N. 112 - Aprile 2017
(CXLIII)
Ralph
Waldo
Emerson
l'anima
idealista
della
prosa
americana
dell'Ottocento
di
Vincenzo
La
Salandra
Ralph
Waldo
Emerson
(1803-1882)
è
uno
dei
più
importanti
uomini
di
lettere
che
l'America
ha
prodotto
nel
XIX
secolo.
Fu
un
ben
noto
discepolo
di
Thomas
Carlyle
(1795-1881).
Nacque
a
Boston,
in
una
distinta
famiglia
clericale,
e
studiò
presso
il
prestigioso
Harvard
College.
Dopo
la
morte
del
padre
la
famiglia
si
trovò
in
ristrettezze
economiche
ed
Emerson
intraprese
l'insegnamento
scolastico.
Successivamente
si
rivolse
alla
chiesa
e
divenne
un
ministro
Unitariano.
I
dubbi
religiosi
e
filosofici
lo
allontanarono
dagli
uffici
religiosi
e
una
salute
cagionevole
lo
spinse,
nel
1832,
ad
un
lungo
viaggio
in
mare.
Al
ritorno
in
America
divenne
un
seminarista
itinerante
che
esponeva
liberamente
i
suoi
punti
si
vista
sulla
religione
e la
filosofia.
Le
sue
opinioni
e
gli
argomenti
delle
sue
lezioni
itineranti
vennero
raccolte
in
diversi
volumi
di
saggi
che
ricevettero
consensi
e
diffusi
apprezzamenti
per
la
concisione,
la
chiarezza
e il
fascino
della
sua
prosa.
Nel
1847
visitò
l'Europa,
trascorse
una
settimana
con
il
suo
maestro
Carlyle,
e
tenne
lezioni
in
Inghilterra
e
Scozia.
Morì
nella
sua
dimora
nel
ritiro
di
Concord.
L'opera
di
Emerson
comprende
undici
volumi
di
lezioni
e
saggi,
che
coprono
una
vasta
gamma
di
argomenti,
ma
che
in
maggioranza
riguardano
la
morale.
In
religione,
come
Carlyle,
non
aderì
a
nessuna
corrente
in
particolare,
ma,
sempre
come
Carlyle,
nutriva
alti
ideali,
un
vitalistico
entusiasmo
e un
onesto
desiderio
e
sete
di
verità
e
giustizia.
Come
suggeriva
l'Albert,
il
suo
stile
è
generalmente
uniforme,
dolce
e
limpido,
illuminato
da
vere
immaginazioni
illustrative,
e
diremmo
oggi,
filmiche.
Nel
suo
uso
di
frasi
brevi
ed
incisive,
seguì
la
maniera
di
Macaulay.
Emerson
continua
ad
affascinare
i
lettori
moderni,
ed
anche
nelle
sue
traduzioni
in
tantissime
lingue
straniere,
specialmente
per
il
suo
stile
espositivo
idealizzante,
e
per
la
grazia
letteraria
della
sua
prosa
cristallina
e
densa
di
contenuti.
Come
in
questo
esempio
fulgido:
"Con
lo
stesso
fuoco
vitale,
sacro,
celeste,
che
brucia
finché
dissolve
tutte
le
cose
in
onde
e
flutti
di
un
oceano
di
luce,
noi
ci
vediamo
e ci
conosciamo
tutti
e
sappiamo
da
quale
spirito
ciascuno
è
animato."
Una
piccola
citazione
finale
dall'explicit
di
una
sua
piccola
opera,
L'Anima
suprema,
ci
aiuterà
a
capire
meglio
la
cifra
di
questo
raffinato
scrittore
idealista,
che
ci
interessa
anche
per
la
sua
concezione
'sacra'
della
storia:
"Così,
rispettando
l'anima
ed
apprendendo,
come
dice
l'antico
savio,
che
"la
sua
bellezza
è
immensa",
l'uomo
verrà
a
scoprire
che
il
mondo
è il
miracolo
perenne
che
l'anima
compie,
e
stupirà
meno
delle
particolari
meraviglie;
apprenderà
che
non
vi è
storia
profana,
perché
tutta
la
storia
è
sacra;
e
che
l'universo
è
rappresentato
da
un
atomo,
da
un
momento
di
tempo.
Egli
non
tesserà
più
allora
una
vita,
macchiata
di
ritagli
e di
scampoli,
ma
vivrà
con
una
unità
divina.
Egli
abbandonerà
tutto
ciò
che
è
basso
e
frivolo
nella
sua
vita,
e
sarà
soddisfatto
di
ogni
posto,
e di
qualsiasi
servigio
che
possa
rendere.
Egli
affronterà
con
calma
il
domani,
nell'abbandono
in
quella
fede
che
reca
Dio
con
sé e
così
avrà
già
l'intero
avvenire
in
fondo
al
cuore".