N. 71 - Novembre 2013
(CII)
iL QUINTO POTERE
TRA nuove tecnologie, SCOMODE VERITà e privacy
di Giovanna D’Arbitrio
Il
film
di
Bill
Condon,
“Il
Quinto
Potere”,
ricostruisce
il
rapporto
tra
Julian
Assange,
già
gestore
e
fondatore
di
Wikileaks
e il
suo
socio,
il
tedesco
Daniel
Domscheit-Berg,
rapporto
conclusosi
nel
2010
per
profonde
divergenze
sul
modo
di
utilizzare
la
nota
piattaforma
digitale
che
in
pochi
anni
riuscì
a
divulgare
una
serie
di
sconvolgenti
segreti
che
colpirono
alta
finanza
e
politica
a
livello
internazionale,
avvalendosi
di
anonimi
informatori
sparsi
in
tutto
il
mondo.
La
narrazione
si
basa
su
due
libri,
“Inside
Wilileaks”
del
suo
ex
collaboratore,
e
“Wikileaks”
di
David
Leigh
e
Luke
Harding,
due
giornalisti
del
Guardian,
il
giornale
inglese
che
aiutò
Assange
a
pubblicare
scottanti
informazioni
sulla
guerra
in
Afghanistan.
Bill
Condon
(già
famoso
per
film
come
Dreamgirls,
Kinsey,
Demoni
e
Dei
e
Twilight
Saga)
ci
offre
un’immagine
piuttosto
ambigua
del
personaggio
Assange:
da
un
lato
lo
dipinge
come
un
idealista
che
combatte
per
la
libertà
d’informazione
con
lo
slogan
“il
coraggio
è
contagioso”,
dall’altro
ne
evidenzia
bugie,
mistificazioni
e
mancanza
di
scrupoli
nella
gestione
delle
notizie.
Avvalendosi
di
una
frase
di
Oscar
Wilde
citata
da
Assange,
“date
ad
un
uomo
una
maschera
e vi
dirà
la
verità”,
il
regista
mette
in
evidenza
la
rivoluzione
generata
dalle
nuove
tecnologie
nel
campo
dell’informazione
e
dell’attivismo
online.
Nello
stesso
tempo,
tuttavia,
condividendo
i
dubbi
di
D.
Domscheit-
Berg,
sembra
condannare
un
tipo
di
informazione
non
sempre
attendibile
e
verificabile
e
per
di
più
con
conseguenze
imprevedibili
e
pericolose,
capaci
di
alterare
delicati
equilibri
internazionali.
Anche
se
lo
sceneggiatore,
Josh
Singer,
ha
cercato
di
contattare
testimoni
diretti
e
opinionisti
e
l’attore
tedesco
D.
Bruehl
ha
voluto
incontrare
Daniel
per
meglio
documentarsi
sui
fatti,
Assange
tuttavia
si è
mostrato
molto
insoddisfatto
ed
ha
pubblicato
una
mail
inviata
all’attore
Benedict
Cumberbatch
(che
ben
lo
incarna
sullo
schermo)
nella
quale
afferma:
“Io
credo
che
tu
sia
una
brava
persona,
ma
non
è un
buon
film
quello
che
hai
interpretato
e
scelto:
si
basa
su
una
sceneggiatura
“tossica”,
ti
sei
affidato
a
persone
il
cui
scopo
primario
è
distruggere
e
rimuovere
tutto
il
lavoro
fatto
da
Wikileaks”.
Il
film
è
comunque
da
vedere,
anche
se
ci
si
aspettava
qualcosa
in
più.
La
narrazione
è
inizialmente
noiosa
e
caotica
per
immagini,
notizie,
personaggi
e
luoghi
presentati
quasi
in
sovrapposizione
con
sottotitoli
troppo
veloci
e di
difficile
lettura,
ma
poi
diventa
gradualmente
più
interessante
e
coinvolgente,
lasciando
alla
fine
gli
spettatori
sempre
più
avviliti
per
i
terribili
segreti
che
minacciano
l’umanità:
in
effetti
le
recenti
notizie
sul
Datagate
ci
fanno
costatare
che
le
conseguenze
dell’
11
settembre
e la
crescente
paura
di
attentati
terroristici
stanno
limitando
il
diritto
alla
privacy
non
solo
di
“addetti
ai
lavori”
come
i
politici
o
gli
esponenti
dell’alta
finanza
presentati
in”
Quinto
Potere”,
ma
di
comuni
onesti
cittadini
spesso
spiati
senza
motivo.
Il
messaggio
conclusivo
del
film
sul
tema
della
“ricerca
della
verità”,
dovere
di
ogni
individuo
non
delegabile
a
nessuno
secondo
lo
stesso
Assange,
ci
lascia
ancor
più
perplessi
sul
“come”
accedere
alla
verità.
Una
maggiore
diffusione
della
cultura
potrebbe
aiutarci
a
discernere
tra
vero
e
falso?
Potrebbe
essere
utile
unire
all’informazione
online
anche
quella
“cartacea”
basata
su
testi
di
seri
studiosi
o di
onesti
giornalisti
“investigativi”?
Perché
non
giungere
a
leggi
internazionali
più
trasparenti
e
rispettose
della
libertà
dei
popoli?
E
alla
fine
ci
si
chiede:
“
Una
volta
svelato
ogni
intrigo
e
turpe
intrallazzo,
quali
mezzi
ha
oggi
l’individuo
per
difendersi
da
solo?”.
Un
senso
di
impotenza
pervade
l’anima
di
fronte
a
tutto
ciò
e
dal
confronto
con
gli
amici
dopo
la
visione
del
film,
scaturisce
almeno
l’auspicio
di
una
sorta
di
“riscossa
culturale
ed
etica”,
una
positiva
globalizzazione
alternativa
e
costruttiva
condotta
in
tutti
i
paesi
da
persone
civili,
illuminate
ed
evolute
che
con
le
loro
idee
possano
condurre
l’umanità
verso
una
crescente
consapevolezza
per
evitare
l’attuale
irresponsabile
spinta
verso
il
baratro.