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N. 108 - Dicembre 2016 (CXXXIX)

PROFILO DEI CASTELLI MOLISANI
PARTE II - Caldora, d'Isernia, D'Evoli e Pandone di Cerro

di Vincenzo La Salandra

 

Nella seconda parte di questa rubrica sui castelli del Molise si prenderanno in esame tre esempi: il Castello Caldora a Carpinone, il suggestivo Castello abbandonato D'Evoli a Castropignano e il Castello Pandone di Cerro al Volturno.

 

Il castello di Carpinone era uno dei centri di potere del condottiero Antonio Caldora, la cui forte ambizione lo portò a scontrarsi con il re di Napoli Alfonso d'Aragona che lo sconfisse nel 1442. I Caldora edificavano sulla costa anche il celebre palazzo del Vasto e il Castello della città del golfo: il palazzo, che diventerà d'Avalos, era forse il maggiore esempio di architettura residenziale in Abruzzo nel Quattrocento.

 

Due storici locali, Domenico Romanelli e Lucio Canacci, stabilivano l'ubicazione della città scomparsa di Buca sul promontorio oggi detto di Punta Penna; qui il Canacci segnalava la presenza di resti di un teatro, di due templi, di molti acquedotti, di varie sepolture, mura, colonne, marmi e tegole. Anche Giacomo Caldora, signore di Vasto, avrebbe utilizzato molte pietre dal sito per costruire il bel palazzo a Vasto e forse anche altre magioni periferiche.

 

A Carpinone, a partire dal XV secolo, i Caldora trasformarono un edificio preesistente in una elegante e sicura residenza signorile fortificata. La fondazione delle prime strutture, a stapiombo sul fiume Carpino, è da attribuirsi ai Longobardi che modificarono la struttura fino ad almeno il secolo XI; dopo le trasformazioni dei Normanni il castello fu abbattuto dagli Svevi nel 1223.

 

Nel XIV secolo la famiglia D'Evoli ricostruì il castello, a formare un asse interno con il collegamento al castello D'Evoli di Castropignano. Ma il castello di Carpinone subì altri danneggiamenti nei terremoti del 1456 e del 1805, e presenta una facciata rimaneggiata e restaurata del Novecento.

 

Il Castello Caldora presenta una forma interessante di pentagono irregolare con cinque torri cilindriche angolari. Il castello è molto suggestivo per posizione e classica impostazione architettonica in arrocco sullo sperone roccioso. Vi si accede da uno spiazzo antistante che introduce al giardino e al cortile: appartiene a privati ed è stato per fortuna ampiamente rimaneggiato e ristrutturato, ma ancora conserva la definizione spaziale della struttura originaria.

 

Il suggestivo e abbandonato Castello D'Evoli a Castropignano domina la vallata a guardia del Biferno e del tratturo Castel di Sangro-Lucera, mirabilmente arroccato in alto su un roccione. Anche qui, come a Campobasso, il sito era stato già sannitico e, nell'alto-medioevo, fortificato dai Longobardi che gli diedero la sua fisionomia medioevale. A partire dal XIV secolo il complesso venne modificato e abbellito dalla famiglia D'Evoli, che rimase in possesso del castello fino al 1825. I D'Evoli aggiunsero una torre esagonale e un nuovo corpo di fabbrica nel XVII secolo. L'edificio fu abitato sino ai primi del Novecento ma venne abbandonato e cadde in rovina.

 

La struttura, che oggi si presenta in forma di rudere imponente, fornisce ancora una visione della sua antica importanza nell'alveo del feudalesimo molisano. La forma quadrangolare e l'evidente dotazione di un sistema difensivo articolato ed un tempo efficace, segnalano bene la sua antica funzione di piccolo centro del potere locale: oggi le finestre del castello fanno da cornice ad un cielo azzurro e le pietre sapientemente disposte dalla mano umana sembrano un effetto della natura sulla roccia, segno di recenti stratificazioni.

 

Le vicende del Castello Pandone di Cerro al Volturno sono intrecciate con la storia della vicina abbazia di San Vincenzo al Volturno: furono infatti i monaci che fecero costruire il castello nel secolo X, in qualità di vedetta difensiva collocata su una massa rocciosa a cinquecento metri di altezza. Il sito era già stato un recinto longobardo con funzione speciale di vedetta naturale sull'alta valle del fiume Volturno.

 

La fortezza venne modificata prima nel 1349, dopo un terremoto, ancora nel XV secolo per opera dei Pandone e poi dai Colonna nel XVII secolo. Dai Colonna il castello passò ai Lombardi nel 1828. Realizzato in forma di parallelepipedo con cortile centrale il castello è difeso da suggestive torri angolari, tutte di fatture ed epoche diverse, quasi a sottolineare i tanti interventi subiti dalla struttura nei secoli.

 

Anche il Castello Pandone è un esempio suggestivo tra i castelli molisani e ancora oggi domina la valle con la sua architettura unica in speciale visiva continuità con la massa rocciosa sulla quale sorge.



 

 

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