attualità
SULL'INFANZIA NEL MONDO
A PROPOSITO DEL RAPPORTO UNICEF 2021
di Giovanna D’Arbitrio
In tempi segnati dalla pandemia che ha
accentuato il disagio a livello psichico
di tante persone, ci preoccupano in
particolare le ripercussioni delle
attuali problematiche su bambini e
adolescenti, già provati da tanti
drammatici eventi in particolare nei
paesi sottosviluppati.
In effetti per rendersene conto basta
leggere i dati del Rapporto Unicef
2021dal titolo: “La Condizione
dell’infanzia nel mondo - Nella mia
mente: promuovere, tutelare e sostenere
la salute mentale dei bambini e dei
giovani”.
«Più di un adolescente su 7, tra i 10 e
i 19 anni, convive – secondo i dati –
con un disturbo mentale diagnosticato e
in prevalenza si tratta di maschi, 89
milioni, contro i 77 milioni di ragazze.
Un disagio che a volte può diventare
insopportabile e che porta quasi 46mila
adolescenti ogni anno a togliersi la
vita, in pratica più di uno ogni 11
minuti.
Nelle diagnosi dei disturbi mentali a
prevalere, al 40% circa, sono ansia e
depressione con tassi più elevati in
Medio Oriente e Nord Africa, in Nord
America e in Europa Occidentale. In
alcuni casi il disagio mentale –
evidenzia l’Unicef – è tale che da
lasciare i giovani con la sensazione di
non avere una via di uscita. E così il
suicidio è, nel mondo, una fra le prime
cinque cause di morte nei giovanissimi
tra 15 e 19 anni, ma in Europa
occidentale diventa la seconda, con 4
casi su 100mila, dopo gli incidenti
stradali».
Nel nuovo rapporto, viene presentato
anche un sondaggio effettuato
dall’Unicef e dalla Gallup in 21 paesi
dal quale emerge il grave impatto
psicologico della pandemia sui giovani.
Secondo i dati, 1 giovane su 5 tra i 15
e i 24 anni dichiara di sentirsi spesso
depresso o poco interessato a qualsiasi
attività e almeno 1 bambino su 7 è stato
direttamente colpito dai lockdown,
mentre più di 1,6 miliardi di bambini
hanno perso parte del diritto
all’istruzione per chiusure delle
scuole. La preoccupazione per il reddito
familiare e la salute, inoltre, generano
nei giovani angoscia per il loro futuro.
Un’analisi della London School of
Economics, inclusa nel suddetto
rapporto Unicef, mette in rilievo lo
scarso contributo economico a sostegno
dei problemi di salute mentale che
portano a disabilità o morte tra i
giovani.
La direttrice generale dell’Unicef
Henrietta Fore, ha evidenziato i
danni psichici sui bambini durante i
lockdown per la lontananza da parenti,
amici, scuola, giochi, elementi chiave
dell’infanzia stessa. «I
governi –ha affermato – stanno
investendo troppo poco per affrontare
questi bisogni fondamentali. A livello
globale, infatti, agli interventi per
patologie mentali, viene destinato solo
il 2% dei fondi governativi per la
salute. Troppo poco, rispetto alle
necessità. La salute mentale è una parte
della salute fisica: non possiamo
permetterci di continuare a vederla in
altro modo. Per troppo tempo, sia nei
paesi ricchi che in quelli poveri,
abbiamo visto poca comprensione e troppo
pochi investimenti in un aspetto
essenziale per massimizzare il
potenziale di ogni bambino. Tutto questo
deve cambiare».
Dal rapporto emerge poi che fin dai
primi giorni dopo la nascita, ruolo dei
genitori, scolarizzazione, qualità delle
relazioni, esposizione a violenza,
abusi, discriminazione, povertà, crisi
umanitarie, emergenze sanitarie
(Covid-19), possono segnare la salute
mentale dei bambini per tutta la vita,
mentre comportamenti protettivi di
persone amorevoli, ambienti scolastici
sicuri e relazioni positive possono
ridurre il rischio di disturbi mentali.
E come al solito anche quest’anno, il 20
novembre 2021, è stata celebrata la
Giornata Internazionale dei diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza
durante la quale molti edifici sono
stati illuminati di luce blu in diverse
parti del mondo. Tale evento ha
l’obiettivo di diffondere consapevolezza
a favore di milioni di bambini che
vedono negati i loro diritti ad
assistenza sanitaria, nutrizione,
istruzione e protezione adeguati.
Per la
celebrazione annuale, star e leader del
mondo dell’intrattenimento, dei governi,
dello sport e delle aziende si
mobilitano per i bambini a sostegno dei
loro diritti. Pertanto Millie Bobby
Brown, la più giovane Ambasciatrice
Unicef, ha chiesto agli adulti di
ascoltare i bambini in un nuovo video: «Abbiamo
ascoltato gli adulti, ma ora è tempo che
loro ci ascoltino. È il momento
di ricordare loro che i grandi
cambiamenti possono iniziare da piccole
cose e che solo insieme possiamo
cambiare il mondo. Milioni di bambini
nel mondo stanno lottando per i loro
diritti su questioni come il clima,
l’uguaglianza e la gentilezza. Questo
video è un modo per aiutare a sollevare
le loro voci, attirare l’attenzione su
queste importanti questioni e
assicurarsi che gli adulti prendano in
considerazione ciò che dicono».
Anche se tutto ciò è lodevole, ci
chiediamo in verità quali siano le
iniziative “concrete” che finora
siano state messe in atto per alleviare
le indicibili sofferenze di bambini e
adolescenti, non solo nei paesi più
poveri, ma anche nelle degradate
periferie dei “cosiddetti” paesi civili.
«Non c’è nulla da festeggiare –
scrive
Andrea Iacomini, portavoce
dell’Unicef Italia – anzi deve essere
una giornata di silenzio, senza ipocriti
indignazioni o retoriche sul futuro
delle bambine e dei bambini. La Carta
del 1989, il Trattato più ratificato al
mondo su infanzia e adolescenza è oggi
il più violato, stracciato dalla nostra
indifferenza e inazione di fronte a
bambini che muoiono di freddo ai confini
dell’Europa e ogni anno continuano a
perdere la vita in mare. E che dire dei
bambini in Afghanistan che sopportano il
peso di una crisi umanitaria senza
precedenti? 14 milioni di loro non hanno
cibo da mangiare, lo diciamo da mesi, è
inammissibile».
Senz’altro non si possono dimenticare le
gravi problematiche ancora irrisolte che
coinvolgono infanzia e adolescenza, come
guerre, malnutrizione, povertà,
esposizione a violenza e abusi,
spose-bambine, bambini-soldato, lavoro
minorile, mancanza di istruzione,
malattie e quant’altro, problematiche
ora aggravate dal Covid-19. Pertanto la
suddetta Giornata Internazionale per i
diritti di Infanzia e adolescenza
dovrebbe sollecitare serie riflessioni e
soprattutto proporre concrete soluzioni. |