.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

 

 

 

.

antica


N. 20 - Agosto 2009 (LI)

province romane
armenia
di Antonio Montesanti

La nazione armena ha una sua identità storica che difficilmente può essere confusa con le relatà circostanti; ciò era chiaro anche ai Romani i quali prima di costituirla provincia cercarono sempre di mantenerla autonoma, in qualità di stato vassallo all'interno del conflitto partico e poi sassanide.

L’archeologia non ha fatto nient’altro che constatare l’indipendenza culturale armena attraverso il riconoscimento della cultura di Shulaveri-Shomu, nata ed espansasi nell’area Transcaucasica centrale e sviluppatasi tra il 6000 e il 4000 a.C. seguita dalla cultura di Kura-Araxes fino al 2200 a.C., processo culturale che si conclude con quella di Trialeti nel 1500 a.C.

Gli Armeni rappresentano uno dei ceppi più antichi del gruppo indeoeuropeo il cui nome originario è considerato essere Hayq o Hayastan dalla doppia radice sanscrita haik e stan' (terra). Il Monte Ararat, considerato sacro dagli Armeni poichè ritenuto il luogo dove si posò l'arca di Noè dopo il diluvio universale, è il picco più alto dell’altopiano e porta al contempo in se stesso la radice della terra che domina.

Dal 1500 e il 1200 a.C., è presente una sorta di confederazione tribale conosciuta come Hayasa-Azzi che troviamo ripetutamente in guerra contro gli Ittiti. Dopo il 1200 questa prima confederazione entra in una più grande che conosciamo, tramite gli Assiri, come Nairi (Terra tra fiumi) che sembra sopravvivere fino all'800 a.C., quando si concretizza il totale assorbimento all’interno del regno di Urartu che si accrebbe nel Caucaso, tra Mar Nero e Mar Caspio e nella parte orientale della moderna Turchia, tra l'800 a.C. e il 600 a.C. arrivando a sottomettere regioni ricche come la Cilicia e la Siria settentrionale.

Verso la fine del VII sec. a.C. gli Armeni vengono soggiogati all’impero Achemenide o Persiano, tuttavia viene scelto un compromesso per il loro possesso: un governatorato con dinastia propria detta degli Orontidi, che ebbe la supremazia sulla nazione tra il 600 a.C. e il 200 a.C. pur essendo considerata, la nazione, a tutti gli effetti una satrapia persiana.

Da Alessandro il Grande in poi, l’Armenia venne inglobata all’Impero Seleucide. Questo è considerato un momento-chiave nella geo-storiaografia armena: il crocevia storico all’interno della sua cultura è infatti dato dal momento in cui l’impero – di cui faceva parte il regno armeno – del sovrano seleucide Antioco III  si dissolve.

L'Armenia viene divisa in due subregioni per volere dello stesso basileus nel 215 a.C.: la parte occidentale del regno, che diventa l'Armenia Minore, viene affidata al principe Zariadris, mentre la parte orientale viene concessa al principe Artaxias con il nome di Armenia Maggiore (di cui faceva parte anche il Gordiene), Artaxias sarà il fondatore della dinastia degli Artassidi (190 a.C. - 1 d.C.), mentre lo spartiacque di confine è dato dall’alto corso del fiume Eufrate.

Ancora una volta l’Armenia Maggiore si muove in maniera espansionistica: Tigrane II il Grande da vita al secondo impero Armeno, fonda una nuova capitale, Tigranocerta e, al momento della sua massima estensione tra il 95 al 66 a.C., oltrepassa i confini caucasici e s’impone su tutta l’Asia Minore orientale, giungendo ancora una volta fino in Siria e in Libano.

Il primo contatto con Roma si ha nel 69 a.C., durante la Guerra Mitridatica la Respublica tocca i confini orientali del Regno Pontico quando le campagne di Silla spinsero Mitridate a ritirarsi fin sul confine armeno del suo regno. Dopo una sola generazione le campagne di Lucio Licinio Lucullo portarono ambedue le nazioni definitivamente sotto la sfera romana quando il facoltoso generale romano inseguì Mitridate fin dentro l’Armenia e durante l’inseguimento ne occupò la capitale Tigranocerta.

Nel 66 a.C., Pompeo invade l'Armenia maggiore e Tigrane è costretto ad arrendersi accettando di far diventare il suo regno un protettorato romano, sotto la dinastia Artaxide, l’Armenia Minore entra a far parte dei confini imperiali, anche se non viene ufficializzata in provincia. In questo periodo l'Armenia subisce l'influenza della cultura e della religione romane.

Fino alla sconfitta di Carre (attuale Harran in Turchia), quindi per un quindicennio circa, l'Armenia rimane saldamente legata a Roma ma dopo tale data diventa oggetto di contesa con il Regno Partico oscillando tra i due Imperi fino al 47 d.C. quando i Romani ne ripresero il controllo con Nerone.

Tuttavia l’ “ARMENIA CAPTA” neroniana non sarà mai stabilizzata e negli anni a venire saranno necessarie continue invasioni romane per ristabilirne l’egemonia, come nella campagna del 55–63 d.C., per evacuare i Parti che avevano invaso nuovamente il territorio armeno. Nel 60 d.C. viene conquistata e nel 62 d.C. nuovamente persa, fino alla decisione di inviare la Legio XV Apollinaris proveniente dalla Pannonia al comando di Gneo Domizio Corbulone, legatus di Siria.

Questi, affiancato da altre legioni, III Gallica, V Macedonica, X Fretensis e la XXII Deiotariana, nel 63 invade il territorio partico di Vologase I e lo sconfigge duramente nella battaglia di Rhandeia. Probabilmente, sotto Vespasiano, l’Armenia Minore viene aggregata alla Cappadocia.

Dopo questo scontro Roma diventava ufficialmente l’Impero intorno al quale l’Armenia avrebbe gravitato per i successivi 200 anni: Vologase fu costretto ad accettare un accordo tramite il quale il fratello, Tiridate, veniva posto sul trono di d'Armenia, con incoronazione ufficiale direttamente per mano di Nerone, dando inizio alla dinastia degli Arsacidi d'Armenia.

Tuttavia 50 anni dopo, nel 114 d.C., il semplice protettorato, come compromesso politico, non era sufficiente all'imperatore Traiano che nella sua campagna d’Oriente invase e sottomise l'Armenia che diventa definitivamente una provincia romana.

Da Antiochia, fece convergere due armate una su Melitene e un'altra su Arsamosata. Quindi ad Elegeia, centro nevralgico armeno, incontrò il nuovo re d'Armenia: Partamasiri considerato un usurpatore del fratello Axidares senza troppe argomentazioni e affermando che nessuno poteva prendersi gioco di Roma, annesse l'Armenia come provincia retta momentaneamente dal governatore della Cappadocia.

Tuttavia questa mossa dell’imperatore non permise più alcuna riconciliazione con l’Impero Partico, ma gli creò nemici sia nella nuova provincia che aveva creato, già molto difficile nel suo interno, che con i re vicini. Tutttavia, dopo poco, il successore Adriano, appena salito al trono, ripristinò la situazione precedente a quella traianea, collocando sul trono il re Parthamaspate.

Una seconda campagna guidata dall'imperatore Lucio Vero e messa in atto da un contrattacco del suo generale Stazio Prisco nel 162, invase l'Armenia dopo l'occupazione dimostrativa partica della provincia, un anno prima, da parte di Vologase IV, il quale aveva posto sul trono il suo generale.

Ancora una volta la “nazione armena” venne conquistata da parte dei Romani che ripresero la capitale, collocandovi per l’ennesima volta un re fantoccio, cittadino romano di origini armene di nome Sohaemus.

Un’ulteriore occupazione Sassanide si ebbe nel 253 d.C. dopo la pesante sconfitta nella Battaglia di Barbalisso fino alla riconquista romana del 287 d.C. La c.d. Armenia Minore venne riunita con la Maggiore sotto il re Arshakuni Tiridate III nel 287 fino alla conquista of Shapur (Sapore) II nel 337 d.C.

Solo nel 384 d.C. il regno venne diviso tra Romani ed i Persiani: l'Armenia occidentale divenne provincia dell'Impero Romano d'Oriente con il nome di Armenia Minore, mentre la parte orientale rimase sotto i Persiani fino al 428 d.C. quando la nobiltà locale scacciò il sovrano ed i Sassanidi insediarono un loro governatore, tornando, a distanza di quattro secoli, di nuovo indipendente.

La Maggiore divenne una satrapia dell’impero Sassanide, poi suddivisa in cinque sub-satrapie semiautonome mentre la “Minor” successivamente verrà divisa in Armenia I e Armenia II, ambedue facenti parte della diocesi pontica.



 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA  N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.