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> Filosofia e religione

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N. 31 - Dicembre 2007

RAMADAN

Il mese del digiuno...

di Matteo Liberti

 

Quello del Ramadan è il nono mese del calendario islamico; calendario lunare, con mesi che sono alternativamente di 29 e 30 giorni (l’anno lunare in tutto è di 354 giorni, circa 11 giorni in meno rispetto a quello solare). I mesi dell'anno lunare non hanno giorni fissi, ma il numero dei giorni del mese dipende dal novilunio, che può avvenire o ventinove o trenta giorni dopo il novilunio del mese prima. Così la ricorrenza islamica appare spostarsi, rispetto ai nostri parametri, di anno in anno.

 

Secondo i dettami del Corano, per annunciare l'inizio del mese di Ramadan, non basta il semplice calcolo, ma ci vogliono dei testimoni oculari che dichiarino, davanti a un giudice, di aver visto l’hilal, la mezzaluna nel cielo stellato.

Se questi, nottetempo avvistano l'hilal, il giorno seguente è dichiarato quale primo giorno di Ramadhan. Tuttavia, se per ragioni meteorologiche è impedito l’avvistamento, l’inizio può venire posticipato di un giorno o due.

 

Alla fine del mese, quando si avvista di nuovo l' hilal, comincia la festa di rottura del digiuno, il cosiddetto Eid al-Fitr.


Per milioni di musulmani in tutto il mondo, il Ramadan rappresenta un periodo di riflessione, di preghiera e soprattutto di digiuno, probabilmente ben distante dalla commercializzazione che ha investito altre feste religiose come i nostro Natale; lo spirito resta quello del sacrificio personale e della devozione ad Allah. I musulmani ritengono che fu proprio durante il mese del Ramadan che Allah rivelò i primi versi del Corano, il libro sacro dell’Islam.

 

Lo fece nel 610 (d.c.), facendoli sussurrare a Maometto, dal cielo, con la voce dell’arcangelo Gabriele, durante una notte trascorsa nel deserto.

 

Il digiuno…

 

Durante il Ramadan si pratica un digiuno totale durante tutte le ore del giorno (neppure l’acqua dovrebbe essere tollerata); è inoltre proibito fumare ed avere rapporti sessuali, nonché ingerire qualsiasi sostanza, anche medicinal, per via orale o per qualsiasi altra via.

 

Il digiuno comincia circa un quarto d'ora prima dell'inizio del tempo di adorazione rituale dell'alba (salàtu-l-fàgr), in genere dopo aver assunto un pasto leggero detto suhur, e non è valido se non è preceduto dalla niyyah (l’intenzione).

 

Dopo il tramonto, il digiuno si interrompe con un pasto denominato iftar.

La prima interruzione è data, ritualmente, dall’ingestione di qualche dattero, oppure bevendo dell’acqua. Dopo l’iftar si esce e si sta con amici e parenti.


Il digiuno forzato persegue più scopi: mentre sono in preda alla fame ed alla sete, i musulmani intendono rievocare in qualche maniera le sofferenze della povertà, praticando contemporaneamente l’importantissima virtù dell’autocontrollo.

Come afferma il Corano, però, durante la notte ognuno può mangiare e bere in qualsiasi momento, fino a che non si possano intravedere le prime luci dell’alba.

 

In tutto questo mese santo, le buone opere compiute hanno presso Allah un pregio superiore rispetto alle opere compiute negli altri mesi dell’anno; il mese di Ramadan è il mese dello sforzo per arricchire la spiritualità, per aumentare la fede e per dare una maggior forza alla pratica dell'Islam e alla diffusione della parola di Allah…

 

Per legge possono essere esentati dal digiuno i minorenni, i malati di mente, i malati cronici, i viaggiatori, le donne in stato di gravidanza, che allattino o con le mestruazioni; infine le persone in età avanzata, ma solo nel caso che il digiuno possa comportare un rischio per il loro organismo.

Quando le cause legittime della interruzione del digiuno cessano, l'interessato, o l'interessata, sono tenuti a recuperare i giorni in cui non hanno fatto digiuno in Ramadan.

 

La rottura involontaria del digiuno non comporta nessuna sanzione, purché si riprenda subito dopo aver preso coscienza di tale rottura.

In caso di interruzione consapevole, bisogna rimediare con l’offerta di un pasto a 60 musulmani bisognosi oppure dare l’equivalente in denaro; diversamente bisogna digiunare per sessanta giorni.

 

La bontà di spirito che si acquisisce durante il digiuno può inoltre venire inficiata da alcune determinate azioni o contesti, come:

dire una bugia;

calunniare qualcuno;

bestemmiare;

avere un atteggiamento di bramosia o avarizia.

Eventi considerati intollerabili sia di giorno che di notte, e comunque mal visti anche fuori del periodo di Ramadan.

 

Il Ramadan è inoltre un mese di carità, durante il quale ogni credente deve dividere i suoi beni con coloro che ne hanno bisogno. Durante i giorno è anche buona abitudine recarsi alla moschea per trascorrere lunghe ore pregando e studiando il corano.

In aggiunta alle cinque preghiere quotidiane, durante il Ramadan si recita una preghiera speciale chiamata Taraweeh. La preghiera della notte.

 

La sera del ventisettesimo giorno di Ramadan, viene celebrato il Laylat-al-Qadr... è il momento in cui Maometto ricevette la rivelazione e, secondo il Corano, è anche il momento in cui Allah determina, ciclicamente, gli eventi dell’anno che verrà.

 

Il Ramadan termina infine con la festa dell’Eid al-Fitr, nel primo giorno del mese Shawwal.

Nel primo mattino si celebra l'adorazione congressuale della solennità festiva della rottura del digiuno di Ramadan, all'aperto e con la partecipazione di tutti i musulmani della zona; all'inizio della celebrazione ogni musulmano è tenuto a versare nella cassa della comunità una somma di denaro.

 

L’Eid al-Fitr è una tra le due celebrazioni islamiche più importanti insieme al pellegrinaggio alla Mecca.

Durante la celebrazione, che dura tre giorni, ci si veste con i vestiti più eleganti, si adornano le abitazioni, si fanno regali ai bambini e ci si ritrova con amici e parenti. Un senso di profonda generosità e gratitudine colora questa festività. Dopo il digiuno, si deve condividere la gioia.

 

Finito il periodo del ramadan, negli altri mesi il digiuno e l’astinenza sono parimenti visti come un atto meritorio. Chi digiunasse per un periodo più lungo di quello prescritto sa, dice il Corano, che fa un’opera buona per se stesso.


La pratica è usata anche come forma di penitenza per aver compiuto azioni contrarie al Corano ed è comunque consigliata per qualche giorno al mese nei due mesi che precedono il Ramadan, nonché nei sei giorni seguenti la festa della rottura.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

http://www.sufi.it/Islam/ramadan.htm

http://www.holidays.net/ramadan/

http://www.factmonster.com/spot/ramadan1.html

http://www.islamitalia.it/islam/ramadhan.html



 

 

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