N. 143 - Novembre 2019
(CLXXIV)
Raissa Calza
LA
MUSA
DI
DE
CHIRICO
CON
LA
PASSIONE
PER
L'ANTICA
ROMA
di
Leila
Tavi
Nel quarantennale dalla
scomparsa
dell'archeologa
Raissa
Calza,
il
Parco
Archeologico
di
Ostia
Antica
ha
organizzato
una
giornata
di
studi
in
memoria
della
studiosa
di
origine
russa
che
ha
contribuito
in
modo
fondamentale
all'identità
degli
scavi
di
Ostia
nel
secondo
dopoguerra.
Raissa Samuilovna Gurevič
(Раиса
Самуиловна
Гуревич)
nacque
il
15
dicembre
1894
a
Odessa.
Era
la
più
giovane
di
cinque
figlie
di
una
ricca
famiglia
ebrea
di
proprietari
terrieri.
Suo
padre
Samuil
(1863-1939)
e
sua
madre
Berta
Herzenstein
(Берта
Герзенштейн,
1862-1919)
possedevano
proprietà
in
Polonia,
vicino
a
Brest-Litovsk,
e in
Finlandia,
a
Tervus,
sul
lago
Ladoga.
Erano
antizaristi
e
favorevoli
alla
rivoluzione
democratica
di
Aleksandr
Kerenskij
del
marzo
1917
(Александр
Фёдорович
Ке́ре́ренский,
1881-1970).
Raissa visse a San Pietroburgo
fino
al
1918,
dove
studiò
lingue
straniere,
visitò
teatri,
andò
a
concerti;
amava
l’opera
lirica
e i
viaggi.
un
soggiorno
a
San
Remo
incontrò
il
filosofo
russo
Georgij
Plechanov
(Гео́ргий
Валенти́нович
Плеха́нов,
1856-1918),
che
le
diede
lezioni
di
storia.
Suo padre era un amante
della
danza,
così
l’incoraggiò
a
diventare
una
ballerina.
Lavorando
in
teatro,
incontrò
il
suo
primo
marito,
Georgy
Krol’
(Георгий
Александрович
Кроль,
1893-1932),
regista
teatrale
e
cinematografico.
Era
un
alievo
del
famoso
attore
e
regista
teatrale
russo
di
origine
tedesca
Vsevolod
Meyerhold
(Все́вололод
Эмильевич
Мейеерхо́льд,
il
suo
vero
nome
era
Karl
Kasimir
Theodor
Meierhold,
1874-1940).
Krol’
fu
in
seguito
conosciuto
in
patria
per
il
film
Fratelli
di
sangue
(Родной
брат),
diretto
da
Krol’
1928.
Nel 1919 Raissa fu costretta
a
emigrare
con
il
marito,
a
causa
della
rivoluzione
scoppiata
in
Russia.
Nel
1920
la
coppia
si
unì
al
padre
di
Raissa,
Samuil,
e
allo
zio
Lev,
che
si
erano
rifuggiati
a
Torino,
in
casa
di
Riccardo
Gualino,
uno
dei
loro
soci
in
affari
italiani.
Nel
luglio
1920
Raissa
e
Georgij
vissero
all'Hotel
Flora
di
Roma.
Nella
capitale
fecero
la
conoscienza
di
Olga
Resnevič
Signorelli
(1883-1973),
grazie
al
pittore
russo
Michail
Larionov
(Михаи́л
Фёдорович
Ларио́нов,
1881-1964).
Casa
Singorelli
fu
uno
dei
centri
più
vivaci
e
raffinati
della
vita
artistica
e
culturale
di
Roma
a
quei
tempi.
Dal
1921
al
1923
la
coppia
lavorò
a
Berlino,
dove
Krol’
girò
alcuni
film
e
Raissa
lavorò
come
attrice.
Nel 1923 i Krol’ decisero
di
tornare
a
Roma.
Dopo
un
breve
viaggio
ad
Amalfi,
Capri,
Positano
e
Sorrento,
Raissa
ebbe
la
possibilità
di
incontrare
il
famoso
pittore
Giorgio
De
Chirico,
in
occasione
della
messa
in
scena
dell'Histoire
du
soldat
di
Igor
Stravinskij
(И́горь
Фёдорович
Страви́нский,
1882-1971)
al
Teatro
degli
Undici
(Palazzo
Odescalchi);
Raissa
fu
scelta
come
prima
ballerina.
Il
dramma
teatrale
fu
messo
in
scena
in
collaborazione
con
l’associazione
Corporazione
delle
nuove
musiche,
fondata
da
Alfredo
Casella,
Gian
Francesco
Malipiero
e
Mario
Labroca.
Il
regista
dello
spettacolo
era
Hermann
Scherchen
(1891-1966);
lo
stesso
Stravinsky
fu
tra
il
pubblico
in
occasione
della
prima.
In quell'anno Giorgio De
Chirico
e il
fratello
minore
Andrea
Francesco,
il
cui
pseudonimo
era
Alberto
Savino,
erano
stati
scritturati
per
la
tragedia
mimica
in
un
atto
La
morte
di
Niobe
per
il
Teatro
degli
Indipendenti,
noto
all'epoca
per
le
rappresentazioni
pirandelliane
di
Anton
Giulio
Bragaglia.
I
due
fratelli
offrirono
a
Raissa
il
ruolo
principale
di
Niobe.
La
ballerina
si
esibì
in
Italia
con
lo
pseudonimo
di
Raissa
Lork.
La
musica
dello
spettacolo
fu
composta
da
Alberto
Savino,
mentre
le
scene
furono
ideate
da
Georgij
Krol
e i
costumi
da
Giorgio
De
Chirico.
Dopo un breve soggiorno
a
Parigi,
alla
fine
di
agosto
1924,
il
marito
di
Raissa
ricevette
un'interessante
proposta
per
una
tournée
in
Italia
con
la
troupe
Le
Coq
d'or
(Золотой
Петушок),
fondato
da
Anatoly
Dolinov
(Анатолий
Долинов,
il
suo
vero
nome
era
Анатолий
Котляр,
1869-1919),
che
faceva
cabaret.
I
Krol’
trascorsero
tre
mesi
(dal
novembre
1924
al
gennaio
1925)
viaggiando
tra
l’Italia
e il
Nord
Africa
(Bologna,
Ancona,
Firenze,
Napoli,
Tunisia).
Nel dicembre 1925 Raissa
si
separò
da
Krol’
e
partì
per
Parigi
con
De
Chirico.
Ben
presto,
l'artista
italiano
diventa
il
suo
secondo
marito,
che
dipinse
Raissa
in
alcuni
ritratti
famosi.
Durante
il
suo
soggiorno
a
Parigi,
Raissa
studiò
archeologia
sotto
l'ala
protettrice
di
Charles
Picard,
che
fu
anche
direttore
dell'École
française
di
Atene.
Ma
Raissa
non
riuscì
mai
a
conseguire
la
laurea.
Nell'aprile 1929 seguì
De
Chirico
nel
sud
della
Francia
(Monte
Carlo
e
Marsiglia).
Il
pittore
italiano
accettò
di
collaborare
con
i
Ballets
Russes
di
Djagilev
(Серге́й
Па́вловлович
Дя́гилев,
1872-1929),
preparando
costumi
e
scenografie.
La
coreografia
dello
spettacolo
era
di
George
Balanchine
(nato
Georgiy
Melitonovich
Balanchivadze
-
Гео́ргий
Мелито́нович
Баланчива́дзе,
1904-1983)
e la
musica
di
Vittorio
Rieti
(1898-1994).
Nel
1930
anche
il
secondo
matrimonio
di
Raissa
entrò
in
crisi,
perché
De
Chirico
l'abbandonò,
dopo
essersi
innamorato
di
Isabel
Far,
che
ben
presto
divenne
la
sua
seconda
moglie.
Raissa divorziò da De
Chirico
nel
1931
e
ritornò
a
Roma
nel
1932,
cercando
di
superare
il
dolore
per
l’abbandono
dell’artista
italiano.
Si
dedicò
interamente
agli
scavi
archeologici,
anche
se,
avendo
interrotto
gli
studi
di
archeologia
a
Parigi,
non
poté
ottenere
incarichi
professionali
in
nessuna
istituzione
italiana,
così
nel
1937-38
arrivò
come
fotografa
e
segretaria
presso
la
Soprintendenza
di
Ostia,
dove
era
in
corso
la
grande
campagna
di
scavi
degli
anni
1938-42,
diretta
da
Guido
Calza
(1888-1946),
in
vista
dell'Esposizione
Universale,
che
dovrva
essere
allestita
in
occasione
del
ventesimo
anniversario
del
fascismo.
Dal 1937 fu assistente
di
Guido
Calza,
che
la
lasciò
lavorare
anche
durante
le
leggi
razziali.
Tra
i
due
archeologi
si
instaurò
un
forte
legame
affettivo,
oltre
una
stima
reciproca,
Raissa
e il
sopraintendente
Calza
si
sposano
nel
1945,
alla
fine
della
guerra.
In
meno
di
quarant'anni
la
studiosa
russa
curò
numerose
pubblicazioni
sulla
Roma
classica:
cataloghi,
guide
archeologiche
e
saggi,
con
particolare
attenzione
all'iconografia.
Raissa Calza conosceva
così
bene
il
sito
archeologico
di
Ostia
Antica,
che
fu
per
due
volte
(nel
1956
e
1961)
la
guida
turistica
della
principessa
Cristina
d'Olanda.
Raissa
aveva
acquisito
una
vasta
conoscenza
delle
antichità
della
città
antica,
grazie
a
cui
fu
reclutata
per
prendere
parte
all'allestimento
del
Museo
Ostiense,
di
cui
curò
personalmente
la
selezione
di
sculture
e
dipinti,
il
loro
restauro
e
l'illustrazione
della
guida.
Si
occupò
del
Museo
Ostiense
nel
1947,
continuando
l'opera
del
marito
scomparso
l'anno
precedente.
Nel 1963 fu invitata dal
Papa
ad
un'udienza
privata.
Per
il
suo
contributo
alla
cultura
italiana
le
fu
conferita
nel
1967
la
Medaglia
d'oro
dell'Istituto
d'Arte
e
Cultura,
oltre
che
il
Diploma
di
Benemerita
della
cultura
italiana.
Stimata e apprezzata da
colleghi
illustri
come
Ranuccio
Bianchi
Bandinelli,
Sabatino
Moscati
e
Giovanni
Becatti,
Raissa
aveva
una
certa
predilezione
per
l'iconografia
e il
ritratto.
Importanti
istituzioni
e
collezionisti
la
consultavano
spesso
per
perizie.
Contribuì
alla
prestigiosa
Enciclopedia
di
Arte
Antica,
Classica
e
Orientale
diretta
da
Bianchi
Bandinelli,
fu
anche
la
prima
collaboratrice
scientifica
dell'Unione
Fototeca
dell'Accademia
Americana,
nonché
membro
dell'Istituto
Tedesco
di
Roma
e
corrispondente
della
Pontificia
Accademia
Romana
di
Archeologia.
In tarda età fu colpita
da
una
paralisi
che
la
costrinse
a
rimanere
immobile.
Non
poteva
più
scrivere
e
leggeva
con
difficoltà.
Fu
ricoverata
nella
Casa
di
riposo
di
Monte
Cucco.
Nel
1970
decise
di
donare
la
sua
biblioteca
personale
(1.275
opere
e
centinaia
di
articoli)
alla
Facoltà
di
Lettere
e
Filosofia
dell'Università
di
Siena
(l'attuale
Biblioteca
umanistica
di
Siena).
Si
trattava
di
lettere,
cartoline,
telegrammi,
telegrammi
e,
più
in
generale,
di
materiali
riguardanti
la
storia
delle
famiglie
Gourevitč,
Tumarkin
e
Frenkley.
La
maggior
parte
dei
documenti
riguardava
gli
scavi
di
Ostia
Antica.
La Sezione Archivi della
Biblioteca
Umanitaria,
dove
è
conservato
il
Fondo
di
Raissa
Gourevich-Krol-De
Chirico-Calza
è
stata
istituita
nel
1995,
grazie
a
una
donazione
di
Franco
Fortini
(1917-1994),
che
fu
docente
di
teologia
della
Facoltà
Lettere
e
Filosofia
dell'Università
di
Siena.
Questa
sezione
è
costituita
da
diciotto
collezioni
personali,
tra
cui
quella
di
Raisa
Calza.
L'ex
libris
dipinto
per
lei
dall'artista
Giorgio
De
Chirico
fu
scelto
come
logo
della
biblioteca.
Raissa Calza morì il 24
gennaio
1979
nella
casa
di
cura
delle
Suore
della
Carità
a
Roma.
Fu
sepolta
ad
Ostia,
nel
cimitero
di
Sant'Ercolano,
accanto
al
marito
Guido
Calza.