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Antica


N. 16 - Aprile 2009 (XLVII)

PROVINCE ROMANE
Bythinia et Pontus

di Antonio Montesanti

 

La continua ed improvvisa espansione del Regno Pontico, da parte della dinastia mitridatica, fu anche il motivo della loro fine e conseguente annessione alla Res Publica di Roma.

 

Quando Mitridate VI, re del Ponto, sconfisse il vicino rappresentante della Bitinia, Nicomede IV Filopatore, questi venne rimesso sul trono per intervento dei Romani, e per riconoscenza alla sua morte, seguì l’esempio del collega pergameno, Attalo III, con un lascito testamentario a favore di Roma nel 74 a.C.

 

Il Ponto invece, a causa della sua continua ostinazione venne definitivamente debellato da Pompeo che sconfisse l’ultimo rappresentante della dinastia Mitridatica nel 66 a.C.

 


Le due regioni d’Asia Minore, vennero in un primo momento annesse alla provincia d’Asia dopo l’acquisizione dei loro rispettivi territori. Tre anni dopo ambedue le regioni venivano organizzate in un'unica provincia (63 a.C.) con la dicitura ufficiale di Bythinia et Pontus e gestite da un propraetor.


Se della prima faceva parte l’intero territorio corrispondente alla regione antica comprendente anche una parte di tracia europea, al contrario, l’antico regno pontico fu privato di una consistente parte di territorio orientale, che venne distribuito tra diversi regni asiatici minori


Tuttavia questa provincia fu sempre estremamente particolare: le due regioni vennero quasi considerate province autonome l’una dall’altra sotto il profilo auto gestionale. Se infatti Augusto, nel 27 a.C., le assembrò sotto l’alto comando di un unico proconsole di rango pretorio e attribuendola quindi al senato, ognuna aveva una propria capitale civile dove si riunivano i rispettivi koinà (comunità civili): Nicomedia (Izmit) e Amastri (Amasra), fino all’ascesa di Bisanzio.


Essendo in definitiva una regione di confine, a contatto con l’Armenia, regione a lungo contesa con l’Impero Partico e Sassanide, la provincia fu oggetto di cure speciali da parte di Traiano, sotto il cui impero fu legatus Augusti, nel 111 e 112 d.C., Plinio il Giovane.


Con Marco Aurelio la provincia mutò il suo rango divenendo imperiale. Probabilmente per iniziativa di Alessando Severo, verso il 230 d.C., il Ponto venne distaccato dalla Bitinia, divenendo così una provincia autonoma, sotto l'autorità di un procurator Augusti; solo nell’età dei Deci, intorno al 250 d.C. terminò la condizione equestre della provincia e riunita nuovamente alla Bythinia sotto il controllo senatoriale di un vir perfectissimus.


Il ruolo della provincia subì un cambiamento decisivo sotto Costantino quando Bisanzio cambiò nome e ruolo all’interno della politica orientale dell’Impero e quando nel 325 d.C. venne indetto il concilio di Nicea (Nicomedia/Iznik).


Diocleziano suddivise le due province in tre province minori: Bithynia, Paphlagonia e Diospontus. Più tardi tra il 384 e il 387, l’intera area peripontica venne suddivisa nuovamente e le tre province vennero a loro volta disgiunte in province minori.

 

Una parte della Bythinia mantenne il proprio nome, mentre una seconda parte, ancora minore venne chiamata, solo in seguito, Honorias (Onoriade).

 

Il Pontus, già suddiviso in Paphlagonia e Diospontus, venne suddiviso in altre tre parti: Diospontus, Pontus Ptolemaicus e una parte, la più orientale andò a formare l’Armenia Minor.



 

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