprio questo uno degli ostacoli che dovette affrontare il Re medioevale, nel momento in cui dovrà affermare il suo potere, nel momento in cui dovrà ricreare, dopo secoli di barbarie, le fondamenta della sua legittimità.

 

Secondo lo storico Jacques Le Goffe, il Re si presenta come: re Monarca, re Cristiano, re Nobile. Il re è monarca in quanto è l’unico detentore del potere decisionale, salve qualche eccezione come quella della reggenza provvisoria assunta dalla madre (o da altri) del re legittimo quando questi essendo troppo giovane, non è in grado di ricoprire il proprio ruolo.

 

Il re Cristiano è l’elemento di spicco della regalità medioevale. Il re eredita il suo titolo da Gesù Cristo, il Re dei Re, discendente di Davide , l’unto del Signore, e quindi il suo potere non può essere messo in discussione.

 

A partire dall’unzione/incoronazione di Carlo Magno da parte del papa Leone III (Natale dell’anno 800), l’unzione diventa un rito necessario ed indispensabile per la legittimazione del re, che diventa Rex Imago Dei, uno strumento nelle mani di Dio.

 

La legittimazione sacrale del re avveniva tramite il compimento del miracolo descritto dallo storico Marc Bloch nel suo capolavoro I Re Taumaturghi.

 

Il miracolo in questione è quello che viene definito Tocco delle Scrofole. La scrofola conosciuta all’epoca come il male del re è un’adenite tubercolare che si manifesta con la presenza di pustole all’altezza del collo. L’unica medicina era appunto il tocco regale che avveniva con un rito particolare.

 

I riti furono due: quello francese (il primo) che iniziò con Luigi VI, e quello inglese che fu introdotto da Edoardo il Confessore.

 

A prima vista questi riti possono sembrare banali ma in realtà sono alla base del vero potere regale e della sua sacralità.

 

Il re ha bisogno del popolo per poter governare poiché senza il suo riconoscimento il sovrano non deterrà altro che un potere astratto. A sua volta il popolo ha bisogno del re, in quanto il sovrano rappresenta il punto di riferimento i tutta la nazione e rappresenta anche la manifestazione della potenza divina sulla Terra. Per questa ragione questa legittimazione non era ben vista dalla Chiesa.

 

Il re inoltre era nobile. Discendeva da una stirpe eletta e consacrata e di sangue puro.

 

Nel Medioevo il re è tutto il popolo, ma rimane sempre legato alla nobiltà, di cui deve rispettare i privilegi. Se il re si opponeva alla nobiltà correva grossi rischi, perché è dal riconoscimento di quest’ultima che deriva la sua legittimazione e il suo potere.

 

Nell’aristocrazia medioevale è presente una tendenza che vorrebbe sminuire il re, ridurlo a nient’altro che ad un primus inter pares. Ma è soltanto il re ad aver avuto un carattere sacro, come abbiamo visto.

 

La regalità medioevale è una forma di regalità ben diversa da quella delle epoche successive.

 

Nel Medioevo vigeva la regola dello scambio equivalente tra Re e Popolo, cosa che con l’avvento dell’assolutismo moderno va scomparendo del tutto, e che ritroveremo, paradossalmente, con la nascita dei governi rappresentativi moderni. 


 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.