[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 156 / DICEMBRE 2020 (CLXXXVII)


attualità

IL CASO HENRY BARKLEY (e quello di OSMAN KAVALA)
processi alla turca / PARTE II

di Leila Tavi

   

Il governo turco cerca di abbattere tutte le resistenze fisiche e mentali di Osman Kavala, ormai detenuto nel carcere di massima sicurezza di Sivri dal 1° novembre 2020, nonostante nessuna condanna sia ancora stata formulata nei suoi confronti.

L’ultimo duro colpo è stato inferto nel mese scorso dalla Corte suprema che ha respinto con sette voti contrari su otto l’esposto del 63enne filantropo e uomo d’affari, considerato l’oppositore politico principale del presidente Recep Tayyip Erdoğan.

L’esposto di Kavala rappresenta una denuncia per la sua detenzione illegale, contraria al diritto alla libertà e all’incolumità dell’essere umano.

Inizialmente Kavala è stato accusato di aver essere stato tra gli ideatori e finanziatori delle proteste di Gezi del luglio 2013, organizzate, a detta dei magistrati del processo a suo carico, nel tentativo di sovvertire l’ordine costituzionale e di voler rovesciare il governo turco.

Assolto da tali accuse nel febbraio 2020, Kavala è stato immediatamente arrestato e incarcerato con nuovi capi d’accusa a suo carico: spionaggio e coinvolgimento nel fallito colpo di Stato del 2016 contro l’attuale presidente turco.

La prima udienza del processo relativo alle ultime accuse si è tenuta in un tribunale di Istanbul a metà dicembre.

Durante quest’ultima udienza Kavala ha respinto con forza le accuse a suo carico, ribadendo la sua non colpevolezza ed estraneità ai fatti, rivolgendosi al giudice con queste parole: "Mi sono sempre opposto ai colpi di stato militari e ho criticato l'interferenza dell'esercito nella politica".

L’accusa di nuovo evidenzia la natura politica del processo, non essendoci prove concrete contro Kavala. La prossima udienza del nuovo processo è prevista per il 5 febbraio e se le accuse di spionaggio fossero confermate, Kavala rischierebbe venti anni di carcere, mentre per attentato all’ordine costituzionale è previsto in Turchia l’ergastolo. Una punizione “esemplare” per gli altri oppositori del regime.



Le organizzazioni non governative hanno prontamente reagito a sostegno di Kavala. Emma Sinclair-Webb, direttore della sede turca di Human Rights Watch, ha criticato aspramente il processo farsa in cui Kavala si trova, ancora una volta, al banco degli imputati e il suo commento al respingimento dell’esposto presentato da Kavala è stato che la sentenza della corte è "un altro chiodo che va a chiudere la sua bara" e uno smacco da parte del governo turco alla CEDU, la cui sentenza che chiedeva la scarcerazione di Kavala è stata ignorata.

 

In un tweet ha poi sottolineato come il potere giudiziario sia completamente asservito al governo nel suo Paese.

Anche Milena Buyum di Amnesty International Turchia ha parlato di natura politica della "detenzione arbitraria" di Kavala, sottolineando come la sua collega di Human Rights Watch la posizione di sfida con cui il regime si permette di non rispettare le decisioni della CEDU.

La CEDU ha chiesto nel dicembre 2019 il rilascio di Kavala, perché considerata come uno strumento per mettere a tacere una voce del dissenso politico. La sentenza non è stata però attuata, come spesso in altri casi che riguardano dissidenti sotto accusa e processati nei tribunali turchi.

Oltre ai singoli dissidenti sono da tempo nel mirino del regime le ONG; alla fine di dicembre il Parlamento turco ha approvato una legge che estende il controllo sulle operazioni delle Ong, compresa la possibilità di esonerare e sostituire dirigenti e soci con pericolose e ambigue accuse di terrorismo.

La morsa che attanaglia la società civile in Turchia si fa sempre più stretta tra l’indifferenza del Paesi occidentali che si preoccupano più di mantenere degli strategici rapporti commerciale che di promuovere la tutela dei diritti umani.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]