N. 17 - Maggio 2009
(XLVIII)
province
romane
galatia
di Antonio
Montesanti
La regione che occupa il
centro quasi in maniera precisa della Penisola Anatolica,
anticamente portava il nome di Frigia Orientale (Frigia
Majus) e aveva come capitale Gordio.
La storia della regione della Galazia, col nome con il
quale la conosciamo, inizia alla fine del IV sec. a.C.,
quando le migrazioni dei popoli celtici mitteleuropei
portano gli stessi a spingersi verso il Sud del
Continente.
Un primo contatto, con testimonianza diretta della loro
presenza a sud del Danubio, ci viene fornito durante le
campagne di Alessandro Magno nell’area Traco-illirica
nel 335 a.C., quando, sotto giuramento le popolazioni
migratorie celtiche giunte nell’area balcanica, si
alleano con i Macedoni contro gli Illiri. In realtà si
trattava solo di avvisaglie di migrazioni più sostenute
che si stavano appropinquando fino a raggiungere il loro
culmine in epoca ellenistica. Non potendo penetrare in
Italia, per la forte presenza della nascente Roma, i
Galli si riversarono dapprima nei Balcani e quindi in
Grecia, in un periodo in cui la nazione ellenica era
estremamente soggetta ad una persistente disomogeneità
ed instabilità politica.
Intorno alla metà del III sec. a.C., le prime a
capitolare furono le stesse popolazioni dei Traci, al
confine settentrionale con la Grecia, nell’odierna
Bulgaria. A Tylys, (odierna Tulowo, Bulgaria), i Celti
dopo aver pesantemente sconfitto le tribù dell’area
balcano-danubiana, s’insediarono fino a costituire un
proprio regno che crollerà definitivamente solo nel 212
a.C., per la rivolta degli stessi Traci dopo cinquant'anni
di sottomissione al potere celtico.
Tuttavia alla stessa ondata bisogna attribuire l’urto
solo in parte assorbito da Greci e Macedoni. Un “Nuovo
Brenno” (dopo quello del sacco di Roma del 390 a.C.)
scendeva nella penisola ellenica e, dopo una serie di
scontri, a cadere sul campo era l’epigono di Macedonia,
Tolemeo Cerauno, soccombendo in battaglia contro di loro
nel 281 a.C. Dopo quella sconfitta, i Celti si
riversarono in massa sulla Grecia continentale: diversi
santuari vennero depredati tra cui fece scalpore quello
di Delfi il cui immane bottino venne poi ritrovato a
Tolosa dai Romani nel 106 a.C.
Dalla Grecia furono comunque “deviati”, ad opera di
Antigono Gonata, verso oriente il che consentiva alle
due ondate, quella ellenica e quella tracia, con a capo
Leonnorio e Lutario, di portarsi in Asia Minore nel 278
a.C. su richiesta di Nicomede I di Bitinia, che decideva
di ricorrere a loro per porre fine alla disputa col
fratello per la successione dinastica. Le tribù dei
Trocmi, dei Tolistobogii e dei Volci Tectosagi, si
spostarono per essere affrontati in seguito da Antioco
I. nella c.d. battaglia degli elefanti: affatto
intimoriti, sconfiggevano il sovrano seleucide, in un
epico scontro in cui i Galli vedevano per la prima volta
gli elefanti. Il loro dominio sulla Galazia veniva così
definitivamente e ufficialmente riconosciuto dalle città
ellenistiche dell'Asia Minore: i Tectosageti si
stabilirono nei pressi di Ancyra (l'odierna Ankara), i
Tolistobogii presso Pessinus (att. Bellihisar), luogo
sacro a Cibele e i Trocmi presso Tavio.
Da questo momento si stanziavano definitivamente nella
regione centrale che prenderà da loro il nome
combattendo in qualità di mercenari durante le varie
lotte tra i diversi sovrani ellenistici. Quando il Regno
di Pergamo si distaccò definitivamente dall’immenso
impero Seleucide di Siria, i Celti, ormai Galati,
obbligarono i giovani regnanti della piccola provincia
d’Asia a sottostare al loro potere delle armi tramite
tributo. Questo fino al 235 a.C., quando Attalo I si
rifiutò di pagare il fio annuale, riunendo tutte le
altre città ellenistiche dell’Asia Minore soggette a
tributo, contro i Celti. La guerra che ne scaturì vide
vincitore il giovane regno pergameno in seguito al
quale, il vincitore, fondatore ufficiale della dinastia
attalide, dedicò ad Atena Nikephoria il così detto
"Grande donario", un gruppo scultoreo in bronzo le cui
copie in marmo di età romana sono conservate nei Musei
Capitolini e a Palazzo Altemps a Roma.
Da questo momento i due regni vivranno in una pace
basata su reciproco rispetto, con una certa predominanza
del regno pergameno, comunque sempre in una forma di
pace forzata e di reciproca “sfiducia”. Questa si
rifletterà nella guerra che Roma condurrà contro Antioco
III di Siria, l'ultimo tra i Seleucidi a tentare la
riconquista dell'Asia Minore, in cui i Galati risultano
alleati del Seleucide e con lui sconfitti presso
Magnesia al Sipilo nel 189 a.C. da Gaio Manlio Vulsone.
Con i predominio definitivo di Pergamo, appoggiato da
Roma, da questo momento i Galati entrano ufficialmente
nell'orbita di Roma, in qualità di alleati,
definitivamente dopo l'occupazione della Galazia ad
opera dei sovrani del Ponto, durante le Guerre
Mitridatiche. Nel 64 a.C. la Galazia divenne uno stato
associato alla Res Publica, mantenendo la propria
indipendenza e la suddivisione interna in tre tribù
(ciascuna delle quali con a capo un tetrarca). Al tempo
di Cesare, uno dei tre tetrarchi, Deiotaro, prese il
sopravvento sugli altri due e venne riconosciuto dai
Romani quale “re” della Galazia. Nel 48 a.C. Deiotaro
combattè al fianco di Pompeo contro Cesare, il quale,
una volta sconfitto il triunviro, tolse loro dei
territori ed utilizzò nella guerra contro Farnace re del
Ponto gli stessi Galati, che per vendicarsi ordirono una
congiura contro il condottiero romano.
Fu lo stesso Cicerone a difendere il re Celta
nell’invettiva Pro Deiotaro, salvandolo dall’esecuzione;
tuttavia nella battaglia di Filippi del 42 a.C. il
principe galata si schierò ovviamente con i cesaricidi,
questo provocò, nonostante un chiaro pentimento, dopo la
morte di Cassio, e passaggio dalla parte di Augusto, la
clienterizzazione del suo regno, fino a quando la sua
dinastia si estinse. Con la morte del re Aminta, nel 25
a.C., la Galazia divenne definitivamente provincia
romana, retta da un governatore e dal un legato di rango
pretorio. Tuttavia il settore religioso venne lasciato
indipendente: Pilamene, erede dell'ultimo re galata,
ricostruì un tempio presso Ancyra dedicandolo ad Augusto
in segno di lealtà all'impero. Nei secoli successivi,
del resto, la Galazia si dimostrerà una delle province
più fedeli a Roma.
La provincia romana di Galazia, a cui vennero
incorporati territori a sud dell’Asia Minore: Pisidia,
Isauria e parti della Licaonia e della Frigia, si
trovava nella parte centrale dell'Anatolia e confinava a
nord con la provincia di Bythinia et Ponto, ad est con
la provincia di Cappadocia, a sud con la Lycia et
Pamphilia e ad ovest con la provincia d’Asia. La
capitale, destinata a divenire capitale dell’odierno
stato turco era l'antica Ancyra (Ankara). Nel tempo
tuttavia la situazione mutò diverse volte: pochi anni
dopo la creazione, in epoca giulio-claudia, le vennero
aggiunte la Paflagonia, parte del Ponto (Galaticus e
Ptolemaiucus) e l’Armenia Minor. Vespasiano la riunì
nella provincia della Cappadocia affidandola ad un
legato consolare. Traiano ricostituì la Cappadocia e
fece dei due subregni pontici uno stato autonomo;
Adriano ne distaccò l’Isauria e parte della Licaonia,
annettendole alla Cilicia.
I Galati formalmente dipendenti da Roma ma al loro
interno “liberi”, vedevano il loro territorio suddiviso
in nelle tre tribù ognuna delle quali era divisa in
“cantoni”, ciascuna delle quali governata da un
"tetrarca", con poteri assoluto. Fino all’avvento di
Roma, gli originari abitanti della Frigia orientale,
mantennero il controllo delle loro città e delle loro
terre, ma erano tenuti a pagare dei tributi ai galli,
che formavano così una sorta di aristocrazia militare
separata dagli autoctoni in fattorie fortificate.
La loro religione era basata su una sorta di politeismo
celto-romano, finché la loro terra fu visitata, durante
il suo terzo viaggio, da Paolo di Tarso, accompagnato da
Sila e Timoteo, dove fu ricevuto con entusiasmo.
Girolamo (347-420 d.C.) riferisce che, al suo tempo, i
Galati parlavano ancora il gallico, la loro antica
lingua affine a quella dei Galli di Treviri, oggi in
Germania.
Con la riforma di Diocleziano, la parte meridionale e
quella settentrionale vennero distaccate divenendo parte
rispettivamente delle provincie di Paphlagonia e quella
di Lycaonia sotto la Diocesis Pontica, la Pisidia fece
parte della Diocesi Asiatica e l’Isauria, con la costa
cilicia della Diocesis Orientalis. In 398 d.C., circa un
secolo dopo, sotto Onorio la neo ricostituita provincia
fu divisa nuovamente in due provincie, la Galatia Prima
and Galatia Secunda or Salutaris. La Galatia Prima
costituiva la parte nordorientale della vecchia
provincia, laddove rimaneva Ancyra come capitale e
governata da un consularis, mentre la Salutaris
comprendeva la parte rimanente ed includeva la Phrygia
ed governata da un praeses che risiedeva a Pessinus.
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