N. 9 - Settembre 2008
(XL)
PROVINCE
ROMANE
alpes
di Antonio
Montesanti
I valichi alpini hanno sempre assunto e detenuto un
ruolo importante all’interno del complesso sistema
delle comunicazioni e degli interscambi europei.
Tra Italia e Gallia Narbonense, dopo l’avvento di
Cesare, si erano venuti a creare dei microregni e fra
tutti si distinse quello guidato
da Cottius, capo della tribù ligure dei Segusii, al
tempo in cui territorio fu inglobato nell'Impero Romano.
Gli eserciti romani, e non, continuavano a passare quasi
indisturbati. Annibale e Cesare avevano attraversato i
valichi alpini occidentali. Tuttavia le popolazioni
alpine non avevano mai riconosciuto la supremazia
capitolina su di loro. Le prime avvisaglie di
distenzione si ebbero ai tempi di Cesare quando il re
d’allora, il popolo di Segusio, divenne cliente di Roma
con il vantaggio della cittadinanza.
Dopo una politica di propaganda, lo stesso Augusto
assoggettò queste popolazioni a Roma, assicurando il
pacifico possesso di tutto l’arco alpino, dal Varo al
Quarnaro: per questo vennero innalzati due splendidi
monumenti, per celebrare il successo: un “Trofeo
delle Alpi” sulla via Julia-Augusta nel luogo chiamato
Tropaeum Augusti (la Turbie) nel 14 a.C. e l’arco
di Susa nel 9-8 a.C., come ricorda l’iscrizione.
Contemporaneamente creò due piccole provincie che
fossero una specie di camera stagna tra Italia e gallia:
la provincia delle Alpes Maritimae dal mare al Monviso e
delle Alpes Cottiae, dal Moncenisio al Monviso.
Alpes Maritimae
I
monumenti eretti, oltre ad avere una setrie di
significati storici e artistici e prima di tutto
simbolici, ci hanno restituito i nomi delle tre diverse
gentes o tribù che vivevano in quei luoghi. Il Trophaeum
Alpium ci riporta tre popoli,
Ligures, Capillati
e Montanisuddivisi
in numerose sottotribù: le popolazioni vinte da Augusto
(Sogionti, Brondionti, Nemaloni, Gallitae, Triullati,
Vergunni, Eguituri, Namaturi, Oratelli, Nerusi, Velauni,
Sutri), le tribù del litorale, già sottomesse (Deciates,
Oxibii, Vedianti) e le tribù dell’entroterra (Avantici,
Biodontici, Sentii).
Le
Alpi Marittime divengono provincia romana a seguito
delle azioni diplomatiche condotte da Augusto,
che inviò nel 14 d.C. un
praefectus civitatum per garantire la sicurezza delle
comunicazioni e per gestire l'integrazione della zona
nell’Impero.
Durante l’Alto Impero e presumbilmente sotto Nerone (Svet.,
Nero, 18), con la concessione dello ius Latii alle
popolazioni delle Alpi Marittime nel 63/64 d.C. e con la
morte di Cottio II, vi furono dei cambiamenti decisivi.
Nacque così la provincia procuratoria, governata da un
procurator Augusti di rango centenario, invece di una
praefectura civitatum, subendo, di conseguenza
diverse modifiche di tipo territoriale, quando una parte
delle tribù del litorale (Oxibii, Deciates) furono
riunite con la Gallia Narbonense e le tribù più a Nord (Egdinii,
Veamini, Vesuviani), furono accorpate a Cozio, per
tornare più tardi alle stesse Alpi Marittime.
Nella
riorganizzazione provinciale le Alpes Maritimae
incamerarono i territori più occidentali delle Cottiae,
perdendo ad est una zona che si congiunge alla Liguria.
La residenza del governatore o
caput provinciae
– appartenente all'ordine equestre (praefectus
civitatium) – e sede del
concilium
per l’alto e il medio impero era considerata Cemenelum (Cimiez),
ruolo assunto in epoca tardoantica (Not. Gall. XVII, 1)
da Eburodonum (Yverdon le Bain).
Dopo la riforma dioclezianea, il territorio delle Alpi Marittime venne
integrato con le Alpi Cozie e con parte della Gallia
Narbonense; nel tardo antico la capitale divenne
Eburodonum.
Quella delle Alpes maritimae invece comprese il solo
territorio ad occidente declla catena alpina, ampliato
con quello che aveva fatto parte delle Alpes Cottiae,
mentre il territorio a oriente fu unito alla Liguria: Le
Alpes Maritimae vennero unite alla diocesi della Gallie.
Alpes Cottiae
La gran parte delle tribù che popolavano le Alpi Cozie si
sottomise invece spontaneamente. Dopo un breve periodo
di protettorato, la prima sistemazione amministrativa
del territorio avvenne con l’integrazione del regno con
capitale Segugio (Susa) nel sistema politico romano.
La regione, intorno al 9, a.C., venne ordinata a provincia
equestre e amministrata in un primo momento dal figlio
dell'ex re Donno, M. Cottius, integrato all'ordine
equestre, con la concessione del titolo di praefectus
civitatium e della cittadinanza romana, che assunse
il nome di Marcus Iulius Cottius. Questo
cambiamento di regime modificò l’estensione del regno
neoprovinciale, perdendo territorialmente una parte del
versante italiano, e ricevendone in cambio una parte
delle Alpi Marittime.
Alla morte di Cottius, succede la padre il figlio, Cottius
II, che nel suo lungo regno aumenterà il territorio
amministrato dal padre, grazie ad un omaggio imperiale
da parte di Claudio.
In un secondo momento, successivo alla dinastia dei Cottii,
il governatore della provincia, dal 63 d.C., prese il
nome di procurator Augusti di rango centenario.
Le popolazioni furono ordinate civitates e lasciate
nella condizione di stipendiariae ad alcune in
seguito venne anche accordato il diritto latino e poi
romano, e quelli che in origine erano vici,
divennero dei municipi. Nell'ordinamento dioclezianeo le
Alpes Cottiae – parte della diocesi d'Italia –
mantengono solo il territorio ad oriente delle Alpi, con
un ampliamento in pianura verranno amministrate da un
praeses che occuperà la residenza dei governatori,
a Segusio (Susa), città che manterrà il nome celtico
fino al VI sec. d.C., quando si latinizzò in Segusium.
Alpi Graie et Poenninae
Parte dei territori conquistati nel corso delle campagne
augustee fu annessa in un primo tempo alla provincia
Raetia et Vindelicia e solo dall'età degli Antonini, nel
II sec. d.C., appare una terza provincia alpina,
equestre delle Alpes Graiae et Poenninae (Alpes
Atrectianae et Poeninae), nata dal distacco della
Vallis Poenina, cioè l’alta valle del Rodano, e
dall’odierno vallese. Capoluogo delle Alpes Poeninae,
corrispondenti all'odierno Vallese era Octodurus (Martigny),
delle Alpes Graiae, Forum Claudium Clutronum,
poi divenuto Axima (Aime-en-Tarantaise). Da
Diocleziano prenderanno il nome in Alpes Graiae atque
Poeninae e dipenderanno dalla diocesi delle Gallie.
Non sono ancora chiariti i limiti territoriali né
l'appartenenza amministrativa delle Alpes Atrectianae.
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