N. 80 - Agosto 2014
(CXI)
LE
DONNE,
IL
DOLCE
E
L’AMARO
Domani
è un
altro
giorno
di
Giovanna
D'Arbitrio
Quando
le
donne
s’incontrano
e si
dispongono
in
cerchio
intorno
a un
tavolo
al
bar
per
un
caffè,
a
casa
per
un
burraco,
oppure
al
mare
sotto
un
ombrellone,
scatta
una
sorta
di
magia
che
le
avvolge
inducendole
a
confessioni
e
confidenze,
sfoghi
spontanei
e
confronti,
storie
di
vite
quotidiane
e
ricordi.
Non
sono
certo
come
gli
uomini
le
donne:
condizionate
dal
peso
di
secoli
bui
che
le
opprimono,
non
hanno
ancora
acquisito
quel
goliardico,
cameratesco
“spirito
di
corpo”,
oppure
quella
sicurezza
(o
dovremmo
dire
tracotanza?)
di
tanti
uomini
nel
sentirsi
sempre
nel
giusto
e
quindi
non
criticabili.
Anche
quelli
più
timidi,
si
sentono
forti
nel
gruppo
dei
maschi.
Noi
donne
no,
anzi
alcune
sembrano
specializzate
nel
dilaniare
le
altre
sottilmente,
con
battutine
dolcemente
pungenti.
Quello
che
in
effetti
colpisce
maggiormente
nelle
donne,
è
che
spesso
sono
amiche-nemiche,
disposte
a
condividere
“segreti
e
bugie”
(come
nel
noto
film
di
M.
Leigh),
ad
aiutarsi
anche
con
molto
affetto
quando
serve,
ma
anche
pronte
a
criticare
la
malcapitata
di
turno,
esaltando
in
contrapposizione
le
proprie
superiori
virtù
e
capacità,
dando
lezioni
dall’alto
di
un
piedistallo,
senza
rendersi
conto
che
“il
vento
della
critica
fa
il
suo
giro
tornando
al
punto
di
partenza”
e
alla
fine
non
serve
a
niente...
Tanto
siamo
tutte
nella
stessa
barca:
tuttavia
non
bisogna
offendersi
per
tali
comportamenti,
poiché
in
fondo
essi
scaturiscono
da
tante
insicurezze
tipicamente
femminili
che
si
superano
almeno
in
parte
“specchiandosi”
nelle
altrui
problematiche,
nel
tentativo
di
sdrammatizzare
anche
le
proprie.
Quando
si
arriva
ad
una
certa
età,
oltre
ai
fatti
quotidiani
vengono
fuori
tanti
ricordi
e,
mettendo
insieme
gli
uni
con
gli
altri,
ne
scaturisce
il
ritratto
di
un
periodo
storico
“tutto
al
femminile”
dagli
anni
’60
ad
oggi,
un
periodo
ricco
di
lotte
in
famiglia
e
nel
lavoro
per
guadagnarsi
un
po’
di
spazio
“vitale”,
un
po’
di
rispetto
e
dignità.
Una
caratteristica
comune
è il
nostro
difficile
rapporto
con
il
cibo,
amato
e
odiato,
usato
nei
momenti
difficili
per
compensare
“l’amaro
in
bocca”
delle
delusioni,
delle
umiliazioni,
della
mancanza
di
gratitudine
per
i
nostro
quotidiano
impegno
e i
costanti
amorevoli
sacrifici,
mai
considerati
nella
giusta
luce
sia
in
famiglia
che
sul
lavoro,
mai
degni
di
nota
in
quanto
per
secoli
considerati
“doveri”
solo
femminili.
Purtroppo
il
cibo
dà
solo
un
sollievo
temporaneo
e
poi
dopo
“l’abbuffata”
ci
si
preoccupa
della
linea
e ci
si
sente
in
colpa
per
aver
esagerato
nelle
quantità.
Difficile
rapporto
davvero
quello
tra
donne
e
cibo!
E
qui
non
vogliamo
certo
parlare
di
fenomeni
drammaticamente
in
aumento,
come
bulimia
e
anoressia,
più
presenti
nel
mondo
femminile
che
in
quello
maschile.
Sarebbe
un
discorso
troppo
lungo
da
affrontare
e
per
lo
stesso
motivo
qui
non
ci
sentiamo
di
trattare
il
tema
delle
crescenti
violenze
sulle
donne.
Malgrado
le
quote
rosa
guadagnate
in
politica,
la
condizione
femminile
non
ha
fatto
grandi
passi
sul
pianeta
Terra.
Vogliamo
soffermarci
invece
su
queste
forme
di
“compensazione”
ritenute
spesso
meno
importanti
e
pericolose,
eppure
sempre
più
indicative
di
un
disagio
psicologico
comune
alle
donne
di
tutte
le
età:
c’è
chi
si
fionda
su
dolci
e
cioccolatini
e ne
mangia
in
quantità
pantagrueliche
finché
non
si
sente
più
calma,
c’è
chi
invece
preferisce
cibi
salati
e
saporiti,
chi
ricorre
a
qualche
bicchiere
di
brandy.
Anche
la
sottoscritta
confessa
che
in
certi
momenti,
i
gelati
sono
stati
una
vera
ancora
di
salvezza...
E
così
tra
un
dolce
e un
gelato,
penso
alle
frasi
di
tante
donne
udite
durante
la
mia
vita:
mi
giungono
da
lontano
come
un’
eco
che
risuona
nella
mente
e
nell’anima.
Tante
frasi
di
povere
donne
che
fanno
venire
in
mente
i
film
di
Bergman
(regista
molto
sensibile
alle
problematiche
femminili),
come
Sussurri
e
grida,
Scene
da
un
matrimonio,
Sinfonia
d’
autunno
e
tanti
altri.
Eccone
alcune,
ma
potremmo
continuare
a
scrivere
per
ore:
-
Quando
mi
sento
triste
e
poco
amata,
mi
sale
un
forte
sapore
amaro
su
dalla
gola
fino
alla
bocca
e
devo
mangiare
subito
qualcosa
di
buono.
- Ho
aiutato
tanto
mio
marito
nel
suo
lavoro
quando
ero
giovane
e
affascinante,
ora
non
mi
ama
più.
-
Non
riesco
ad
avere
figli
- Io
invece
devo
abortire
-
Che
gioia,
sono
incinta!
-
Sono
malata,
ho
un
tumore.
- Ho
lavorato
sempre
con
impegno,
perché
mi
licenziano?
- Ho
avuto
fiducia,
l’ho
sposato,
ero
giovane,
colta,
bella,
ora
sono
diventata
“insopportabile”
secondo
lui.
- Ho
sgobbato
in
famiglia
e
fuori,
adesso
sono
diventata
“invisibile”.
Mi
sento
come
un
orologio,
si
accorgono
che
esisto
solo
quando
non
funziono.
- È
scortese
e
villano
con
me,
ma è
gentile
con
tutte
le
altre
donne,
perfino
con
le
colf.
- Ho
scoperto
un
messaggio
sul
cellulare,
forse
mi
tradisce
–
Chiederò
il
divorzio.
-
Mio
figlio
è
all’estero,
non
è
giusto.
-
Mia
figlia
è
sempre
nervosa,
aggressiva,
mi
sembra
di
averla
perduta.
-
Che
hanno
questi
figli?
-
Non
hanno
più
sicurezze,
stanno
rubando
il
loro
futuro
-
Quanta
fatica
per
farli
crescere,
per
educarli,
aiutarli
a
studiare,
curarli,
ascoltarli.
-
Mia
madre
è
caduta,
ha
un
femore
rotto
-
Tocca
sempre
alle
donne
pensare
agli
anziani.
-
Sono
in
pensione,
che
faccio
adesso?
Mi
mancano
tanto
i
miei
alunni.
-
Mio
marito
sta
male,
è un
brav’uomo,
morirà?
Mio
Dio,
come
farò
da
sola?
-
Finalmente
una
buona
notizia,
mia
figlia
si
sposa
-
Anche
mio
figlio
forse.
- È
nato
un
bambino!
-
Mia
figlia
è di
nuovo
incinta,
speriamo
che
sia
femmina.
-
Quanti
matrimoni
quest’anno
-
Guardate,
sotto
gli
ombrelloni
ora
ci
sono
tanti
figli
e
nipoti
-
Quante
bambine!
La
vita
continua.
Sì,
la
vita
continua,
coraggio
donne,
domani
è un
altro
giorno,
disse
Rossella
O’
Hara
in
“Via
col
vento”.