.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

antica


N. 21 - Settembre 2009 (LII)

province romane
cilicia
di Antonio Montesanti

Con la Cilicia si conclude il ciclo delle province asiane o asiatiche. Questa provincia, regione d’antica origine, ha avuto sempre nella storia il privilegio di essere considerato un ponte naturale tra Occidente ed Oriente, nonostante i suoi confini con l’Asia Medio Orientale siano ben definiti dalla piccola ma distinta catena montuosa dell'Amano (Nur Dag).

La Cilicia, dunque, si può definire un corridoio naturale verso l’Oriente, quello stesso corridoio che ha consentito alla regione di essere, nei millenni forse la più florida tra tutte quelle regioni/provincie che componevano l’Asia Minor. Posizionata a nord dell’isola di Cipro, con cui condivide alcuni aspetti storico-culturali, il territorio cilicio è ben conchiuso tra e il Mar Mediterraneo, la catena dei Monti dell'Amanus (Giaour Dag), che la separava dalla Siria e quella del Tauro (Toros Dag)  che la divide dall’Altopiano Anatolico tramite una stretta gola, chiamata in antico Porte Cilicie (Gülek Bogazi).

L’antica regione, era naturalmente e culturalmente divisa tra Cilicia Trachea (Aspra) ad Ovest e Cilicia Pedias (Piana) ad Est, divise dal fiume Lamas-su. Per le sue caratteristiche geografiche e storiche, come detto, Cipro e in particolare il settore Nord dell’isola era considerato come parte, e lo sarà sempre, fino ai giorni nostri, della regione.

Il mitico Cilix era considerato fondatore dell’etnia e della popolazione cilicia trachea la cui storia ‘geografica’ viene completata dal fondatore della dinastia che governò la parte detta Pedias, ovvero Mopso, identificabile in fonti fenicie come Mpš, fondatore della città di Mopsuestia.

La Cilicia Trachea (Aspra), è tuttavia il ‘nocciolo’ da cui deriva il nome già riconosciuto in epoca  assira come  Khilakku. La sua caratteristica è data da ripide e scoscese propaggini della catena del Tauro che si tuffano a picco, in promontori rocciosi, nel mare formando delle cale che in antico costituivano veri e propri porti protetti, rifugio dei pirati per cui la Cilicia fu tristemente nota soprattutto in epoca romana.  Il distretto è bagnato dal fiume Calicadno.

La Cilicia Pedias (Piana, l'assira Kue) era delimitata dalle pendici orientali del Tauro ed era costituita da un’ampia e ferace pianura costiera con alture interne fortificate. La pianura è bagnata dal fiume Cydnus (Tarsus Chai), dal Sarus (Sihun) e dal Pyramus (Jihun), ognuno dei quali porta il limo necessario a far si che la piana sia una tra le più fertili del bacino mediterraneo.

Le fonti dicono che i tre fiumi uniti una volta si dirigevano verso il mare ad ovest di Kara-tash formando quindi un’unica foce. Attraverso la ricca piana dell'Isso correva la grande strada che univa l'est e l'ovest, e sulla quale si trovavano le città di Tarso (Tarsa) sul Cydnus, Adana (Adanija) sul Sarus, e Mopsuestia (Missis) sul Pyramus.

La concomitanza delle due sub-regioni forniva tutto il necessario per essere autonoma ed esportare  come punto d’incontro commerciale: l’occidentale anticamente era coperta da foreste che rifornivano la Fenicia e l'Egitto mentre l’orientale, con un ricco suolo fertile, forniva cotone, grano, olivi.

Nella prospicienza orientale della Cilicia Pedias passava la strada che univa realmente l’Europa all’Oriente e delimitava l’Asia come ‘contesto chiuso’. Questa verrà poi ricalcata dalla Via Regia d'epoca persiana. Sembra che il nome di “Porta d’Oriente” in antico fosse evidenziata da un arco costruito (il Demir Kapu) che permetteva l’accesso alle colline ad est del Pyramus per entrare nella piana dell'Issus dove da qui portava verso sud attraverso un'altra porta in muratura ad Alessandretta, da qui attraversava il Monte Amanus attraverso la Porta di Siria (Beilan Pass) fino ad Antiochia ed alla Siria.

Un'altra via correva verso nord attraverso una porta in muratura (Toprak Kaleh), e attraversava il Monti Amanos alle Porte Amaniche (Baghche Pass), verso la Siria settentrionale e l'Eufrate. Qui si scontrarono i due eserciti, di Alessandro e Dario in uno scontro che decise gran parte delle sorti dell’Impero Persiano nella battaglia di Isso.

I Khilikku nelle iscrizioni assire hanno già all’inizio del I millennio a.C. una loro identità storica e sociale, considerati una delle quattro potenze principali dell'Anatolia. Si dibatte negli ultimi anni se la Cilicia facesse parte in antico del regno Siro-Cappadocico o meno poiché troppo poche sono le testimonianze di una occupazione o permanenza ittita in Cilicia.

Tuttavia sembra che nei secoli la Cilicia, per la sua posizione geografica di passaggio, non si sia mai resa protagonista di grandi atti d’indipendenza ma piuttosto sembra che abbia accettato spesso di buon grado le occupazioni straniere pur mantenendo sempre una sorta di autonomia formale accettando di divenire parte integrante di grandi imperi senza subirne le conseguenze di un’occupazione militare. Sembra che ciò sia avvenuto sotto l’Impero Persiano, dove, pur essendo considerata una satrapia del regno, venne governata da re locali tributari, che portavano il nome o titolo ellenizzato di Syennesis.

Lo stesso accadde all’arrivo di Alessandro Magno, quando il Macedone non trovò nessuna forma di resistenza neanche attraverso il passo delle Porte Cilicie scendendo dall'altopiano anatolico nel 333 a.C.

Nel periodo ellenistico, dopo la morte di Alessandro, essendo considerata una regione estremamente ricca divenne campo di contesa tra i Tolomei dell'Egitto e i Seleucidi di Siria. In questo periodo la il paese fu spesso spaccato in due tra le fazioni contendenti rispettivamente tra la parte orientale e quella occidentale.

La Pedias, più ricca e strategicamente più importante venne occupata dai Romani già nel 103 a.C., mentre la Trachea rimase praticamente ‘libera’, in quanto covo di pirati, fino al 67 a.C. quando Gneo Pompeo Magno li sconfisse e debellò definitivamente nella battaglia di Korakesion (Alanya) riunendo finalmente le due metà e facendosi consegnare ufficialmente da Tigrane di Armenia la regione per poi costituirla provincia definitivamente nel 64 a.C. con Tarso come capitale. Dapprincipio la provincia si estendeva anche su parte della Frigia anatolica.

Dopo la sconfitta di Pompeo a Farsalo, Giulio Cesare si preoccupò immediatamente di riorganizzare la provincia nel 47 a.C. e nel  27 a.C., Ottaviano seguendo le orme del Divus Julius, l’aggregò alla grande provincia di Siria-Cilicia-Fenicia.

Tuttavia, se in un primo momento la diplomazia cilicia fu in grado di mantenere una sorta di indipendenza interna tramite un proprio sovrano ed una casta di dinasti-sacerdoti locali, riuscendo addirittura a ritagliarsi un piccolo regno con Tarkondimotus ad est, la pseudo-indipendenza cessò definitivamente con la riorganizzazione della provincia da parte di Vespasiano, nel 74 d.C. al cui governo fu posto un Legatus Augusti Propraetore di rango pretorio.

Diocleziano nel 297 d.C. colloca la Cilicia, governata da un Consularis nella Diocesis Orientalis dell'Impero, come parte della prefettura del pretorio chiamata anch'essa Orientalis (che includeva anche le diocesi Asiana e Ponto, entrambi in Anatolia, e la Tracia nei Balcani). La provincia fu suddivisa in Cilicia Prima corrispondente alla Pediaca e alla Tracheia insieme, con capitale Tarso (tarsus Çayi), città natale di S. Paolo e città principali Adana, Solis-Pompeiopolis e Aelinunte-Traianopolis e Cilicia Secunda corrispondente al settore medio orientale, con capitale Anazarbus (Djuhan) e città principali Mopsuestia, Ægea e Alessandria di Isso.

Arcadio opererà ancora delle suddivisioni ulteriori ridefinendo i confini delle prime due cilicie e distaccandone da quella ‘aspra’ l’Isauria con capitale Seleucia (Selevkia /Silifke).



 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA  N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.