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N. 110 - Febbraio 2017 (CXLI)

QUATTRO PILASTRI PER LA STORIA

TERRITORIO, SOCIETÀ, ECONOMIA E CULTURA:GLI INDICATORI STORICI
di Marialuisa Tranquillo

 

Un elemento importante, quando si parla di storia, è il riconoscimento dei tratti che la definiscono e la distinguono, per esempio rispetto alla cronaca. I due termini sembrano coincidere di più quando si tratta di epoca contemporanea o comunque recente, forse per la mancanza di distanza che esiste tra le due sfere, o magari per il fatto che social media e personal media pongono attenzione più alle persone che alle situazioni importanti; fatto è che può risultare utile ridefinire le caratteristiche della disciplina di Erodoto. Tra le tante definizioni se ne propone una, in base alla quale possono dirsi STORIA quei fatti che operano cambiamenti duraturi a livello di territorio, società, economia, cultura. Possiamo chiamare, pertanto, questi quattro elementi indicatori storici proprio perché indicano che si tratta di un fatto storico. Cerchiamo qui di seguito di definirli, in modo da rendere chiaro il pensiero.

 

Cominciando dal primo indicatore, possiamo dire che il territorio è una estensione che include suolo acqua e aria, tale estensione è proprietà di un popolo o di una istituzione che ne userà o ne trarrà i profitti secondo gli accordi interni; è chiaro che la tipologia di territorio condiziona notevolmente, specie nelle fasi iniziali della storia, la possibilità per un popolo di aumentare il proprio benessere; se è facile ricordare come la Mezzaluna Fertile o le piene del Nilo abbiano favorito le civiltà che si erano insediate in quel territorio, va ricordato come è proprio la antropizzazione di una certa area che contribuisce alla sua abitabilità.

 

Le guerre per territori più fertili o più ricchi a livello minerario o di acqua caratterizzano la storia passata e odierna; molti conflitti sono cominciati a causa di invasioni, e scontri di vasta portata si sono spesso conclusi ridisegnando i confini degli stati prima belligeranti. Un caso meno evidente di occupazione di territorio che segna la storia può essere il caso Antartide: il territorio a sud del 60° parallelo, in base al Trattato Antartico (stipulato a Washington nel 1959) è diventato una base scientifica internazionale; numerosi stati possono coabitare nella base del polo sud, e cooperare insieme, mentre, allo stato originario, l’estremo sud del globo non era abitabile per l’uomo. In basse all’art. 1 del trattato il territorio può essere utilizzato solo per scopi pacifici, (si veda il trattato stesso, art.1) è quindi un caso senza dubbio degno di entrare nella storia, ancorché meno conosciuto di altri accordi internazionali. Possiamo così definire il territorio il primo indicatore storico.

 

All’interno di un territorio, un aggregarsi di persone che interagiscono per raggiungere obiettivi comuni può definirsi società, il secondo indicatore; come esempi di obiettivi comuni possiamo immaginare una divisione di compiti che assicurino o facilitino la sopravvivenza dei membri e dell’organizzazione stessa. Il tipo di struttura o di regole che gli abitanti di un territorio si danno diventa quindi il modello sociale di quella civiltà, la quale elabora un proprio sistema economico e una propria cultura. Potrebbe definirsi un evento storico il momento in cui, ad esempio in India, non saranno più significative le divisioni in casta, e scompariranno i Paria, che attualmente risultano essere un sesto degli abitanti del vasto continente indiano, normalmente evitati da tutti. Ai Paria vengono di norma permessi solo lavori cosiddetti impuri, che hanno a che fare con sangue, immondizia, latrine, defunti; per quanto teoricamente non vietato, è molto difficile per un Intoccabile raggiungere anche solo un buon titolo di studio.

 

Il terzo pilastro è l’economia: etimologicamente il termine indica le regole seguite da una casa per sviluppare i beni della famiglia, il fine è la ricerca della migliore organizzazione per un buon uso e utilizzo delle risorse (del territorio e della società) in modo da soddisfare al meglio i bisogni del singolo e della comunità. Spesso la preferenza politica operata dalla società condiziona l’economia, in altri casi è invece la visione economica a determinare la scelta politica/sociale. Si vede ora chiaramente come questi indicatori storici si intreccino l’un con l’altro, influenzandosi a vicenda. È evidente come, per esempio, la crisi del ’29, nel secolo scorso, abbia influenzato gli eventi storici che seguirono, ma possiamo pensare anche al fallimento Lehman Brothers per rimanere in tempi più recenti e accorgersi come la storia non sia una disciplina lontana.

 

Il quarto elemento è la cultura: anche in questo caso, definire il termine è selettivo rispetto all’ampiezza dei significati che storicamente ha assunto; in generale possiamo vedere la cultura come l’insieme non solo del sapere teorico e pratico, ma anche gli ideali, l’orientamento morale che una società elabora. Non a caso la parola morale deriva dal latino mores, termina che indicava anche una prima forma di leggi e comportamenti che regolava la società. È evento storico quindi quando una cultura scompare, e il preservare le culture in pericolo diventa dovere storico. Si pensi alla politica turca verso la metà degli anni Venti che vietò addirittura di usare la lingua curda, espressione di una cultura che la neo-autorità di Ankara temeva avrebbe potuto indebolire quello che rimaneva del grande impero ottomano. Nel mondo attuale la cultura di un popolo spesso tende a dimenticare le proprie specificità a favore di una globalizzazione ad opera di paesi economicamente più forti, questo può essere un nuovo sistema di conquista, storicamente importante.

 

Quanto più quindi i cambiamenti all’interno di questi quattro indicatori producono conseguenze durature nel tempo, tanto più possiamo dire di trovarci di fronte a eventi storici. La cronaca si può fermare solo all’evento in sé, senza poter guardare al tempo, dato che oggetto della cronaca è l’oggi, l’hic et nunc.



 

 

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