N. 35 - Novembre 2010
(LXVI)
la legenda del serpente piumato
tra miti e antichi monumenti
di Giovanna D’Arbitrio
Giorgio
de
Santillana,
compianto
prof.
di
Storia
della
Scienza
presso
il
Massachusetts
Institute
of
Technology,
affermò
che
il
presuntuoso
lettore
moderno
si
vanta
di
poter
giungere
ad
una
comprensione
immediata
delle
“immagini
mitiche”
e
quindi
non
gli
viene
nemmeno
in
mente
che
in
un
antico
passato
misteriosi
astronomi
e
scienziati
potessero
avere
conoscenze
talmente
avanzate
da
guidare
ed
istruire
i
popoli
della
Terra
e
che
essi
per
qualche
motivo
velassero
tali
conoscenze
dietro
il
linguaggio
dei
miti.
Egli
pertanto
così
scrisse
nel
suo
libro
“
Il
Mulino
di
Amleto”
:
- È
una
possibilità
che
nessuno
sospetta,
anche
se
le
realizzazioni
delle
civiltà
antiche
(basti
pensare
alle
piramidi
o
alla
metallurgia)
dovrebbero
essere
motivo
probante
per
concludere
che
dietro
le
quinte
lavorava
gente
seria
e
intelligente,
che
non
poteva
servirsi
di
una
terminologia
tecnica…
Senz’altro
un
“ragionevole
dubbio”
sulla
preistoria
della
Terra
potrebbe
nascere
davanti
agli
imponenti
siti
archeologici
sparsi
qua
e là
per
il
mondo,
ampiamente
presenti
anche
in
Messico,
con
quel
loro
insistere
quasi
ossessivo
su
determinate
costellazioni,
su
solstizi
ed
equinozi,
insomma
su
nessi
e
relazioni
tra
Terra
e
Universo,
tra
microcosmo
e
macrocosmo.
Secondo
Sylvanus
Grisword
Morley,
studioso
della
civiltà
maya,
sotto
le
leggende
messicane
raccolte
dai
Conquistadores
spagnoli,
sembrano
essere
celate
concrete
realtà
storiche.
Quetzalcoalt,
o
Serpente
Piumato,
il
dio
messicano
della
Luce,
potrebbe
in
realtà
essere
stato
un
personaggio
storico
reale
che
aveva
introdotto
in
Messico
l’arte
della
scrittura
e
conoscenze
in
tutti
i
campi
dello
scibile,
come
astronomia
(il
famoso
calendario
maya),
matematica,
medicina,
metallurgia,
architettura,
agricoltura,
legislatura
e
quant’altro.
Descritto
come
un
uomo
alto,
biondo
e
robusto,
con
grandi
occhi
e
barba
fluente,
abolì
i
sacrifici
umani,
permettendo
solo
quelli
di
frutta
e
fiori
ed
era
noto
come
il
dio
della
pace.
Morley,
infatti,
afferma
quanto
segue
nel
suo
libro
“An
introduction
to
the
Study
of
Maya
Hieroghyphs”
: -
Il
grande
dio
Cuculcàn,
o
Serpente
Piumato,
era
il
corrispondente
maya
del
Quetzalcoalt
azteco,
il
dio
messicano
della
luce,
dell’erudizione
e
della
cultura.
Nel
pantheon
maya
era
considerato
il
grande
organizzatore,
il
fondatore
di
città,
il
promulgatore
di
leggi
e il
maestro
del
calendario.
Invero
i
suoi
attributi
e la
storia
della
sua
vita
sono
talmente
umani
che
non
è da
escludere
che
sia
stato
un
personaggio
storico
reale,
un
grande
legiferatore
-.
Stranamente
tutte
le
leggende
dell’America
centrale
sembrano
essere
popolate
da
personaggi
molto
simili,
anche
se
vengono
indicati
con
nomi
diversi,
come
Culcàn,
Gucumaz,
Votan,
Itzamana,
gemelli
a
quanto
sembra
della
divinità
andina
di
Virachoca:
tutti
condividevano
il
simbolo
del
Serpente.
Improvvisamente
questi
esseri
misteriosi
e
sapienti,
arrivati
dal
mare
da
un
luogo
molto
lontano,
ad
un
certo
punto
salparono
di
nuovo
nella
direzione
da
cui
erano
giunti,
promettendo
poi
di
ritornare.
Quali
furono
le
cause
di
questa
improvvisa
partenza?
Le
leggende
messicane
parlano
di
una
sorta
di
lotta
cosmica
tra
il
Bene
e il
Male.
Un
dio
malvagio,
Tezcatilpoca,
cioè
“Specchio
Fumante”,
aveva
sconfitto
a
Tollan
(oggi
Tula)
Quetzalcoalt,
costringendolo
a
lasciare
il
Messico.
Nell’antica
piramide
di
Tula,
in
effetti,
piena
di
figure
di
giaguari
e
aquile
che
divorano
cuori
umani,
statue
enormi
di
orrendi
idoli
sembrano
testimoniare
la
vittoria
di
“Specchio
Fumante”,
che
reintrodusse
i
sacrifici
umani
in
tutta
l’America
Centrale.
Secondo
Graham
Hanccock,
autore
del
libro
“Le
impronte
degli
Dei”,
tracce
di
tali
leggende
si
trovano
in
tutto
il
Messico
in
piramidi
e
ziguratt
che
ci
ricordano
l’Egitto,
l’antica
Sumeria
e
altri
siti
archeologici
presenti
sulla
Terra,
in
cui
imponenti
templi
e
grandi
idoli
venivano
costruiti
con
grossi
massi
trasportati
da
una
zona
all’altra
in
epoche
in
cui
seconda
la
storia
ufficiale
era
sconosciuta
perfino
la
ruota.
Cholula,
Achliotan,
Coatzalcoalco,
le
località
di
Tres
Zapotes,
San
Lorenzo
e La
Venta,
legate
agli
Olmechi,
Villahermosa,
Oaxaca,
Monte
Alban,
Palenque,
Teotihuacan,
evidenziano
la
presenza
di
“maestri”
(buoni
o
malvagi)
in
possesso
di
conoscenze
scientifiche
e
tecnologiche
più
avanzate
rispetto
a
quelle
dei
popoli
che
un
tempo
ivi
dimoravano.
In
tutti
questi
luoghi
sembra
dominare
l’ossessione
di
grandi
cicli
di
distruzione
e
ricostruzione
che
hanno
segnato
fin
dall’inizio
il
percorso
della
Terra
e
dei
suoi
abitanti.
A
Chichén
Itza,
nello
Yucatàn
settentrionale,
il
Tempio
di
Cuculcàn
è
una
drammatica
testimonianza
dei
sacrifici
umani
(una
vera
carneficina!)
con
i
quali
gli
abitanti
speravano
di
placare
crudeli
Dei
ritenuti
responsabili
di
tali
ciclici
disastri
e, a
Villahermosa,
c’è
l’Altare
dei
Sacrifici
dei
Bambini,
opera
degli
Olmechi.
A
questo
punto,
riflettendo
su
tutto
ciò,
davvero
la
partenza
del
leggendario
Quetzalcoalt
e
dei
suoi
aiutanti
sembra
aver
segnato
tragicamente
le
antiche
culture.
Come
tanti
popoli
che
avevano
abitato
il
Messico,
gli
Aztechi
credevano
in 5
grandi
cicli
che
essi
chiamavano
“Soli”
e
secondo
il
loro
calendario
ora
l’umanità
si
troverebbe
alla
fine
del
quinto
“sole”.
Molte
leggende,
miti,
profezie
e
perfino
tanti
testi
religiosi,
inclusi
quelli
cristiani,
parlano
di
una
sorta
di
fine
del
mondo,
ma
tanti
affermano
più
ottimisticamente
che
sarà
solo
la
fine
di
“questo
mondo”,
violento
e
pieno
di
ingiustizie,
e
che
sulle
sue
macerie
un
giorno
verrà
costruita
una
nuova
pacifica
Era.
Che
pensare
di
tutto
ciò?
Non
ci
resta
che
incrociare
le
dita
e
contare
per
il
momento
sulla
nostra
“buona
volontà”
per
contribuire
all’evoluzione
e al
rinnovamento
della
Coscienza
Umana
sul
pianeta
Terra.