_

.

> Home                                                      > Chi siamo                                                      > Contattaci

 

Percorsi

.

.

Cultura politica società

.

Diritti umani e civili

.

Filosofia e religione

.

Storia e ambiente

.

.

.

 

Periodi della storia

.

.

Storia Contemporanea

.

Storia Moderna

.

Storia Medievale

.

Storia Antica

.

.

.

 

Rubriche

.

.

Falsi storici

.

Storia dello Sport

.

Turismo storico

.

Stampa estera

.

.

.

 

Numeri arretrati

 

 

 

 

 

.

> Cultura politica società

.

N. 13 - Giugno 2006

I RAGAZZI DI LOCRI

Giovani contro la mafia

di Stefano De Luca

 

Non piegarsi. I ragazzi di Locri, un paesino calabrese sconvolto dal barbaro assassinio di Francesco Fortugno, ci insegnano che è possibile rialzare la testa di fronte ai soprusi, che è possibile non perdere la fiducia nel proprio futuro anche di fronte ai delitti più efferati.

 

Il vicepresidente del Consiglio della regione Calabria venne ucciso dalla ‘ndrangheta il 16 ottobre 2005 mentre stava votando per le primarie dell’Unione in un seggio allestito a palazzo Nieddu, nel cuore di Locri, con cinque colpi di pistola.

 

I sicari erano riusciti fuggire, ma dopo cinque mesi di indagini erano finite in manette nove persone considerate collegate all’omicidio.

 

C'erano 8000 cittadini il giorno dei suoi funerali. La messa, celebrata dal Vescovo di Locri mons. Brigantini, divenne un momento di partecipazione collettiva che diede la possibilità di far emerge e condensare un sentimento di ribellione alla ‘ndrangheta ed ai suoi effetti devastanti.

 

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, presso la camera ardente allestita nella sede del Consiglio Regionale della Calabria, ha parlato ai cittadini di Locri dicendo chiaramente che lo Stato non li avrebbe abbandonati.

 

Alcuni ragazzi, esasperati per i condizionamenti prodotti sulla loro vita da una società malata e rincuorati da tanta attenzione istituzionale, sono stati capaci di creare un movimento il cui slogan rende chiari gli intenti: adesso ammazzateci  tutti!

 

Oltre duecento studenti cominciarono a sfilare in silenzio per le strade di Locri, erano li visibili da tutti, anche da quelli più grandi che ormai avevano perso la speranza, che per sopravvivere non avrebbero reagito, che per tutelare i loro figli avrebbero taciuto.

E proprio i ragazzi hanno dato l’esempio.

 

E sono stati capaci di calamitare su di loro l’attenzione di tv e giornali portando il problema che attanaglia il sud Italia in tutto il paese, riportando all’attenzione ciò che non si può più far finta che non esista.

 

Siamo ragazze e ragazzi con storie e percorsi di vita diversi, ma che vogliono tracciare insieme la strada per un vero riscatto civile della nostra terra. Siamo giovani uomini e giovani donne, e da oggi vogliamo essere gli occhi, la bocca, le braccia e le gambe di Franco Fortugno e di tutti gli Uomini Giusti, che voi, uomini di tutte le mafie, credete di aver ucciso. Sappiate invece, uomini della 'ndrangheta, che non li avete ammazzati, perchè le loro idee ed i loro sogni continueranno a camminare sulle nostre gambe. Sempre”.

 

Questo è l’incipit presente sul sito web da loro creato per dare visibilità alle loro iniziative, e per permettere a tutti i ragazzi del sud di non sentirsi più soli nella lotta contro un nemico subdolo e spietato.

 

Il sito web è presente all’indirizzo www.ammazzatecitutti.org, mentre tramite il sito web di Repubblica.it è possibile accedere al loro blog, molto visitato, all’indirizzo http://blog.repubblica.it/rblog/page/AMelone.

 

A nemmeno un anno di distanza dall’omicidio Fortugno, le iniziative dei ragazzi di Locri sono già state numerose, dalla Carovana antimafia di novembre 2005 al concerto di Capodanno di Jovanotti nella cittadina calabrese, alla mobilitazione di Reggio Calabria Su la testa.

 

Da Locri parte la riscossa del sud, da Locri i ragazzi hanno preso in mano il destino delle loro vite e si sono spesi per combattere tutte le mafie. Non lasciamoli soli.

 

"…tutta la società civile, senza distinzione di appartenenza politica, è chiamata a svolgere quel ruolo fondamentale di sostegno e di vigilanza, che non faccia avvertire quell'insopportabile senso di solitudine che può spingere all'abbandono. Ogni colpo inferto alle istituzioni colpisce tutti noi e sarebbe un errore gravissimo pensare che non sia così. Nessuno può chiamarsi fuori dalla battaglia contro la criminalità organizzata." Queste parole di Fortugno sembrano un testamento. Da li su anche lui avrà guardato questi ragazzi coraggiosi, ed avrà provato piacere a sapere che la sua morte non è stata vana.

 

A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti.

 

eOs dl

 

 

Consulenze storiche

.

.

Enti pubblici & privati

.

Università & studenti

.

.

.

 

Collabora con noi

.

.

Scrivi per InStoria

..

.

.

 

Editoria

.

.

Eos dl edita e pubblica:

.

- Manoscritti

.

- Tesi di laurea

.

Catalogo opere Eos

.

.

.

 

Links

 

Banners

 

 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA  N° 215/2005 DEL 31 MAGGIO]

.

.