N. 8 - Agosto 2008
(XXXIX)
PROVINCE ROMANE
GERMANIA
di Antonio
Montesanti
Quello che ha legato Roma alla Germania è sempre stato,
nella storia, un rapporto particolare, privilegiato,
di stima e di paura reciproca, di ammirazione e
odio vicendevole, tutti “sentimenti” che si sono
confusi tra invasioni e conquiste dall’una e
dall’altra parte.
È
necessario sottolineare che le culture paleolitiche
tedesche hanno restituito numerose tracce: i reperti
acheuleani e clactoniani raccolti a Mackleeberg presso
Lipsia, l'industria musteriana di Ehringsdorf e di
Neandertal, nonché le stazioni preistoriche di Mauern e
delle grotte di Vogelherd. Del periodo mesolitico la
località più famosa è Ofnet, che testimonia usanze
funebri. Grande diffusione ebbero in tutto il territorio
le culture neolitiche, in relazioni alle quali si
segnarono le stazioni preistoriche di Aichbühl,
Eberstadt, Flonborn, Hinkelstein e Roesen. Nell'Età del
Bronzo primeggiano le culture dei tumuli e dei campi
d'urne. I tempi preistorici si concludono anche in
Germania con l'Età del Ferro che vede l'espandersi della
civiltà di Hallstatt. L’elenco di questi siti serve non
tanto a dare un sostrato prestorico alla storia
tedesca, quanto a confermare che in molti siti tra
quelli elencati è stata messa, archeologicamente in luce
una sequenza stratigrafica che giunge fino a epoca molto
recente, dando conferma di una sorprendente successione
di culture continuative, tra l’altro individuate
anche a Lauterach nel Württemberg, ovvero di
un’occupazione consequenziale degli stessi luoghi e una
presenza forte fin da tempi antichissimi.
Per
il periodo precedente al I sec. a.C., in cui si
ritrovano le prime attestazioni su testi greci e in
latini dei popoli germanici, le scarsissime notizie sono
offerte esclusivamente dall’epigrafia e
dall'archeologia, permettono a stento di riconoscere
alcune aree di cultura materiale e linguistica. Le
sporadiche tracce seguite tramite l’archeologia parlano
di un popolamento proveniente dalla parte settentrionale
del paese, area che fra l'Età del Bronzo e il V secolo
a.C. tese progressivamente a estendersi dalla Danimarca
e fra il Weser e l'Oder fino a raggiungere la Bassa
Slesia, la Turingia e il bacino del Reno, mentre il
“cuneo” elvetico ha dato modo di poter confermare una
larga fascia meridionale legata al popolamento celtico,
dove sono numerose e imponenti le tracce dell'Età del
Ferro.
Stanziati e permanenti fino al III sec. a.C., i Germani,
ricominciarono da quel periodo a muoversi nuovamente
verso le regioni del sud-sudovest, comprimendo i Celti
ed occupandone i pochi insediamenti. Nel II sec. a.C. i
Teutoni vennero fermati dagli eserciti di Mario presso
Aix-en-Provence e i Cimbri presso Vercelli (102-101
a.C.).
La
storia della Germania romana inizia contemporaneamente
alla conquista della Gallia: Giulio Cesare fece
conoscere al mondo romanizzato la presenza di popoli
oltre Reno forti e differenti dai Celti o Galli.
Avvertiva inoltre che le popolazioni Germaniche,
potevano essere un rischio per l’espansionismo e la
sicurezza romana, a causa delle loro tradizioni e della
loro sete di libertà.
Al
termine della conquista gallica, il Reno – benchè Cesare
fosse già cosciente che il fiume non fosse un confine
definito – divenne la naturale linea di
separazione e baluardo contro le tribù germaniche. Una
catena di castelli difensivi e accampamenti militari fu
tesa tra Magonza e Colonia.
I
primi, cruenti scontri, segnarono immediatamente il
confronto tra Romani e Germani ed avvennero proprio per
mano del rappresentante della senato in terra gallica,
che dapprima respinse i Suebi e il loro capo Ariovisto,
che avevano tentato di insediarsi sulla riva sinistra
del Reno, sbaragliati e ricacciati da Cesare (58 a.C.),
che, di slancio, attraversò il Reno invadendo la regione
nel 57 a.C. e proseguendo, nei tre anni seguenti,
l’annientamento di molte tribù germaniche, tra cui gli
Eburoni.
Nell’estate del 57 a. C., il generale romano portò
l’esercito nelle fiandre e nella valle della
Mosa. Nella primavera del 55 a.C., Cesare parlamentò
con i comandanti degli Usipeti e dei Tencteri del Reno
inferiore, che si sarebbero potuti stabilire sulla riva
occidentale del fiume. Durante la riunione Cesare
catturò gli ospiti, quindi costruì un ponte sul Reno per
intimidire i Germani con l’intenzione di attraversarlo
per esplorare quella regione sconosciuta. L’anno
successivo Ambiorix, uno dei due re degli Eburoni si
sollevò e distrusse una legione romana, allora Cesare
per rappresaglia sterminò tutto il popolo germanico e
l’altro re degli eburoni Catovolco si suicidò, non senza
aver prima maledetto Ambiorix per aver deciso la fine
del suo popolo. Senza nave, Ambiorix fu uno dei pochi
che riuscì a scappare alla distruzione attraversando il
Reno.
Tra
gli anni 39 e 38 a.C., Agrippa espulse gli Svevi della
riva ovest del Reno stabilendo si sottoporsi agli Ubii,
un popolo alleato di Roma. Le continue guerre avevano
reso questa regione deserta; qui gli Ubii fondarono il
centro di Ara Ubiorum, la moderna Colonia.
Nel
27 a. C.,
Augusto crea la provincia della Gallia Belgica, la cui
capitale era Reims. Il governatore Marcus Lollius viene
sconfitto in Germania nel 17 a. C. dai Sugambri e che
rubano l’aquila della V legione.
In
seguito a questa umiliazione, Augusto inviò i fratelli
Druso e Tiberio a fortificare la frontiera. Nel 12 a.C.
Druso, figliastro di Augusto, ricacciò indietro i
selvaggi Sugambri e spingendosi fino alle isole della
Frisia e al fiume Ems, penetrando in un territorio sino
ad allora sconosciuto ai Romani. Con la morte di Druso,
secondo diversi storici, fallì il tentativo d’allargare
e assicurare l’Impero contro le forze stanziate sui
territori della riva destra del Reno. Sarà Tiberio, dopo
la sua morte, a prendere il comando delle operazioni
militari nella Germania Magna, che fu uil nome
della provincia romana costituita dopo le prime campagne
di Druso del 12-9 a.C., sotto Augusto, ad oriente del
fiume Reno, nei territori in corrispondenza degli
attuali Paesi Bassi e Germania. Della sua esistenza ne
parla esplicitamente Cassio Dione.
Nell’anno 12 a. C., la tanto sperata vendetta contro i
Sugambri si concretizzò. Druso si portò sul fiume Lippe,
da dove attaccò i Cherusci. Nel 9 a. C. espulse i
Marcomanni, che condotti dal loro re Marbod si
trasferirono in Boemia. Nella primavera seguente Druso
raggiunse il fiume Albis (Elba), nella regione
dove si trova l’attuale Dresda. Nerone Claudio Druso, il
favorito per la successione al trono, era riuscito a
pacificare il nord della Germania e si stava dirigendo a
Roma per essere onorato col trionfo quando il suo
cavallo si ribaltò e gli fratturò una coscia, evento che
lo condusse lentamente alla morte; aveva 29 anni.
Tiberio successe a suo fratello nella conquista della
Germania e, dopo portò 40.000 Sugambri e lasciando
libera la capitale momentanea Noviomagus Batavorum (Nimega)
e si diresse anch’egli ad est. Prima di ottenere dei
risultati concreti, Tiberio fu costretto a partire per
soffocare l’’ennesima rivolta in Dalmazia, lasciando
l’esercito della Germania Inferiore agli ordini di Varo,
governatore della nuova provincia Germania Magna.
Gli
insediamenti principali della nuova provincia furono le
fortezze legionarie di Marktbreit Il primo ritrovamento
archeologico della zona risale al 1985, grazie ai nuovi
metodi archeologici seguiti con la ricerca aerea da
parte del Dr. Otto Braasch. I primi sondaggi sul campo
hanno rivelato un terrapieno alto circa 2,8 metri ed una
palizzata lungo il perimetro di un campo a forma
irregolare, che racchiudeva un'area di 37 ettari circa
(750 x 500 m). Gli scavi successivi, dal 1986 al 1992,
hanno rivelato il sito dell'alloggio il comandante (Praetorium)
ed il centro amministrativo della fortezza (i
Principia) oltre ad un portone d'ingresso sul lato
nord-est. Questo campo faceva parte dell'insieme di
altri accampamenti ausiliari e legionari presenti in
Germania come: Haltern (l'antica Aliso e capitale
amministrativa della nuova provincia), Waldgirmes,
Holsterhausen, Oberaden (in passato fortezza
legionaria), Beckinghausen, a sud, lungo il fiume Meno,
Anreppen, Haltern e Rödgen (base di rifornimento).
Gli studiosi moderni ritengono che il sito servisse per
lanciare l'offensiva contro i Marcomanni di Maroboduo
nel 6 sotto il legato Gaio Senzio Saturnino, ma potrebbe
essere stato fondato già all'epoca dal governatore della
nuova provincia di Germania, Lucio Domizio Enobarbo
(console 16 a.C.), nel 3-1 a.C., o forse prima nel 5
a.C. sotto un governatore ignotus.
La
fine del suo utilizzo fu, quasi certamente, la disfatta
di Teutoburgo, dove tre legioni romane ed il suo
comandante, Publio Quintilio Varo, furono annientate nel
9 d.C. Il campo potrebbe essere stato utilizzato anche
nel corso delle campagne di Germanico del 15-16 d.C.
(Cornelio Tacito, Annales, I, 59).
Quintilio Varo era il rampollo d’una famiglia in vista,
ma non nobile. Di temperamento tranquillo, ligio al
diritto romano e forse non adatto alle campagne
militari. Giunto nella più profonda Germania, più che
comandante di un’armata, si vedeva come il
rappresentante d’un diritto e di una cultura superiori
rispetto ad un popolo abituato a risolvere le proprie
questioni grazie a usi e costumi antichissimi. Quintilio
Varo comandava sei legioni, più di 36 mila soldati, la
maggiore armata dell’Impero. Cercò di trapiantare in
Germania l’esperienza accumulata in Siria, imponendo il
diritto romano ed esigendo l’applicazione delle leggi
tributarie. Non sapeva che la riscossione delle imposte
tra le tribù germaniche era un fatto sconosciuto,
considerato un tributo umiliante, un’ingiustizia, una
rapina. Di qui la rivolta delle popolazioni germaniche
sotto la guida di Arminius (o Hermann, alla germanica).
Negli Annales tacitiani è ricostruito il percorso
compiuto dalle 40 coorti che, muovendo da Xanten,
penetrarono nel territorio dei Brukterer, nell’area
compresa tra i fiumi Ems e Lippe. La campagna di Varo
contro i ribelli germanici terminò nei boschi e nelle
paludi ai piedi del Kalkrieser. Questi, guidati da
Arminius, riportarono nel 9 d.C. una vittoria
leggendaria. Vennero disintegrate tre le legioni e tutte
le truppe ausiliarie nella foresta del Teutoburgo. Varo,
come già il padre e il nonno, preferì togliersi la vita
e la sua testa fu inviata all’imperatore. C’è chi
afferma che in quel massacro durato tre giorni abbiano
perso la vita circa 20 mila soldati romani.
Con
la tremenda sconfitta subita dall'esercito romano nel
Teutoburgwald, la nuova provincia andava
definitivamente perduta, cessando di esistere solo 20
anni più tardi dalla sua creazione, in occasione dello
sfacelo procurato da Publio Quintilio Varo.
Velleio Patercolo, che non riporta con precisione la
località della disfatta di Varo, ci ha lasciato una
breve Historia Romana, redatta nel 29 d. C., in
cui si sofferma in modo particolare sulla disfatta.
Tacito scrisse: "Arminius fu indiscutibilmente il
liberatore e trascinatore della Germania". Heinrich
Heine, il grande poeta romantico (1797–1856) stese
questi versi:" Hermann vinse la battaglia, / i Romani
vennero scacciati, / Varo fu sconfitto con le sue
legioni, / e noi siamo rimasti tedeschi…",
riconoscendo, in quel lontano fatto d’armi, la nascita
di un popolo.
La
battaglia della selva di Teutoburgo spense i sogni di
romanizzare la Germania, con la quale si perse tutte le
conquiste effettuate da Tiberio, così come le legioni
XVII, XVIII e la XIX. Da adesso in poi s’incrementó la
presenza militare con nuove legioni.
Negli anni tra il 16 e il 13, Tiberio e Druso
convertirono la frontiera rennana in una zona
militarizzata. Tacito racconta che Germanico, figlio di
Druso, nel 15 d. C. aveva ritrovato il luogo del
massacro. Durante il sopralluogo diede ordine di
seppellire i resti insepolti.
Quando Tiberio divenne imperatore, il generale
Germanico, figlio di Druso, ottenne il comando
dell’esercito della Germania Inferior. Germanico attaccó
il capo dei Cherusci Arminio, che aveva creato una
grande confederazione. Dopodichè Arminio venne
sconfitto, i popoli germani iniziarono ad unirsi sempre
più. Accortosi di questo, o forse della troppa gloria
del nipote, Tiberio mandó a chiamare Germanico dopo aver
lasciato solo Arminio. Poco tempo dopo Germanico verrà
ucciso dai suoi propri familiari.
Il
progetto di una Germania romana fino all'Elba,
delineatosi dopo la conquista delle Gallie e sostenuto
con vigore nei primi anni del principato, conobbe
qualche successo con la conquista dei territori a sud
del Danubio e la creazione delle provincie della Rezia
(15 a.C.), del Nordico ( 16 a.C. ) e della Pannonia (10
d.C.), ma si esaurì qui. Neppure le successive campagne
di Tiberio (del 10-11) e di Germanico (del 14-16)
poterono recuperare i territori germanici ad est del
fiume Reno, tornati ormai definitivamente liberi.
Fallita la conquista promossa da Augusto (9 d.C.), la
presenza romana si limitò tra il 70 e il 270 agli
Agri Decumates e in ricordo dei territori perduti
nel 14-16 furono costituite due nuove province,
scorporate dalle province galliche: la Germania
inferiore e la Germania superiore con Castrum
Mogontiacum.
Tacito scrive la Germania nel 98 d. C., anno in cui
andava componendo anche la monografia dedicata al
suocero Agricola, presagio e premessa dell’opera
storiografica maggiore.
Una
volta pacificato il paese, la Germania Inferiore si
convertì in una piccola provincia molto più piccola fino
alla riva sinistra del Reno. Le grandi migrazioni a Roma
del III secolo portarono la disabitazione delle Germania
Inferiore. Vennero create le due provincie di Germania
Superiore e Inferiore. Per questioni amministrative
dipendevano dal legato della Gallia Belgica, però per
questioni militari, i legati delle legioni erano
totalmente autonomi. Le legioni XVII e XVIII, le cui
basi si trovavano Gallia Belgica, presero la provincia
de Germania Inferior come centro nuovo di operazione per
proteggere le cità al di quà del Reno. Dall’altro lato,
la parte superire del Reno era vigilata dalla Legioni I
Germanica, V Alaudae e XIX, costituendo la
provincia della Germania Superior. Le due nuove province
erano sottoposte allo stesso della gallia bellica anche
se realmente si comportarono come province autonome.
Questa situazione di indipendenza si ufficializzò
definitivamente nel 83 d. C., quando dopo la
sollevazione di L. Antonio Saturnino, l’imperatore
Domiziano le dichiarò province completamente
indipendenti.
Germania inferiore
Situata sulla riva occidentale del fiume Reno, in
corrispondenza degli attuali Paesi Bassi e Germania
occidentale. Gli insediamenti principali che erano
presieduti da una legione erano Bonna (Bonn, dove
risiedeva la XIX), Noviomagus Batavorum (Nimega),
Castra Vetera (Xanten, la legio XVII),
Trajectum ad Rhenum (Utrecht), Durnomagus e
Novaesium (Neuss), tra Asciburgium (Duisburg)
e Colonia Claudia Ara Agrippinensium (attuale Colonia,
dove si trovava la legio XVIII), capitale della
provincia. L'esercito della Germania inferiore,
conosciuto semplicemente come EX.GER.INF. (Exercitus
Germania Inferior), aveva numerose legioni al suo
servizio: tra queste, le legioni I Minervia e XXX
Ulpia Victrix, I Germanica, V Alaudae,
XX Valeria Victrix e la XXI Rapax erano
stanziate permanentemente nella regione. La classis
germanica, cioè la flotta romana nella provincia,
aveva l'incarico di pattugliare il Reno e la costa del
Mare del Nord e aveva la sua base a Castra Vetera
ed in seguito a Colonia Agrippinensis.
Germania superiore
Provincia romana che all'epoca includeva la maggior
parte della Svizzera romana, in particolare le
coloniae di Nyon, Avenches, con il territorio degli
Elvezi, e Augst. La sede del prefetto senatorio (legatus
Augusti pro praetore) era Magonza, mentre
l'amministrazione delle finanze era di competenza di un
procurator, di rango equestre, che risiedeva a
Treviri. La Germania superior si estendeva dal fiume
Vinxtbach, a sud di Bonn, fino al lago di Ginevra; a est
andava dal lago di Costanza alle Alpi bernesi, passando
per Pfyn e il Gottardo settentrionale. A ovest dell'alto
Reno la provincia abbracciava il territorio a sinistra
del fiume (Sequani, Lingoni e ceppi minori) e dalla fine
del I sec. d.C. anche a destra (la Foresta Nera; intorno
a Rottweil). Il confine con la Germania libera era
garantito dal limes, da castra e campi
legionari a Magonza, Strasburgo e (solo fino al 101)
Windisch. I territori a destra del Reno furono persi nel
260; intorno al 300 Diocleziano divise la Germania
superior in Germania Prima e Sequania (Maxima Sequanorum).
La provincia romana della Germania Inferior occupava i
trerritori degli attuali Paesi bassi e Germania esendo
la frontiera orientale del Rhenus. L’esercito
della Germania Superior era costituito dalla II Augusta,
XIII Gemina, XIV Gemina e la XVI
Gallica.
Fra
il III e il VI secolo le tribù germaniche si spostarono
in massa verso occidente, infrangendo il limes
renano-danubiano e dilagando fino alle più lontane
province dell'Impero Romano. Le regioni a oriente
dell'Elba, dalle quali i germani provenivano, restarono
così spopolate e furono occupate negli ultimi decenni
del VI secolo dagli slavi. Un'ampia area a occidente del
Reno (includente fra l'altro Treviri e la Mosella) e a
sud del Danubio (le province romane della Germania
superiore, Rezia e Norico) veniva investita da un
profondo processo di germanizzazione etnolinguistica.Fino
ai secolo IV e V d. C. i tentativi dei Germani di
penetrare in Gallia o in Italia furono pochi, così come,
fu limitata e parziale la penetrazione di Roma nei
territori germanici.
La
riduzione dei costi portò alla graduale abbandono delle
Fiandre. Benchè riuscirono a resistere per secoli alle
decine di invasioni barbariche, non riuscirono ad
opporsi ad una nuova tribù germanica: i Franchi che
iniziarono i loro maggiori attacchi negli anni tra il
256 e il 258 approfittando del fatto che la maggior
parte delle truppe erano state inviate in Oriente per le
campagne contro i persiani. Gli invasori occuparono
anche la gallia saccheggiando Treviri e Gelduba (Krefeld
– Gellup). Colonia si salvò grazie al fatto di essere
fortemente fortificata. L’imperatore Gallieno riprese
Treviri e cercò di espellere i franchi. Fu costretto a
pagare le altre tribù germaniche affichè combattessero
con lui poiché non aveva forze. Galieno assunse il nome
di Germanicus Maximus, il più grande
conquistatore delle tribù germaniche Tra gli anni 259 e
260, il governatore della Germania Inferiore, Póstumo,
si proclamò imperatore e fondò l’Impero gallico. Visto
che Galieno e i suoi generali erano occupati nell’est
non potevano occuparsi di questo usurpatore e la
Germania Inferiore venne occupata dai Franchi.
L’imperatore romano Aureliano riconquistò en 273 i
territori persi en la Galia e spense il dominio gallico.
Si diede per questo motivo il nome di reconstructor
orbis, che in parte è giusto dando vita ad un nuovo
impero romano che stava cadendo a pezzi.
Senza dubbio le grandissime perdite e le lotte intestine
diedero passo libero ai Franchi nella Germani a
Inferiore insieme a loro ai Franchi, Alemanni, e pirati
sassoni. Le città di Colonia e Treviri caddero, mentre
Novaesium (Neuss), Forum Hadriani (Voorburg)
e Bagacum (Bavay) furono abbandonate.
Nel IV secolo la provincia cambiò nome in Germania
Secunda e il governo romano diede il permesso a
migliaia di franchi di popolare le zone disabitate a
patto che difendessero la frontiera. Nell’inverno del
406 e del 407, gli alani e i vandali invasero L’impero,
i franchi si mantennero fedeli ai romani però alla
caduta del governo centrale, i signori feudali franchi
si fecero carico del governo.
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